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La Camera approva in via definitiva la Manovra con 313 sì. Pd non partecipa al voto

Roma, 30 Dic 2018 - L'aula della Camera ha approvato in via definitiva la manovra con 313 sì e 70 contrari. Pd e Leu non hanno partecipato al volo pur restando in aula. La legge di Bilancio è legge. In precedenza, la Camera aveva concluso l'esame dei 244 ordini del giorno. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha seguito in Aula le dichiarazioni di voto. Accanto a lui, ai banchi del governo, siede il ministro dell'Economia, Giuseppe Tria. Successivamente in Aula sono arrivati il vicepremier Luigi Di Maio e i ministri Bonafede e Fraccaro.

''Non parteciperemo al voto; non vogliamo essere i vostri complici in questo disegno”. Il deputato del Pd, Emanuele Fiano, nel corso delle dichiarazioni di voto finali, aveva spiegato che gli esponenti del Pd sarebbero restati in aula ''per il rispetto che portiamo al tempio della democrazia che è il Parlamento” ma, ''non intendiamo partecipare a questo vostro disegno, questa maggioranza vuole modificare lo statuto della nostra democrazia".

Il voto finale sulla manovra sembra approfondire il solco tra Lega e FI. Durissima la reprimenda che dagli 'azzurri' arriva agli alleati sul piano locale: "La manovra è stata fatta affidando le chiavi della politica economica al M5s che non vuole sviluppo e ricchezza, ma solo alimentare odio e invidia sociale. Ebbene: noi con loro non c'entriamo niente e con loro non vogliamo avere niente a che fare", scandisce Roberto Occhiuto in sede di dichiarazione di voto finale. Altrettanto severa la replica dalla Lega, poco dopo. "Forza Italia prova disprezzo per questa manovra e anche per noi? Se non ricordo male, il governo Monti lo appoggiarono loro e la macelleria sociale iniziata con quel governo è partita proprio dalla legge Fornero, che oggi proviamo a correggere", mette in chiaro Riccardo Molinari.

Ieri il governo ha ottenuto la fiducia posta sulla legge di bilancio alla Camera dei Deputati con 327 voti favorevoli e 228 voti contrari in una corsa contro il tempo per evitare l'esercizio provvisorio che scatterebbe dal 1° gennaio.

“Io non mi dimetto”. Non esiste, nel modo più assoluto. Ho letto che è stato scritto, ma è una cosa che non esiste. Ma poi, spiegatemi perché dovrei andarmene proprio adesso?". Smentisce così, in un colloquio con Repubblica, l'ipotesi di sue dimissioni il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. "Se è vero che sono il vincitore morale - spiega - a maggior ragione continuo a fare il ministro. Se me ne fossi voluto andare, l'avrei fatto tre mesi fa (...) la sera in cui hanno annunciato il deficit al 2,4%. Lì sì che c'era un motivo. Non l'ho fatto allora - rimarca - quella sera del 2,4%. Oggi siamo qui ed è possibile capire perché presi quella decisione. Oggi si possono vedere i frutti di quella scelta". E poi aggiunge: "Scusate, ma chi è che mette in giro le voci delle mie dimissioni?"

Non compare più sul Blog delle Stelle il post M5s in cui si diceva, fra l'altro, "siamo sotto attacco", si parlava di "vero e proprio terrorismo", ancorché "mediatico e psicologico" e si guardava al percorso parlamentare della manovra assicurando che "non cederemo ai ricatti. Andremo avanti a testa alta, con il coraggio e l'ambizione di sempre: cambiare in meglio l'Italia. Sempre dalla parte del popolo". Una durissima presa di posizione, che ha però scatenato una vera e propria bufera in aula a Montecitorio. "Il Movimento 5 stelle, dopo parole di eversione, ha avuto un rigurgito di dignità! Non è ammissibile che un partito politico possa non tanto scrivere, ma anche solo pensare che sia in atto un attacco terroristico da parte di forze democratiche. Però non basta eliminare un post per cancellare la vergogna" rileva Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, dopo la cancellazione del post.

"Con questo post del blog del M5S è stato sparato contro l'Aula di Montecitorio l'equivalente di un colpo di fucile alla libera determinazione di chi in Parlamento sostiene con la faccia, le parole e gli atti le sue ragioni. Siamo in presenza di un'aggressione alle opposizioni e alla libera informazione, che è stata già umiliata nelle forme e nella maniera previste dalla legge di bilancio. Quello del M5S è un atteggiamento vigliacco e offensivo nei confronti di qualsiasi componente della Camera". Così Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.

"Da presidente della Camera dico che la democrazia non è sotto attacco. Tutti si esprimono in modo libero, le opposizioni fanno il loro lavoro: è loro diritto opporsi alla legge di bilancio”. Lo sottolinea il presidente della Camera, Roberto Fico, parlando del post pubblicato sul blog M5S. ''Non c'è nessun attacco delle lobby, ognuno fa il suo lavoro e io lo difenderò sempre, qui dento e fuori di qui'', precisa.

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