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Air Italy sulla riorganizzazione del personale

Olbia, 6 Lug 2018 – Air Italy ha avviato un ambizioso piano, che vede fortemente impegnati tutti i suoi collaboratori e che richiede ingenti sforzi da parte dei suoi azionisti. Si tratta evidentemente di un Piano che comporta uno straordinario cambiamento del modello di attività, che si riflette in certa misura sull’organizzazione. La Compagnia comprende e condivide le preoccupazioni per gli aspetti sociali che tale cambiamento comporta, ma è altresì convinta che il successo di questo Piano Industriale rappresenti oggi l’unica opportunità per dare un futuro ai lavoratori di Air Italy e ai tanti di cui è previsto l’ingresso in futuro.

L’attuale Piano prevede investimenti rilevanti in termini di flotta e personale, in particolare quello strettamente correlato all’attività di volo. È prevista la creazione di posti di lavoro in misura largamente superiore alle mille unità e un’attività di formazione continua, che in questi primi sei mesi di attività, ha già dotato il personale Air Italy avente profilo tecnico di certificazioni rilevanti per la propria crescita professionale e fortemente onerose per l’Azienda. Il Piano può già segnare l’avvio delle attività previste nel primo semestre 2018.

Come noto, infatti, Air Italy ha inaugurato lo scorso giugno le prime nuove rotte di lungo raggio da Malpensa (New York e Miami). Il 9 settembre decollerà la nuova Milano-Bangkok e a fine ottobre i due voli da Malpensa a Delhi e Mumbai. Lo scorso maggio sono state attivate le linee nazionali sull’hub di Milano finalizzate a connettere i voli intercontinentali di Malpensa con alcuni aeroporti del Centro-Sud Italia, come Roma, Napoli, Catania, Palermo e Olbia, ai quali si aggiungerà a breve Lamezia Terme. In primavera sono entrati in flotta due Airbus A330 dedicati al lungo raggio e altri tre arriveranno nei prossimi mesi. Per il breve-medio raggio è entrato in flotta il primo dei 20 Boeing 737 MAX, macchine di nuova produzione e a giorni è atteso il secondo aeromobile di questo tipo.

L’Azienda negli scorsi mesi ha assicurato nelle sedi istituzionali che, nonostante il piano di sviluppo fosse concentrato a Malpensa, la Sardegna avrebbe continuato a svolgere un ruolo centrale. In particolare è stato sempre rappresentato come lo spostamento di alcune funzioni di terra fosse “possibile”, restando invece imprescindibile il trasferimento di gran parte del personale navigante e manutentivo direttamente operante sugli aeromobili di base a Milano.

La decisione di trasferire a Malpensa alcune unità organizzative relative al personale di terra è stata assunta al termine di un processo di analisi durato diversi mesi. Questa riorganizzazione, che interessa circa il 16% del personale di terra, è stata sostenuta con forza da tutti i manager coinvolti e motivata da ragioni industriali evidentemente collegate alla realizzazione di hub nell’aeroporto intercontinentale di Milano. Su proposta del management, il Consiglio di Amministrazione ha approvato questa riorganizzazione con oltre tre mesi di anticipo rispetto alla data di efficacia dei trasferimenti al fine di dare un congruo preavviso al personale interessato. Il Consiglio di Amministrazione, al fine di fare chiarezza sul tema delle due sedi di lavoro, Olbia e Malpensa, ha altresì deliberato che tutti gli altri uffici del personale di terra di Air Italy resteranno ad Olbia. L’azienda si aspetta che la crescita prevista nel corso del piano interesserà anche le funzioni che rimarranno ad Olbia.

Air Italy ha onorato e continua ad onorare ogni impegno sottoscritto in sede Istituzionale nel giugno 2016, confermato dai vertici aziendali nelle molteplici occasioni di incontro e confronto con le Istituzioni locali, Governative e con le stesse Organizzazioni Sindacali.

Giova infine ricordare, che a partite dall’ultimo quadrimestre del 2016 l’Azienda non ha usufruito di alcun sostegno, né ha mai acceduto ad alcuna procedura di insolvenza. L’intervento pubblico in essere sino al primo semestre 2016 è stato infatti finalizzato unicamente al pagamento di ammortizzatori sociali a favore di lavoratori già destinati all’uscita dall’Azienda e dunque non al sostegno, neppure parziale, di quest’ultima (come ad esempio avviene per eccedenze temporanee di personale), in una condizione – peraltro – che la vede tuttora creditrice di una parte residuale di trattamenti di CIGS anticipati, per conto dell’INPS, fino al 30 giugno 2016. Com