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Coronavirus. Salgono i casi in America latina, record nuovi casi Usa, 45.300 in un giorno

Roma, 28 Giu 2020 - Sono quasi 10 milioni i contagi per coronavirus nel mondo, mentre i morti si avvicinano a 500.000. Secondo i dati riferiti dalla Johns Hopkins University sono 9.985.425 i casi finora accertati e 498. 895 i decessi di cui 125.539.

Gli Stati Uniti detengono il primo mondiale superando quota 2,5 milioni di contagiati e oltre 128 mila morti. Al secondo posto c'è il Brasile oltre 1.300.000 casi e circa 57 mila decessi. La Russia è al terzo posto dell'infelice classifica con 634.437 casi e oltre 9mila morti. Seguono India con 529 mila infatti, Regno Unito con 300 mila casi e Spagna con 295 mila infezioni.

Mentre l'Europa si divide su quali paesi concedere la possibilità di movimento nei propri confini, dall'America Latina continuano ad arrivare notizie scoraggianti. Nelle ultime 24 ore i casi sono cresciuti a 2.421.046 (+63.092) con 110.457 (+2.506) morti. Se è vero che la pandemia sia esplosa in Brasile, è altrettanto vero che l'andamento della diffusione del virus cresce anche nei paesi limitrofi: il Perù registra 275.989 casi e 9 mila morti, il Cile 267.766 infetti con 5.347 decessi e ancora il Messico 212.802 contagiati e 26.381 morti, l'Ecuador 54.574 infetti e 4.424 decessi, l'Argentina 57.744 contagiati e 1.207 morti, la Repubblica  Dominicana 30.619 infetti e 718 morti, Panama 29.905 contagiati e 575 morti e Bolivia 29.423 infetti e 934 decessi. La Colombia, 2.939 morti, con i suoi 88.591 casi supera la Cina: ha riportato un record di 4.149 nuovi casi di coronavirus in un giorno, terzo record giornaliero di infezioni in una settimana.

La Russia ha registrato 6.791 nuovi casi di coronavirus in un giorno, portando il numero totale di contagi a 634.437, mentre i 104 decessi delle ultime 24 ore hanno portato delle vittime della pandemia di Covid-19 a 9.073. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie del Paese.

La Cina ha registrato altri 17 casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, di cui tre 'importate' e 14 di origine interna a Pechino: lo ha reso noto la Commissione Nazionale per la Sanità (Nhc). Nel Paese asiatico ad oggi - secondo i dati della Nhc riportati dalla Cnn - i contagi sono saliti a 85mila e i morti a 4.634. Israele.

Il premier Benyamin Netanyahu ha convocato oggi una consultazione urgente con alcuni ministri per fronteggiare la crescente diffusione dei contagi di coronavirus. Fra i provvedimenti che saranno discussi, anticipa il quotidiano Israel Ha-Yom, la limitazione degli assembramenti di persone ad un massimo di 50, che potrebbe poi essere ridotto a sua volta anche a 10 persone se la situazione non migliorasse. Inoltre potrebbe essere ordinata la chiusura delle sale ricevimenti (che erano state riaperte di recente). In pericolo anche i campi estivi di ricreazione scolastica così come l'accesso alle spiagge pubbliche. Secondo dati diffusi oggi dal Ministero della Sanità, i casi positivi sono saliti a 23.462, oltre 800 in più rispetto a venerdì. Le guarigioni assommano a 17mila, mentre i malati sono adesso 6.127, 41 dei quali in rianimazione - i decessi sono saliti a 317.

Il governatore dello Stato australiano di Victoria, Daniel Andrews, non esclude un nuovo confino per frenare la diffusione di Covid-19 dopo lo scoppio di diversi focolai a Melbourne, dove ieri sono stati registrati 49 casi di contagio. "Nessuno lo vuole a meno che non sia assolutamente necessario", ha assicurato Andrews. Negli altri Stati del Paese la situazione è molto più contenuta: nell'Australia Occidentale c'è stato solo un caso; tre nel Nuovo Galles del Sud (tutte persone provenienti dall'estero) e nessuno nel Queensland e nell'Australia Meridionale. Le autorità stanno conducendo una massima campagna di test: solo venerdì ne sono stati fatti 40 mila. "Il contenimento della pandemia è qualcosa che possiamo fare. I test e la tracciabilità dei contagi è la cosa più efficace da fare", ha spiegato il governatore.

Il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha annunciato che le mascherine saranno obbligatorie in determinate zone del Paese a partire dalla prossima settima e ha dato alle province più colpite dalla nuova ondata di Covid-19 il via libera per reintrodurre misure restrittive. Indossare la mascherina sarà "obbligatorio negli spazi chiusi dove ci sono assembramenti", ha dichiarato Rohani durante una conferenza televisiva della task force anti-virus del Paese. La misura entrerà in vigore a partire dalla prossima settimana, e sarà valida fino al 22 luglio e potrà essere estesa se necessario, ha aggiunto.

Il capo di Stato ha affermato inoltre che il ministero della Salute ha stilato "un elenco chiaro" di spazi e assembramenti considerati ad alto rischio. L'Iran ha riferito i suoi primi casi di Covid-19 il 19 febbraio scorso e da allora ha lottato per contenere l'epidemia con il bilancio delle vittime che ha superato i 10 mila e il numero di contagiati oltre 220 mila. I dati ufficiali hanno mostrato una traiettoria crescente in nuovi casi confermati dall'inizio di maggio, quando l'Iran aveva toccato un minimo da quasi due mesi nelle infezioni giornaliere registrate. "Qualsiasi contea che è classificata al livello rosso, il suo comitato provinciale (virus) può proporre di reimpostare le restrizioni per una settimana", che potrebbero essere estese se necessario, ha annunciato Rohani.

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