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Mediaset, la Corte di Giustizia Europea dà ragione a Vivendi e quindi entra a pieno titolo nella stanza del comando. Si prevedono tempi duri per Fininvest.

Roma, 4 Sett 2020 - In una settimana già segnata dalla svolta impressa dal governo verso una rete unica arriva una sentenza 'storica', dalle tante letture e conseguenze. La Corte di Giustizia europea ha infatti accolto le tesi di Vivendi sul Tusmar della legge Gasparri, la norma sulla quale l'Agcom ha intimato ai francesi di scegliere tra la partecipazione rilevante in Tim o in Mediaset.

Anche se i tempi di applicazione concreta delle decisione sono tutti da definire, la Corte è intervenuta in modo netto, rompendo il principio di impossibilità di controlli incrociati tra gruppi delle telecomunicazioni e operatori televisivi.

Alla Corte Ue si era rivolto il Tar del Lazio dopo il ricorso di Vivendi, che contestava la decisione Agcom, e ora lo stesso Tribunale amministrativo dovrà decidere come accogliere la sentenza europea. Una decisione che potrà essere ovviamente oggetto di altri ricorsi, di possibili nuovi interventi dell'Agcom o il riferimento di un intervento delle Camere per varare una nuova normativa del settore.

Ovviamente molto soddisfatta Vivendi, che incassa un round importante nel suo braccio di ferro con il Biscione. "Mediaset e Berlusconi sono stati vittime del proprio piano o sono stati colti in fallo in un contesto che loro stessi hanno creato nel tentativo di andare contro la legge", afferma un portavoce dei francesi, secondo il quale il Biscione "ha cercato e non è riuscito ad aggirare i principi fondamentali della democrazia azionaria" quando ha impedito alla fiduciaria nella quale Vivendi ha 'congelato' il 20% del capitale Mediaset di votare in assemblea.

"È una sentenza che cancella un limite che era stato posto per non fare entrare Mediaset nelle Tlc. Ora potrà entrare anche nella rete unica''. Lo scrive l'ex ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, su Twitter, rispondendo a un messaggio del direttore del Fatto quotidiano on line, Peter Gomez che diceva: Mediaset, la corte Ue accoglie ricorso Vivendi: ''parte della legge Gasparri è contraria alle norme dell'Ue''.

"Ovviamente leggeremo con attenzione il dispositivo della Corte che a questo punto ci porterà a modificare parti del Testo unico delle radiocomunicazioni". Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli in un colloquio con Repubblica. Il responsabile del Mise, si legge sul quotidiano, ricorda che "entro il 31 dicembre il Parlamento deve ratificare la nuova direttiva europea sulle telecomunicazioni, al momento in discussione al Senato". "Vista l'intersezione dei due temi - spiega il Ministro - ho chiesto alla sottosegretaria Mirella Liuzzi che ha la delega alle telecomunicazioni di avviare un tavolo di confronto con tutte le parti in causa". "E credo che già la prossima settimana si potrà tenere la prima riunione al ministero" aggiunge Patuanelli senza dare anticipazioni sulle modifiche allo studio che sono "oggetto di un tavolo di confronto".

Secondo la Corte del Lussemburgo la "disposizione di legge italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset è contraria al diritto dell'Unione europea".

Di fatto la sentenza riapre i giochi nella partita tra Mediaset e Vivendi, ma soprattutto mette in discussione l'attuale status quo del sistema radiotelevisivo italiano e in particolare i limiti alle concentrazioni. Il Biscione replica dopo poco alla sentenza e prendendo atto della sentenza si dichiara pronta a valutare "ogni nuova opportunità in materia di business Tlc" nel caso in cui dovessero esserci modifiche alla normativa italiana. Un interesse che potrebbe già indirizzarsi sul progetto della rete unica che ha come protagonista Tim. In giornata interviene lo stesso Gasparri, invitando a fare attenzione alle posizioni forti che una modifica normativa potrebbe creare nel sistema nazionale.

La decisione della Corte del Lussemburgo è successiva alle sentenze dei Tribunali di Madrid e Amsterdam che già si erano pronunciati in favore di Vivendi bocciando la creazione da parte di Mediaset della holding MediaForEurope.

Un progetto che Vivendi aveva cercato di bloccare durante le ultime assemblee del Biscione, essendo socia di Mediaset al 28,8% con il 29,34% dei diritti di voto. Proprio sulla quota di Codogno in mano a Vivendi - appellandosi alla legge Gasparri - era intervenuta Mediaset per denunciare all'Agcom un eccesso di concentrazione in mano ai francesi, soci anche al 24% di Telecom Italia. Vivendi si era rivolta quindi al Tar del Lazio, che a sua volta aveva chiesto un parere alla Corte di Giustizia dopo la decisione dei francesi di presentare un ricorso contro la delibera dell'Agcom che li aveva obbligati a conferire il 19,9% della quota Mediaset a una fiduciaria. La sentenza lussemburghese determina quindi che il congelamento della quota di azioni di Mediaset in mano a Vivendi non abbia più valore. E' inoltre illegittima la decisione del board del Biscione di impedire l'accesso e il voto in assemblea ai francesi.

Vivendi prende atto "con grande soddisfazione" della sentenza, avendo "sempre agito nel rigoroso rispetto della legge italiana". Per i francesi Mediaset avrebbe approfittato degli ostacoli normativi per "tentare di trasferire la propria sede in Olanda, progetto bloccato sia dalla giustizia spagnola che olandese". Dal canto suo Mediaset non perde l'occasione per far sapere che - se ci saranno rivoluzioni nell'ecosistema italiano delle Tlc - sarà pronta ad agire da protagonista. "Se, al contrario di quanto prevede oggi la legge italiana si aprissero possibilità di convergenza tra i leader delle Tlc e dell'editoria televisiva, Mediaset che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla rete unica nazionale in fibra", commenta il Biscione.

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