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Capo brigata ribelle: “Pronti ad assalto Tripoli”. Sarraj proclama stato di emergenza

Tripoli, 3 Sett 2018 - Si combatte ancora a Tripoli, per l'ottavo giorno consecutivo le milizie della capitale libica si danno battaglia per il controllo del territorio. Il bilancio, comunicato dal ministero della Salute del Governo di accordo nazionale, è di 47 morti e 129 feriti. Lo riferiscono i media libici che riportano di nuovi scontri e colpi di mortaio nel sud della capitale. Nella sera di ieri 15 persone hanno perso la vita dopo che un mortaio ha centrato un campo sfollati di Al Falah.

Il consiglio presidenziale libico guidato da Fayez al Sarraj ha proclamato lo stato di emergenza. La decisione è stata assunta "per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili", recita il comunicato ufficiale del governo di unità nazionale. Diversi media locali riferiscono dell'avanzata a sud della 7/a brigata, con violenti combattimenti lungo la strada verso l'aeroporto.

Le forze della 7/ma Brigata si apprestano a lanciare, "nelle prossime ore", un assalto sul quartiere di Abu Salim a Tripoli, ha annunciato il leader della brigata, Abdel Rahim al Kani, ai media locali. La brigata "continuerà a combattere fino a quando le milizie armate non lasceranno la capitale e la sicurezza sarà ripristinata", ha sottolineato. Le forze della milizia "sono posizionate lungo la strada per l'aeroporto". "Noi non vogliamo la distruzione, ma stiamo avanzando in nome dei cittadini che non riescono a trovare cibo e aspettano giorni in coda per avere lo stipendio, mentre i leader delle milizie si godono il denaro libico", ha evidenziato Khani.

La brigata ieri ha assunto il controllo della zona di al Kurayema, e secondo il portavoce "i residenti erano costretti a pagare un tributo alla milizia 301". Il prossimo obiettivo sarebbe quello di mettere sotto controllo l'asse di Salah Eddine, dopo i violenti combattimenti di ieri.
Ieri l'ambasciata d'Italia a Tripoli è stata sfiorata da un colpo di mortaio che si è abbattuto su un vicino hotel durante gli scontri che da sei giorni contrappongono nella capitale libica una brigata ribelle ad altre milizie per ora fedeli al premier Fajez al Sarraj. Fonti della farnesina hanno confermato che l'ambasciata italiana a Tripoli "resta operativa ma con una presenza pi ùflessibile, che si sta valutando sulla base delle esigenze e della situazione di sicurezza".

L'esplosione è stata solo una delle molte segnalate in vari punti della capitale (15 solo venerdì), dove un razzo ha colpito pure la sede del consiglio dei ministri dell'esecutivo di Sarraj, anche in questo caso senza fare vittime. L'aeroporto internazionale di mitiga, quello vicino al centro e l'unico che serve la capitale, ha dovuto dirottare i voli su misurata, circa 200 km più a est.

Circa 400 detenuti sono evasi dopo una rivolta in un carcere in un sobborgo meridionale di Tripoli, teatro di violenti scontri tra milizie rivali, a causa dei quali il governo ha dichiarato lo stato d'emergenza. Lo ha riferito la polizia. "I detenuti sono riusciti a forzare le porte e andarsene", mentre i combattimenti tra le milizie rivali imperversavano vicino alla prigione di Ain Zara, si legge in un comunicato.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto la fine delle violenze in Libia, come previsto dall'accordo di cessate il fuoco negoziato dall'Onu. Secondo un bilancio del ministero della Sanità libico, almeno 39 persone sono state uccise e circa 100 ferite in cinque giorni di scontri tra milizie rivali, scoppiati lunedì nei sobborghi a sud di Tripoli.

Il segretario generale Onu, si legge in una nota diffusa dall'ufficio di Guterres, "condanna la continua escalation di violenze nella capitale della Libia e, in particolare, l'uso da parte di gruppi armati di bombardamenti indiscriminati, che portano alla morte e al ferimento di civili, compresi bambini". Guterres "invita tutte le parti a cessare immediatamente le ostilità e ad attenersi all'accordo di cessate il fuoco, mediato dalle Nazioni Unite e dai Comitati di riconciliazione".

La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha chiesto a tutte le parti in conflitto nella zona sud di Tripoli di incontrarsi domani per raggiungere un accordo di cessate il fuoco. "Sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza e della proposta del segretario generale delle Nazioni unite di mediare tra i vari partiti libici, e sulla base dell'appello delle varie parti, incluso il Governo di accordo nazionale riconosciuto a livello internazionale, per avviare un dialogo urgente sull'attuale situazione di sicurezza a Tripoli, la Missione dell'Onu invita le varie parti interessate a tenere una riunione ampliata martedì in un luogo che sarà annunciato più tardi", si legge in una nota dell'Unsmil.