Bruxelles, 19 Dic 2018 - È stato raggiunto l'accordo tra il governo italiano e la commissione europea sulla manovra. È quanto si apprende da fonti del ministero dell'Economia. L'accordo, riferiscono le stesse fonti, per ora è "solo informale" e verrà ufficializzato solo domani, dopo il via libera di Bruxelles. Fonti del ministero hanno inoltre precisato che si tratta di un "accordo tecnico che sarà passato domani al vaglio dei commissari".
Rispetto alle anticipazioni sull'esito del negoziato con la Commissione europea c'è prudenza da parte di Palazzo Chigi. Nella sede del governo si fa notare la necessità di mantenere la riservatezza anche nell'ultimo tratto del negoziato, tenuto conto che, al momento, ci sono state solo comunicazioni verbali da parte dei commissari Moscovici e Dombrovskis, ma non c'è ancora la comunicazione ufficiale da parte della Commissione europea
Allo stato - riferiscono le stesse fonti - vi è la ragionevole previsione che la proposta che sarà portata domani all'attenzione del Collegio della Commissione sarà positiva per l'Italia, utile a evitare l'infrazione ma occorre - si sottolinea - attendere che si completi la procedura per poter considerare definitivamente conclusa la negoziazione.
Nell'esecutivo si starebbe intanto già lavorando al maxiemendamento da presentare in commissione e poi in Aula, venerdì. Con l'obiettivo, in una corsa contro il tempo, di incassare il via libera definitivo della manovra alla Camera entro Natale, domenica o al massimo lunedì mattina.
La commissione Bilancio del Senato resterà in stand by sulla manovra fino alle dichiarazioni che domani alle 12 terrà il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il premier interverrà nell'Aula del Senato sull'esito della trattativa con Bruxelles. La commissione è convocata per le 14.30 e per le 20.30 di domani. Giovedì le sedute si terranno, si apprende, alle 9.30 e alle 15.
Che lo spettro dell'apertura di una procedura europea contro l'Italia per debito eccessivo si stesse allontanando era già nell'aria questo pomeriggio. Secondo quanto appreso, infatti, il collegio dei commissari Ue non avrebbe avuto l'intenzione di raccomandare l'avvio dell'iter sanzionatorio perché il negoziato, sebbene ancora in corso, sarebbe già in grado di dare rassicurazioni sulla stabilizzazione del debito e quindi cadrebbe il presupposto per l'apertura della procedura.
Decisivo è stato il colloquio telefonico con Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione europea dal 2014 ed esponente dei 'falchi'. I contatti tra il premier Giuseppe Conte, il guardiano dei conti europei e il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, hanno spianato la strada all'accordo 'tecnico' tra Roma e Bruxelles. Crescita all'1%, rapporto del deficit/Pil confermato al 2,04%. Mancava un miliardo all'appello, poi le posizioni si sono avvicinate ulteriormente.
In ogni caso la situazione italiana sarà discussa nel dettaglio dai commissari Ue domani, che dovranno dare l'ok all'impostazione dei colleghi responsabili dei conti pubblici.
Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha dichiarato oggi ai microfoni dell'emittente francese RTL di lavorare affinché, oltre alla Francia, "neppure l'Italia sia sanzionata": "penso che sarebbe negativo - ha aggiunto - è un grande Paese della zona euro, in cui ha il suo posto". "Sono in contatto permanente con Tria, il ministro delle Finanze italiano, con Conte, il presidente del Consiglio - ha proseguito Moscovici - ancora ieri sera e di nuovo stamattina. È in corso un dialogo costruttivo affinché l'Italia possa portare avanti la politica che vuole. Non spetta a me discutere la legittimità del governo italiano e la sua politica, ma che lo faccia rispettando le regole. E ho buone speranze che ci si riesca". Incalzato sul suo parere riguardo i contenuti della legge di bilancio italiana, Moscovici ha aggiunto che da un punto di vista personale è convinto che "una buona politica debba prima di tutto puntare sugli investimenti e, nel caso dell'Italia, il problema del paese è un tema di produttività e di competitività".
Le frasi di Moscovici sono state accolte positivamente da Matteo Salvini: "Meglio tardi che mai. Mi fa piacere". Il ministro dell'Interno esprime "grande soddisfazione per il risultato raggiunto, per i miglioramenti inseriti ascoltando categorie e associazioni. Finalmente - dice - da gennaio la manovra diventano soldi veri per aiutare milioni di italiani". Esulta anche Luigi Di Maio: "Portiamo a casa la manovra senza tradire le promesse e senza infrazione". 'Quota 100' "partirà da febbraio", mentre il reddito di cittadinanza "prenderà il via il mese successivo, a marzo", ha spiegato il ministro dello Sviluppo e del Lavoro, "poiché partono un po' dopo, costeranno un po' di meno". M5s e Lega hanno accettato le modifiche.