Cina, 30 Gen 2020 - Il coronavirus di Wuhan ha causato finora in Cina 132 morti, mentre sono oltre 6.000 i casi accertati: è il bilancio stilato dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese.
Il contagio ha già superato quello del 2002-2003 legato alla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), fermatosi a quota 5.327, in base alle statistiche ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Quanto ai decessi, i 132 casi sono ancora lontani dai 349 di fine 2003.
I casi di coronavirus confermati nella giornata di ieri sono 1.459, meno dei 2.077 registrati nella giornata di lunedì, a segnalare un possibile inizio del rallentamento del contagio. I casi sospetti si attestano a 9.239. Sono 103 le persone che hanno superato l'infezione e che sono state dimesse dopo il ricovero ospedaliero.
L'Organizzazione mondiale della sanità domani terrà una nuova riunione d'emergenza di esperti per stabilire se l'epidemia di coronavirus iniziata in Cina costituisca un'emergenza sanitaria internazionale. Il meeting è stato convocato dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus dell'organismo Onu basato a Ginevra.
"La decisione di riunire nuovamente il comitato d'emergenza è basata sull'evidenza di aumento del numero di casi e anche della trasmissione del coronavirus da uomo a uomo anche al di fuori dalla Cina. Questi sviluppi sono di grande preoccupazione", afferma in conferenza stampa nella sede dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a Ginevra Michael Ryan, Executive Director, Who Health Emergencies Programme, appena rientrato dalla missione in Cina.
"Fuori dalla Cina abbiamo avuto finora solo 68 casi" di coronavirus, "pari all'1% del totale, e nessuno morto". Questo "è merito degli sforzi straordinari fatti dal governo cinese per fermare la diffusione del virus". Così, in conferenza stampa a Ginevra, il direttore generale dell'Oms, Tedros, appena rientrato dalla Cina. Le 142 che persone decedute vivevano in Cina. La stragrande maggioranza dei contagiati era stato in Cina, e solo 3 non vi erano stati".
"Saranno una cinquantina gli italiani che torneranno in Italia". È quanto ha dichiarato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri intervistato da Radio Radio. "L'ipotesi di lavoro è quella di un atterraggio a due giorni da oggi di un aereo civile sotto l'egida militare. Stiamo valutando dove far proseguire la quarantena che certamente ci sarà, conclude Sileri, limitata a un quindicina di giorni, che è il periodo d'incubazione del virus".
"Stiamo lavorando perché un volo parta domani e provi a raccogliere i 60 italiani che vivono lì e chiedono di poter rientrare da Wuhan" ha poi affermato il ministro della Salute Roberto Speranza durante la registrazione di una puntata di Porta a Porta. "La situazione è molto seria e non può essere sottovalutata - ha aggiunto Speranza -. Bisogna tenere alta l'attenzione ma non bisogna fare allarmismo. Ho chiesto una riunione urgente dei ministri europei perché anche gli altri paesi facciano altrettanto, ma stiamo parlando di nove casi in tutta Europa, non bisogna fare allarmismo".
"Il governo italiano è impegnato per dare il massimo supporto ai nostri connazionali in Cina", scrive il ministro degli esteri Luigi Di Maio su twitter confermando che "domani parte un volo per il rimpatrio degli italiani che si trovano a Wuhan".
Gli italiani potrebbero trascorrere gli eventuali 15 giorni di 'sorveglianza' sanitaria in una struttura militare. Una decisione definitiva non è stata ancora presa dal Ministero della Salute, ma questa al momento sembra l'ipotesi più accreditata per motivi logistici. Da Wuhan i cittadini italiani potranno partire solo dopo visita medica che escluda problemi, quindi solo se sani. In viaggio useranno la mascherina, e in Italia saranno in isolamento gli uni dagli altri.
L'informativa del Ministro della Sanità in Senato domani Il ministro della Sanità Roberto Speranza terrà domani alle 12 nell'aula del Senato una informativa urgente sulla situazione del coronavirus. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo del Senato.
