Roma, 26 Mar 2020 - Applauso in Aula da parte dei senatori di tutti i gruppi in piedi per le vittime del coronavirus, quando il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le ricorda all'inizio dell'informativa al Senato. I senatori, dislocati a distanza negli scranni, si sono alzati in piedi e hanno battuto le mani in silenzio.
Nel corso del suo intervento, parlando del decreto di aprile Conte ha detto: prevediamo "stanziamenti non inferiori ai 25 miliardi già stanziati, consentiteci di lavorare, vorremmo potenziare ancor di più quest'intervento". Il premier nell'informativa al Senato ha confermato che per il decreto aprile il governo metterà in campo almeno le stesse risorse del dl marzo.
E annuncia - "il governo è favorevole ad un percorso di condivisione con le forze politiche" per le misure di rilancio del Paese. "Dobbiamo riuscire a trasformare quest'emergenza in momento di opportunità per una crescita equa e sostenibile".
"Questa è una battaglia che si vince tutti insieme altrimenti a perdere saremo tutti", perché "questo virus è invisibile, è come il vento, soffia dove vuole", ha detto il premier Giuseppe Conte, accolto da un applauso, nella parte conclusiva della sua informativa in Senato.
"La diffusione dell'epidemia ha innescato in Italia e in Europa una crisi senza precedenti che sta esponendo il nostro paese a una prova durissima. La necessità di contenere il contagio ci sta costringendo a misurarci con nuove abitudini di vita, con un impatto negativo sull'intero sistema produttivo che coinvolge imprese, famiglie e lavoratori. Sono giorni terribili per la comunità nazionale, ogni giorno siamo costretti a registrare nuovi decessi, è un dolore per la nostra comunità che perde i più fragili, un dolore che si rinnova costantemente", ha detto il premier, Giuseppe Conte. "Stiamo combattendo un nemico invisibile e insidioso che entra nelle nostre case, ci ha imposto di ridefinire le relazioni interpersonali, ci fa sospettare di mani amiche. Questa emergenza - ha aggiunto - è così coinvolgente che arriva a sfidare il nostro paese in tutte le sue componenti, è una sfida sanitaria, economica, sociale. Ci coinvolge tutti, nessuno escluso".
"Voglio rivolgere un sentito ringraziamento agli sforzi straordinari di tanti medici, infermieri e di tutti coloro che in questi giorni difficili rischiano la vita per salvare quella degli altri. Noi non ci dimenticheremo di voi, di queste giornate così difficili, così stressanti", ha detto il premier, Giuseppe Conte, nel corso dell'informativa urgente in Senato sull'emergenza Coronavirus.
"Bisogna operare concretamente" affinché il ricordo del sacrificio del personale sanitario in lotta contro il coronavirus "non si perda", ha detto il presidente del Consiglio. "Non dimenticheremo il loro sacrificio", ha ribadito ricordando la lettera dell'infermiera Michela, illustrata ieri a Montecitorio.
Il premier, dopo aver espresso "vicinanza" alla famiglia delle vittime, sta ripercorrendo a palazzo Madama le tappe dell'emergenza con i provvedimenti varati dal governo. "Tutti potranno giudicare il nostro operato. Ma ora è il momento dell'azione e della responsabilità. Nessuno può fuggire dalla responsabilità", la premessa del presidente del Consiglio.
"Il Governo ha agito con la massima determinazione, con assoluta speditezza, approntando, ben prima di qualunque altro Paese, le misure di massima precauzione", ha detto il premier.
"Abbiamo sperimentato - primi in Europa - un percorso normativo volto a contemperare, da una parte, l'esigenza di tutelare al massimo grado il bene primario della salute dei cittadini e, dall'altra, la necessità di assicurare adeguati presìdi democratici", ha detto il premier. "Per la prima volta dalla fine del secondo conflitto mondiale, infatti, siamo stati costretti a limitare alcune delle libertà fondamentali garantite dalla Costituzione, in particolare la libertà di circolazione e soggiorno, la libertà di riunione nelle sue varie forme, la libertà di coltivare financo di contenere pratiche religiose".
