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Super Martedì nelle primarie Dem Usa: la notte di Biden: l’ex braccio destro di Obama in vantaggio su Sanders.

Usa, 4 Mar 2020 - Joe Biden ha conquistato lo Stato del Texas nelle primarie democratiche per le elezioni presidenziali americane. Il risultato, ancora affidato alle proiezioni dei media americani, è un grosso colpo messo a segno dall'ex vice-presidente Usa perché il Texas è lo Stato che assegna il terzo numero dei delegati, il secondo tra quelli che andavano al voto nel Super Martedì.

Tra i 14 Stati in gioco, secondo le proiezioni delle tv statunitensi, l'ex vice presidente di Barack Obama ha conquistato nove Stati, con una serie di vittorie nel Sud del Paese che dimostrano il forte sostegno di cui gode tra gli afro-americani. Il socialista Sanders si è aggiudicato quattro Stati fino a questo momento, compresa la California che porta in dote il maggior numero di delegati, 415, ma dove Biden conferma di essere "vivo": a fare la differenza sarà il margine di vittoria perché i delegati vengono assegnati su base proporzionale. Nel 2016 Sanders perse in California di 7 punti contro Hillary Clinton. Il senatore del Vermont ha poi avuto la meglio nel suo Stato, ha conquistato Colorado e Utah ma ha perso Minnesota e Oklahoma, dove sconfisse agevolmente Hillary nel 2016. Biden ha vinto in Alabama, Arkansas, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee e Virginia e Massachusetts. Sanders è primo in Colorado, Utah, Vermont e California. Michael Bloomberg, che oggi valuterà il futuro della sua campagna presidenziale, ha vinto solo nel isole di Samoa, guadagnando 5 dei 6 delegati in palio.

Una notte da ricordare insomma, perché per otto anni è stato al fianco di Barack Obama alla Casa Bianca. E dopo una notte così anche 'Sleepy Joe', come lo chiama irriverente Donald Trump, può sorridere ed esultare: "È straordinario. Ci avevano dato per spacciati ma siamo ancora qui, siamo ancora vivi!". È il verdetto del supermartedì: la corsa verso la nomination democratica è più che mai aperta. La serata si mette subito bene per Biden, con il colpo grosso a sorpresa in Virginia e l'attesa vittoria in North Carolina. Ma via via l'ex vicepresidente conquista l'Alabama, l'Oklahoma, il Tennessee, il Minnesota, l'Arkansas, e strappa persino il Massachusetts alla padrona di casa Elizabeth Warren, finita solo terza. Otto stati, otto vittorie, e un testa a testa fino all'ultimo voto in Texas, dove Sanders era favorito. L'indomito Bernie, che ha atteso i risultati nella sua città di Burlington, può consolarsi con la prevista vittoria in California e il primato nel suo Vermont, più lo Utah e il Colorado. "Sono fiducioso che vinceremo la nomination e sconfiggeremo Donald Trump", dice ai fan, tra i quali però serpeggia una certa delusione per un risultato decisamente al di sotto delle attese.

Niente a che vedere però con l'aria di sconforto che si respira al quartier generale di Michael Bloomberg, per l'occasione in un grande albergo di West Palm Beach, in Florida, a due passi da casa Trump. Il miliardario ex sindaco di New York, al suo debutto alle urne, non sfonda da nessuna parte. Non poteva immaginare l'exploit di Biden, arrivato grazie all'appoggio dei neri negli stati del sud e agli appoggi di Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O'Rourke. Così per il magnate dei media è una magra consolazione la vittoria nelle Samoa Americane e il secondo posto in California. E il ritiro -dicono le voi bene informate - potrebbe essere dietro l'angolo. Il vero flop però è quello di Elizabeth Warren, che non si impone né nello stato in cui è nata e cresciuta, l'Oklahoma, né nel suo Massachusetts. Al capolinea insomma.

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