Non era da coronavirus l'infezione che ha colpito un uomo cinese rientrato dal suo paese e ricoverato al Cotugno di Napoli. Lo confermano le analisi realizzate all'Istituto Spallanzani di Roma che aveva fatto scattare le procedure di controllo.
Quattro casi di coronavirus sono stati segnalati in Friuli Venezia Giulia tra le città di Udine e Trieste. Tutti e quattro i casi, però, "sono negativi", come ha fatto sapere l'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, parlando ai microfoni della Tgr Rai. Riccardi, confermando i quattro casi, ha spiegato che le persone "avevano dei sintomi particolari e per precauzione sono stati esaminati. Tutti gli esiti degli esami hanno dato risultati infondati". I pazienti coinvolti, ha fatto sapere, arrivavano dall'area da dove si è propagato il virus.
Oggi ci sono "circa 600 cittadini europei in Cina che vorrebbero lasciare la Cina" a causa dell'epidemia di coronavirus. Lo ha comunicato il commissario Ue per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic. Al momento però solo la Francia ha chiesto assistenza per il rimpatrio. Tuttavia, 14 paesi hanno comunicato di avere cittadini in Cina da rimpatriare, fra cui l'Italia. Il meccanismo europeo di protezione civile "può coprire fino al 75% dei costi di trasporto", ha precisato Lenarcic. L'eurodeputata della Lega Luisa Regimenti (ID), membro della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, che ha presentato un'interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione sulla potenziale diffusione in Europa del virus.
Il contagio da coronavirus "evolve molto velocemente e c'è la potenzialità di una minaccia molto grande". Lo ha detto Stella Kyriakidou, Commissario europeo perla salute, parlando alla plenaria del Parlamento europeo. "La mia priorità - ha sottolineato - è assicurare tutto il sostegno agli Stati membri. Abbiamo già preso una serie di provvedimenti per sostenere le misure nazionali e siamo in costante contatto. Abbiamo bisogno di uno scambio immediato di informazioni e di coordinare la risposta europea".
Cinque casi in Francia, quattro in Germania, un caso in Finlandia. Questo il punto sul contagio di cittadini Ue in Europa al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria. Alla Commissione risulta che attualmente circa 600 europei vorrebbero lasciare la Cina, ma al momento solo la Francia ha chiesto assistenza Ue per i rimpatri. Il Meccanismo Ue di protezione civile può coprire fino al 75% dei costi di viaggio. Risulta che i paesi che hanno segnalato cittadini nazionali che vogliono rientrare dalla Cina sono Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Lettonia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania e Regno Unito.
La situazione nel contrasto all'epidemia di polmonite da coronavirus è ancora "cupa e complicata", ha dichiarato il presidente cinese, Xi Jinping, ripreso dai media statali cinesi, in un messaggio in cui ha sottolineato l'allineamento al Partito Comunista Cinese delle Forze Armate cinesi "per combattere duramente e sostenere attivamente la prevenzione e il controllo" dell'epidemia. Nel messaggio, Xi ha chiesto agli ospedali militari di fare del loro meglio per accogliere tutti i pazienti e ha sollecitato l'intensificazione della ricerca scientifica contro il nuovo coronavirus.
American Airlines taglia i voli con la Cina a causa dell'emergenza coronavirus. Tutti i collegamenti da Los Angeles a Shangai e Pechino saranno sospesi dal 9 febbraio fino al 27 marzo. Proseguiranno per ora regolarmente invece i voli da Dallas e Los Angeles a Hong Kong. American Airlines è la seconda compagnia aerea statunitense a sospendere alcuni voli con la Cina dopo United Airlines.
È arrivato negli Usa l'aereo proveniente da Wuhan con oltre 200 cittadini americani a bordo. Saranno tenuti in isolamento in California per un periodo di tempo indeterminato in attesa di verificare che non sviluppino sintomi del coronavirus: i 201 americani evacuati saranno così sottoposti a una sorta di quarantena nonostante nessuno di loro sia al momento malato.