"I princìpi ai quali ci siamo attenuti nella predisposizione delle misure contenitive del contagio sono stati quelli della massima precauzione, ma, contestualmente, anche della adeguatezza e della proporzionalità dell'intervento rispetto all'obiettivo perseguito. E' questa la ragione della gradualità delle misure adottate, che sono diventate restrittive via via che la diffusività e la gravità dell'epidemia si sono manifestate con maggiore severità, sempre sulla base delle indicazioni provenienti dal comitato tecnico-scientifico".
"Poiché il nostro ordinamento, e lo vorrei sottolineare, non conosce - a differenza di altri ordinamenti giuridici - un'esplicita disciplina per lo stato di emergenza, abbiamo dovuto costruire, basandoci pur sempre sulla legislazione vigente, un metodo di azione e di intervento che mai è stato sperimentato prima. Abbiamo ritenuto necessario ricorrere allo strumento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dopo avere posto il suo fondamento giuridico nell'iniziale decreto legge, il legge n. 6, che ho già menzionato. Abbiamo ravvisato nel DPCM lo strumento giuridico più idoneo, innanzitutto perché agile, flessibile, in grado di adattarsi alla rapida e spesso imprevedibile evoluzione del contagio e alle sue conseguenze; in secondo luogo, perché abbiamo inteso garantire per questa via la più uniforme applicazione delle misure".
Nei giorni scorsi "ho incontrato i leader dell'opposizione. Anche ieri alla Camera ho ascoltato delle dichiarazioni di grande apertura al confronto. C'è piena disponibilità al dialogo da parte del governo". Così il premier Giuseppe Conte parlando al Senato dell'emergenza sanitaria e del 'Cura Italia'. "Probabilmente non sono state raccolti" tutti i suggerimenti ma nel decreto comunque ci sono delle indicazioni che sono arrivate dall'opposizione, ha sottolineato il presidente del Consiglio ricordando poi che è in arrivo un altro decreto.
"Nel lavoro per il decreto marzo abbiamo incontrato i leader dell'opposizioni e nel testo sono state raccolte alcune delle loro indicazioni, e anche ieri alla Camera ho ricevuto ampie aperture al confronto. Ora c'è un nuovo decreto e possiamo riprodurre questa metodologia di lavoro, anzi darò mandato al ministro D'Inca' di elaborare un percorso di più intenso confronto", ha detto il premier.
Il nuovo decreto sarà da "almeno 25 miliardi" ma "consentiteci di lavorare, vorremmo potenziare ancora questo intervento". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in aula al Senato.
"Con il nuovo intervento normativo che è in corso di elaborazione confidiamo di pervenire ad uno strumento complessivo altrettanto significativo, rispetto a quanto si qui operato. Non sono in condizione di dare cifre esatte, ma sicuramente sarà uno strumento significativo. E interverremo con stanziamenti aggiuntivi di non minore importo, lavorando con tutti ministri per definire bene le misure e l'esatto impatto economico, dei 25 miliardi già stanziati con il primo decreto", ha detto sottolineando l'intenzione di voler potenziare ancora il prossimo decreto.
"La nostra battaglia non conosce confini, si sviluppa da Nord a Sud". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, in Aula al Senato, nel corso dell'informativa sull'emergenza Covid-19, informativa che ricalca quella di ieri nell'Aula della Camera. Ora, ha rimarcato il presidente del Consiglio, "siamo concentrati sul Nord", dove la diffusione del virus è più impattante, "ma l'attenzione è massima anche al Sud", ha assicurato.
“Ho letto di qualche uscita polemica. È impensabile che la nostra collocazione geopolitica possa essere influenzata dalle forniture" dei dispositivi medici. "Vi prego non insistiamo più. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso di un'informativa al Senato sull'emergenza Coronavirus.