Cagliari, 2 Ago 2018 - Sono 5 i SI di Confartigianato Edilizia Sardegna per sollecitare l’approvazione della Legge Urbanistica.
SI per dare certezze amministrative e normative a cittadini e imprese, SI per eliminare, ora e in futuro, ogni dubbio interpretativo, SI per affrontare le nuove necessità del mercato, SI per tagliare i tempi di approvazione dei progetti e burocrazia, SI per migliorare e riqualificare, con più facilità, il patrimonio esistente riducendo il consumo del suolo.
“I nostri SI per la nuova Legge Urbanistica sono forti, concreti, motivati - afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – e li diciamo con convinzione per scongiurare altri anni di incertezze, di impossibilità di lavorare con serenità e per non perdere l’occasione storica, forse unica e ultima, di mettere insieme, seppur nelle rispettive diversità, particolarità e necessità, maggioranza e opposizione, imprese e ambientalisti, cittadini e amministrazioni”.
Confartigianato Edilizia Sardegna ricorda i numeri del comparto e della crisi dell’edilizia che continua ininterrottamente dal 2008.
Attualmente nell’Isola sono 22.378 le imprese attive delle costruzioni, di cui il 58,1% sono artigiane (13.011 realtà), che impiegano oltre 40mila addetti. Tra il 2008 e il 2017, il comparto ha perso il 34,4% della sua forza, con oltre 22mila imprese che hanno cessato definitivamente l’attività, lasciando per strada più di 45mila addetti.
Crollo verticale anche del valore aggiunto: tra il 2007 e il 2016 è calato del 27,7%, corrispondente a un mancato giro d’affari di 652 milioni di euro. Infatti, se nel 2007 era di 2 miliardi e 351milioni nel 2015 è passato a 1 miliardo e 657 milioni. Netta ripresa, invece, nel 2016 con +42 milioni di euro di crescita (+2,5%) rispetto all’anno precedente attestandosi a 1 miliardo e 699milioni di euro. Nel 2017 l’incidenza sul valore aggiunto delle Costruzioni sull’economia regionale della Sardegna è stata del 5,6%.
Secondo recenti calcoli, nell’Isola la riforma andrebbe a interessare circa 120mila persone, tra diretto, indotto e famiglie.
L’indotto coinvolgerebbe le imprese produttrici di materie prime e semilavorati (sabbie, cementi, malte ma anche marmi e graniti), quelle dell’autotrasporto merci, della lavorazione del ferro, degli infissi, dell’impiantistica e dei mobili, non dimenticando professionalità quali ingegneri, architetti, geometri e periti edili. Le famiglie interessate, invece, sarebbero quelle degli imprenditori e dei lavoratori.
Infine l’appello: “Per approvare la Legge, che le nostre imprese attendono da 30 lunghi anni, il Consiglio ha solamente 200 giorni. Quindi, siamo alla vigilia di scelte che, a distanza di parecchi decenni, rappresenteranno un’importante sfida per il futuro dell’Isola, e che, in ogni caso, metteranno il comparto delle costruzioni della Sardegna al centro di un generale processo di revisione del sistema costruttivo. Ai Consiglieri diciamo: fate presto e scongiuriamo, insieme, la prosecuzione della paralisi dell’edilizia sarda”. Com