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Caso Ruby, morta Imane Fadil: uccisa da un mix di sostanze radioattive usate solitamente da Putin per far sparire i suoi testimoni scomodi. Il Pm apre un’inchiesta

Milano, 16 Mar 2019 - Imane Fadil, una delle testimoni chiave delle inchieste del Rubygate, è morta il 1° marzo scorso dopo un lungo ricovero alla clinica Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano. La 34enne marocchina, che aveva chiesto di esser parte civile nel processo Ruby Ter che vede tra gli imputati principali l'ex premier Silvio Berlusconi, sarebbe stata avvelenata da un insieme di sostanze radioattive di putiniana memoria. Lei stessa aveva rivelato al suo avvocato ed al fratello che temeva di essere stata avvelenata. E da quanto è stato riferito in procura, dalle cartelle cliniche sarebbe emersa una "sintomatologia da avvelenamento".

La giovane sarebbe morta per un "mix di sostanze radioattive". È quanto è emerso dagli esiti degli esami tossicologici disposti lo scorso 26 febbraio dai medici dell'Humanitas di Rozzano ed effettuati in un centro specializzato di Pavia. Esiti arrivati il 6 marzo e trasmessi immediatamente dallo stesso ospedale alla Procura di Milano.

A comunicare il decesso della modella era stato il procuratore di Milano Francesco Greco che a LaPresse ha confermato che "la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta sulla sua morte e al momento tutte le ipotesi investigative sono aperte", inclusa quella di una morte per avvelenamento.

Nei giorni scorsi, la Procura ha anche disposto il sequestro dei campioni di sangue prelevati durante il ricovero. Stando a quanto riferito dal magistrato, Imane Fadil, che viveva a Milano col compagno, è stata ricoverata dapprima in terapia intensiva e poi trasferita in Rianimazione. Lamentava forti dolori al ventre, gonfiore addominali e altri sintomi "che possono essere compatibili anche con altre patologie".

Tuttavia, ha precisato Greco, "non è stata individuata con certezza dai medici nessuna patologia a cui ricondurre il decesso". Nei prossimi giorni sarà eseguita l'autopsia. "Speriamo che la scienza sia in grado di dirci com'è morta", si è augurato il procuratore il quale ha inoltre riferito che la donna "non aveva fatto viaggi in Paesi esotici negli ultimi due mesi".

Ricoverata all'ospedale 'Humanitas' il 29 gennaio scorso, Imane Fadil è morta il primo marzo scorso dopo quello che il procuratore Greco ha definito "un calvario". Nella cartella clinica, ha detto Greco, "c'erano diverse anomalie". Anche per questo, è stata disposta l'autopsia e il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che rappresenta l'accusa nel processo Ruby ter, ha aperto un'indagine nell'ambito della quale sono già stati sentiti diversi testimoni.