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Nel pomeriggio di oggi il presidente Mattarella avvia le consultazioni, percorso a ostacoli per il Conte-ter.

Roma, 27 Gen 2021 – Partono nel primo pomeriggio di oggi le consultazioni da parte del presidente Sergio Mattarella con i partiti per cercare di formare il nuovo governo. Probabilmente un Conte ter.

Quindi aperta ufficialmente dalle dimissioni di Giuseppe Conte, la crisi di governo entra nella fase in cui le questioni aleggiate nei retroscena atterranno altrettanto ufficialmente sul tavolo della 'torre di controllo', il Quirinale. Partono oggi tre giorni di consultazioni per verificare, in tempi brevi, se esiste una maggioranza solida che possa dar vita a un governo coeso. In una crisi 'al buio', come suol dirsi, sarà il Presidente della Repubblica a verificare con tutti i gruppi parlamentari - compreso quello nuovo di zecca formalizzatosi al Senato, a ora 10 componenti e potenziale 'nocciolo duro’ dei responsabili-costruttori - se è possibile raccogliere una maggioranza ampia e assoluta, con numeri solidi insomma, per dare vita a un governo coeso, in base a un programma condiviso e al nome di un premier.

Una situazione tanto delicata che anche la stesura del calendario delle consultazioni ha richiesto ore, per capire, per esempio, se il centrodestra intendesse presentarsi unito o diviso e se fosse nato appunto l'annunciato gruppo di centro autonomo. Tra oggi - si apre, come d'uso, con i presidenti delle Camere - e venerdì pomeriggio (pausa la mattina, quando Mattarella assisterà all'inaugurazione in Cassazione dell'Anno giudiziario) al Colle dovrebbe arrivare la proposta di M5s, Pd e Leu di una conferma di Conte, che comporterebbe la cosiddetta 'esplorazione' sulla fattibilità di un Conte ter. Se la strada fosse praticabile, il Capo dello Stato potrebbe dare a Conte un incarico pieno o, appunto, esplorativo. Se sul nome di Conte non ci fosse la convergenza necessaria, si potrebbe verificare se la stessa maggioranza intende convergere su un programma, e un premier diverso da quello uscente. E a quel punto potrebbe essere necessario un secondo giro di consultazioni. Una delle questioni da verificare nei fatti, e per ora ancora consegnata agli scenari, è la fattibilità di quella ormai famosa 'maggioranza Ursula', edizione attuale delle tradizionali 'larghe intese'. Anche se qui, al momento, resta agli atti il no compatto del centrodestra.

E a proposito di scenari, c'è sullo sfondo l'ultimo, mai percorso a cuor leggero: il voto anticipato, se quella maggioranza assoluta, e cioè autosufficiente, non entrasse nel raggio d'azione dei radar del Colle. Domani pomeriggio, giovedì 28 gennaio saliranno al Quirinale, alle 16.45 il Gruppo Parlamentare "Liberi e Uguali" della Camera dei deputati; alle 17.30 i Gruppi Parlamentari Italia Viva - PSI del Senato della Repubblica e Italia Viva della Camera dei deputati; alle 18.30 i gruppi Parlamentari "Partito Democratico" del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.

Venerdì 29 gennaio nel pomeriggio saliranno al Quirinale, alle 16.00 la coalizione di centrodestra formata da Fdi, Lega, Forza Italia, Cambiamo, Udc, Noi con l’Italia; alle 17 il Movimento 5 Stelle del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.

Nasce ufficialmente il gruppo dei 'Responsabili' al Senato senza lady Mastella. Che se tutto gira come si deve darà al Conte ter la maggioranza assoluta senza Iv. La signora Mastella era stata indicata come una dei principali sponsor dell'operazione costruttori pro Conte, l'ex azzurra Sandra Lonardo alla fine resta, a sorpresa, fuori dalla partita. A consegnare stamattina prima delle 9 tutta la modulistica con relative firme degli aderenti sono stati gli ex azzurri Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, e Raffaele Fantetti della componente Maie-Italia 23.

I dieci i senatori della nuova formazione politica centrista, tutti del Misto, provengono dal Maie e dalla nuova componente 'Centro democratico' (che alla Camera fa riferimento a Bruno Tabacci). Si conoscono i nomi di otto 'costruttori': si tratta dei cinque del 'Maie-Italia 23' Ricardo Merlo, Saverio De Bonis, Adriano Cario, Maurizio Buccarella e Raffaele Fantetti (presidente dell'Associazione Italia 23) e dei due ex azzurri Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin. Ultimo arrivato è l'ex pentastellato Gregorio De Falco, che porterà in dote il simbolo 'Cd' 'prestato' da Tabacci.