Ad annunciarlo - in un comunicato - il dipartimento alla Sanità dell'Alaska, dove l'aereo è atterrato per poi proseguire per la California. Ai primi screening medici condotti sui passeggeri, nessuno ha evidenziato sintomi sospetti.
Lo riporta la Cnn. Sul sito Flight Aware si vede il velivolo della Kalitta Air circondato da diverse persone bardate con le tute protettive. Dopo il rifornimento l'aereo è ripartito da una base militare in California. Inizialmente sarebbe dovuto atterrare in un aeroporto civile ma questa notte le autorità Usa hanno comunicato la nuova destinazione.
La British Airways ha annunciato la sospensione immediata di tutti i suoi voli verso la Cina a causa della epidemia. Anche Lion Air, la più importante compagnia aerea del sudest asiatico, ha deciso di interrompere tutti i voli a partire dal 1 febbraio. Anche la tedesca a Lufthansa cancella i voli da e per la Cina. Lo ha confermato la compagnia aerea tedesca, dopo una prima indiscrezione pubblicata dalla Bild. La compagnia aerea tedesca ha deciso di annullare tutti i voli da e per la Cina continentale, per via dell'epidemia di coronavirus. La sospensione, ha fatto sapere la società, sarà in vigore fino a 9 febbraio e riguarda anche le compagnie controllate Swiss e Australian Airlines. In serata, anche l'olandese Klm e la spagnola Iberia hanno annunciato la cancellazione di voli per la Cina. A partire da venerdì, i voli Klm diretti per le città di Chengdu e Hangzhou saranno sospesi, mentre i numeri di voli per Shanghai saranno ridotti da 11 a 7 alla settimana. La tratta di Pechino, invece, non subirà modifiche, ha fatto sapere Klm in una comunicato. Le misure saranno in vigore fino al 29 febbraio. Quanto a Iberia, la sospensione riguarda tutti i voli verso la città di Shanghai, l'unica destinazione che opera in Cina. La sospensione sarà effettiva da venerdì, quando era previsto il prossimo volo, e durante il mese di febbraio.
Il coronavirus ferma anche i Mondiali indoor di atletica leggera, che erano in programma a Nanchino nel marzo prossimo. World Athletic, la federazione internazionale di atletica leggera, ha reso noto di aver deciso insieme con gli organizzatori cinesi di rinviare di un anno, a marzo 2021, l'evento che si doveva tenere nella città cinese dal 13 al 15 marzo prossimi. "Sappiamo che la Cina sta facendo tutto il possibile per contenere il nuovo coronavirus - dichiara in una nota - ma è necessario fornire agli atleti, alle federazioni e ai partner indicazioni chiare in una situazione complessa e in rapida evoluzione".
Intanto, per i timori che l'infezione da coronavirus si diffonda ancora più rapidamente Toyota ha interrotto la produzione in Cina fino al 9 febbraio.
Starbucks ha annunciato la chiusura temporanea di metà dei propri punti vendita in Cina. La catena di negozi di caffè non è la prima a chiudere negozi nel Paese: pochi giorni fa anche McDonald's aveva annunciato una decisione simile.
Ikea ha annunciato che chiuderà metà dei suoi stabilimenti in Cina anche se, precisa l'azienda, i salariati cinesi continueranno a essere pagati in attesa di poter riaprire. Ikea ha 30 punti vendita e magazzini in Cina e impiega circa 14.000 persone. L'azienda svedese ha detto di aver preso tale decisione per contribuire alla lotta contro la diffusione del virus.
Polemiche in Australia per la proposta del premier Scott Morrison di spedire i 600 australiani di ritorno da Wuhan, sull'isola di Natale (Christmas Island), famigerato centro di detenzione migranti. Due settimane in quarantena a 2.000 km dal continente, questo il piano del governo australiano secondo quanto riportato dalla Bbc, per scongiurare il pericolo di contagio.
Le prove di Coppa del mondo di sci, previste in Cina a febbraio, sono state annullate per via del nuovo coronavirus. Lo riferiscono le autorità di Pechino.