Minneapolis (Usa), 28 Maggio 2020 - Non è bastato - a placare la rabbia - licenziare i quattro poliziotti coinvolti nella morte di un afromaericano a Minneapolis: per la seconda notte tornano alla mente le immagini di quel terribile video che documenta l'arresto di George Floyd, steso a faccia terra, disarmato, con il poliziotto che lo tiene immobile con il ginocchio sul collo per circa otto minuti. Sospettato di contraffazione, il quarantacinquenne avrebbe provato ad usare dei documenti falsi. Inutile implorare più volte "non respiro". Sono scene non nuove in America, protagonisti poliziotti bianchi e vittime nere, con i primi - da quanto emerge dalle indiscrezioni - che non avrebbero un trascorso immacolato.
E così dopo una prima notte esagitata anche la seconda è continuata con una vera e propria guerriglia urbana. Da una parte la polizia in assetto antisommossa con i gas lacrimogeni e proiettili in gomma, come era già successo 24 ore prima, dall'altra i manifestanti che hanno preso a sassate il commissariato di polizia e saccheggiato, appiccato il fuoco, alcuni negozi portando via televisori, capi d'abbigliamento e generi alimentari. In una escalation di violenza senza fine un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco davanti al banco dei pegni dal proprietario del negozio. C'è un arresto, riferiscono i media americani fra cui il New York Post.
Il governatore del Minnesota Tim Walz aveva denunciato su Twitter "una situazione estremamente pericolosa", invitando i dimostranti "per la sicurezza di tutti, a lasciare la zona". Anche il presidente Donald Trump ha annunciato che "su mia richiesta, l'FBI e il Dipartimento di Giustizia stanno già indagando sulla tristissima e tragica morte in Minnesota di George Floyd".
Momenti di tensione sono avvenuti davanti alla casa del poliziotto che ha soffocato Floyd. I muri limitrofi l'abitazione di Derek Chauvin, principale indiziato, in turno con il collega Tou Thao, sono stati imbrattati con scritte "killer" e "assassino". Incessanti gli slogan che chiedevano il carcere per gli agenti, al momento a piede libero nonostante il licenziamento in tronco.
La pensa così anche il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, che ha esortato le autorità ad arrestare l'agente di polizia Chauvin. "Perché l'uomo che lo ha ucciso non è in prigione? - ha chiesto durante una conferenza stampa - Floyd merita giustizia, la sua famiglia merita giustizia, la comunità nera e la nostra città meritano giustizia". Il sindaco, che non ha l'autorità per incriminare l'agente, ha detto di aver chiesto al procuratore della contea di farlo, senza specificare con quali accuse.
La morte di Floyd ha oltrepassato i confini dello Stato innescando delle proteste anche a Los Angeles e a Memphis. Nella metropoli californiana diverse centinaia di persone - tutte rispettose delle regole del lockdown con tanto di mascherine - richiamandosi al movimento 'black lives matter', hanno bloccato il cavalcavia della superstrada 101, in piena 'downtown', dopo una marcia da davanti al municipio, e hanno rotto i vetri di diverse auto della polizia nei conseguenti tafferugli.
A Memphis, nel Tennessee, diverse migliaia di persone sono scese in piazza e hanno bloccato con un sit-in la centrale Union Avenue.