"Conte ha già provato a fare a meno di noi. Mi pare che non ci sia riuscito. Errare è umano, perseverare è semplicemente inutile" dice questa mattina dalle pagine del quotidiano "Il Messaggero", Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera. E prosegue: "Buon lavoro al nuovo Gruppo, se mai si costituirà. Mi pare che non stia allargando la maggioranza ma tenendo insieme persone che hanno già votato sì alla fiducia, da Ciampolillo a Maria Rosaria Rossi.

"Non poniamo pregiudiziali sui nomi, ma chiediamo - aggiunge - una svolta sui contenuti. La narrazione per cui tutto andava bene, l'Italia era un modello e il governo era il migliore del mondo non ci ha mai convinto. La crisi politica si è aperta ieri, la crisi sanitaria, economica, educativa è aperta da tempo. È tempo di fare un salto di qualità: basta chiacchiere, preoccupiamoci dell'Italia". "Il punto -conclude Boschi- non è chi fa il ministro, ma quali idee costituiscono il programma. Capisco che possa sembrare innaturale visto il suk ancora in corso al Senato, ma noi siamo l'unica forza politica che alle poltrone ha rinunciato".

Il Movimento Cinque Stelle continua a fare quadrato attorno all'ex premier. Durante l'assemblea di questa mattina emerge una posizione chiara: "Tutti con il presidente Conte", ma in molti interventi si fa riferimento a "un ritorno con Italia Viva". È quanto si apprende durante la congiunta M5S.  "Questa crisi è fatta contro noi", dice il senatore M5S Danilo Toninelli nel corso dell'assemblea. "Iv può continuare ad essere un interlocutore, si può risolvere tutto con un nuovo contratto di governo" vincolandosi con la firma del contratto, suggerisce l'ex ministro dei Trasporti.

Anche il Pd apre a un nuovo governo guidato ancora dall' "avvocato degli italiani". ''Nessuno ha compreso le ragioni di questa crisi, ma mi auguro che Italia Viva recuperi la saggezza politica per sostenere un Conte Ter" sostiene Andrea Romano, deputato del Partito Democratico, in una intervista al Mattino. E prosegue: "Ci sono solo due maggioranze possibili: quella europeista che dall'agosto 2019 ha permesso di ritrovare il dialogo con l'Ue o una sovranista e antieuropea. Conte è il miglior punto di equilibrio della maggioranza europeista, l'unica a cui è disponibile il Pd''.

La vicepresidente Deborah Serracchiani Debora Serracchiani, vice presidente del Pd, in un'intervista al Corriere della sera parla della linea del suo partito alla vigilia delle consultazioni dopo le dimissioni del premier: "Prima dell'incontro al Quirinale ci sarà la nostra direzione nazionale e si deciderà...Credo che porteremo al presidente Mattarella il patrimonio di responsabilità che il Pd ha avuto fin qui. Abbiamo cercato di evitare la crisi e, se siamo in questa situazione, è per scelte incomprensibili. Però siamo anche consapevoli che serve una soluzione".

"Bisogna ragionare su un percorso che in poco tempo porti a un governo forte e a una maggioranza solida, che quindi va allargata". E ricomprenderà Renzi? "Non è tempo di mettere veti a nessuno", dice Serracchiani. Quanto alla figura di Conte: "Ribadisco il suo ruolo che, dall'agosto del 2019, ci ha permesso di riconquistare una posizione in Europa. Noi abbiamo fiducia nelle decisioni del presidente della Repubblica. Abbiamo il dovere di cercare di lavorare con un governo politico che rilanci la propria azione e la propria credibilità, che faccia le riforme necessarie alla governabilità e a rendere esecutivo il Recovery. Ma abbiamo sempre messo un paletto: no alle forze sovraniste".

Forza Italia non rientra in quel gruppo: questo significa che potrebbe essere un interlocutore per la formazione di un nuovo esecutivo? "Il nostro segretario Zingaretti ha più volte sottolineato la necessità di appellarsi a forze europeiste e democratiche. Anche queste forze dovranno pronunciarsi. Ma, ripeto, tutto resta nelle mani del presidente Mattarella", spiega Serracchiani.

E sulla ipotesi di voto anticipato la vicepresidente del gruppo dem osserva: "Sarebbe difficile in questo momento, la campagna elettorale rimanderebbe le priorità economiche e sociali. Naturalmente, però, i governi si decidono in Parlamento e, se non ci sarà un risultato, deciderà il Quirinale il da farsi". Infine un giudizio sull'azione dell'esecutivo fin qui: "Si può sempre fare di più e meglio. Noi avevamo fatto diverse proposte… E abbiamo già detto che Conte avrebbe dovuto agire prima per evitare che alcune situazioni si sedimentassero", conclude Serracchiani.

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