Roma, 12 Nov 2018 - Il futuro della Libia passa per la Conferenza in programma oggi e domani in una Palermo blindata: l'obiettivo è stabilizzare il Paese nordafricano, strappando la gestione della sicurezza alle milizie, unificando le istituzioni e tracciare una roadmap che preveda le elezioni, senza fissare una data, presidenziali e legislative. Haftar vorrebbe però disertare il vertice ma il premier Conte promette di lavorare a una intesa tra i principali players della scena politica libica.
Si tratta di appuntamento cruciale su cui pesa l'incognita della presenza del maresciallo Khalifa Haftar, il comandante della Cirenaica: nelle ultime ore diversi siti libici, ripresi anche da alcuni internazionali come Al Arabiya, ma senza fornire fonti qualificate, hanno dato la notizia che non si presenterà al summit a causa della presenza di rappresentanti di fazioni a lui poco gradite. Nelle ore successive è girata anche la notizia, immediatamente smentita da Palazzo Chigi, su una missione lampo del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Bengasi proprio per convincere il comandante dell'Esercito nazionale libico a fare la propria parte in Sicilia.
Al summit di Palermo sulla Libia "mi aspetto che Haftar sia presente. La sua visione non è certamente coincidente con quella del presidente Sarraj", ma "ciò non significa che sia aprioristicamente esclusa la possibilità di individuare un percorso dove convogliare le diverse istanze. Mandela ha osservato che 'il compromesso è l'arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici'", afferma Conte in un'intervista in apertura di prima pagina della Stampa in cui sottolinea la "determinazione dell'Italia a fare di Palermo un momento cruciale della stabilizzazione della Libia".
"Ho incontrato di persona, e a lungo, tanto Sarraj che Haftar. Ho raccolto forti incoraggiamenti e testimonianze di stima che mi confortano nella strada intrapresa. Credo che l'Italia abbia la responsabilità e la capacità di svolgere un ruolo utile in questo processo così come nell'intera area mediterranea", dichiara Conte, secondo cui "gli oppositori sono tali fintanto che vi sarà spazio per agende nascoste e interessi contraddittori". "L'Italia e la comunità internazionale sostengono l'operato dell'Onu. Occorre superare lo stallo in cui versa da tempo il processo politico libico. Ma soprattutto occorre prevenire - sottolinea Conte - l'escalation di violenza di cui abbiamo avuto un ampio assaggio nei mesi scorsi. Il popolo libico chiede stabilità e benessere ed è su questa linea, concreta e inclusiva, che ci siamo mossi per preparare la conferenza di Palermo".
Il summit "riunisce intorno ad uno stesso tavolo i principali attori libici e il massimo livello politico di Paesi quali Algeria, Tunisia, Egitto, Ciad, Niger, Grecia e Malta", osserva il premier. Sulle assenze di alcuni leader politici, da Merkel e Macron a Trump e Putin, "ho parlato con molti leader internazionali e da tutti ho raccolto interesse e sostegno, a prescindere dalle singole partecipazioni". In merito all'ambasciatore Perrone, "dopo Palermo faremo una valutazione definitiva e assumeremo una decisione".
Al Consiglio di sicurezza dell'Onu è stato unanime il giudizio positivo sull'importanza dell'appuntamento in Sicilia. "L'imminente conferenza di Palermo potrebbe rappresentare un'opportunità per ottenere maggior supporto pratico per stabilire un sistema di redistribuzione della ricchezza nazionale a beneficio di tutta la popolazione", ha dichiarato Salame', plaudendo alla tenuta del cessate il fuoco che ha messo fine agli scontri a Tripoli, mentre i gruppi armati hanno iniziato ad allontanarsi dalle istituzioni nella capitale. Il nuovo piano di Salamè prevede un congresso nazionale libico a inizio anno ed elezioni presidenziali in primavera.