L’Aja, 11 Lug 2020 - "Non c'è piena convergenza" queste le prime parole con cui il premier Giuseppe Conte ha commentato l'incontro con il suo omologo olandese Mark Rutte all'Aja. Al di là delle frasi di ottimismo di circostanza, il presidente del consiglio ha dovuto ammettere che la posizione dei paesi cosiddetti 'frugali' non si è lasciata ammorbidire per quanto riguarda la costruzione del recovery plan.
I Paesi Bassi, Danimarca, Austria e Svezia sono i paesi che si oppongono al recovery plan così come è stato congegnato dalla Commissione europea, ovvero 750 miliardi suddivisi fra 500 di sussidi e 250 di prestiti. E di cui i 27 leader discuteranno al vertice della prossima settimana. Questi Stati, considerati i più 'rigoristi', vogliono abbassare l'ammontare totale del fondo e, in particolare, gli aiuti a fondo perduto. Si oppongono poi a una massiccia raccolta di soldi sul mercato e all'introduzione di nuove tasse. In particolare, poi, stanno cercando di ridurre il proprio contributo al nuovo bilancio europeo.
Rutte, portavoce dei Paesi frugali, ha più volte ripetuto che i fondi del recovery plan siano legati alle riforme, perché in passato "abbiamo già sentito promesse". "Se infittissimo il recovery plan di condizionamenti, di varie previsioni che avrebbero l'effetto di rallentare questa ripresa, il rischio è quello di rendere inefficace il recovery plan. Non è certo questo lo spirito con cui stiamo lavorando a questo progetto e dobbiamo evitare di lasciarci imbrigliare nella burocrazia", ha sottolineato il capo del governo.
Obiettivo dei rigoristi è anche lasciare che siano i governi a controllare, come proposto dal presidente del consiglio Ue Charles Michel che ha chiesto che siano i 27 capi di stato e di governo ad esprimersi a maggioranza qualificata su una valutazione della Commissione Europea per gli stanziamenti.
Se passasse la linea espressa da Mark Rutte, per il governo italiano il rischio diventerebbe insomma di dover vincolare i 170 miliardi che potrebbero arrivare dall'Ue a condizionalità che rischiano di essere impegnative come quelle del Mes. Nei prossimi giorni Conte vedrà la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Emmanuel Macron.