Londra, 24 Sett 2019 - Proteste in piazza, petizioni cittadine, dimissioni di ministri e scontri verbali tra politici sono serviti. La presidente della Corte suprema del Regno Unito, Brenda Hale, ha dichiarato l'unanimità degli 11 giudici (12 con lei): "La sospensione del Parlamento è illegale". Uno schiaffo quindi a Boris Johnson, accogliendo gli argomenti dei ricorsi degli oppositori del Governo e degli attivisti pro remain, anche oggi presenti esternamente al Palazzo Middlesex Guildhall sotto la pioggia.
Dopo le 5 settimane di stop del Parlamento britannico chieste da Boris Johnson, che è chiuso da fine agosto, la Corte Suprema ha giudicato illegale la scelta del primo ministro. Già nel pomeriggio i parlamentari potrebbe essere riconvocati, con Johnson che si trova attualmente a New York per l'Assemblea Generale dell'Onu.
Lo scopo di Johnson era ostacolare il Parlamento per evitare interferenze politiche prima della data di scadenza della Brexit del prossimo 31 ottobre.
La Regina Elisabetta così lo scorso 28 agosto aveva approvato la richiesta di Johnson sulla sospensione del Parlamento fino al 14 ottobre, confermata il 6 settembre dai giudici dell'Alta Corte britannica di Londra nonostante l'imprenditrice e attivista Gina Miller avesse avviato un'azione legale contro Johnson. La sentenza della Corte Suprema ribalta quindi ogni cosa.
A Boris Johnson manca solo una settimana per presentare i suoi piani per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, anche se il primo ministro ha affermato che è possibile raggiungere un accordo al summit europeo a Bruxelles del 17-18 ottobre ma ha anche ribadito che in caso contrario farà la Brexit il 31 ottobre come promesso.