Roma, 29 Mag 2018 - Il colloquio al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e Carlo Cottarelli sullo stato dei lavori per la formazione del nuovo esecutivo riprenderà domani mattina.
Oggi alle 16.30 il presidente del Consiglio incaricato è salito al Colle dove avrebbe dovuto sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri e invece, come visto, ha lasciato il Quirinale dopo un colloquio con il Capo dello Stato senza rilasciare alcuna dichiarazione e, si apprende, tornerà al Colle domani mattina.
È stata una dura giornata di lavoro per Cottarelli, giunto di buon'ora a Montecitorio nell'ufficio allestito al primo piano, per preparare la sua squadra: un esecutivo snello e con pochi ministri, si diceva. Tutto rinviato.
Arrivando alla Camera in serata, lo stesso presidente del Consiglio incaricato ha detto: "Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto".
Nessuno ha parlato di rinuncia del presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli. Fonti del Quirinale precisano che il rinvio dello scioglimento della riserva è legato solo al bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista dei ministri.
Nel corso dell'incontro al Quirinale, il presidente del consiglio incaricato ha quindi fatto il punto della situazione con il capo dello Stato. Ma nel frattempo aumenta la convergenza tra le forze politiche per votare entro luglio. L'ipotesi riguarderebbe il voto per il 29 luglio. Il Pd, Movimento 5 stelle e Lega chiedono di tornare al voto "il prima possibile, già a luglio". La richiesta è stata avanzata ufficialmente nell'Aula del Senato.
Luigi Di Maio a chi gli chiedeva se il movimento sia favorevole ad andare al voto a fine luglio inizi agosto ha risposto: "Per me va bene se si vota il prima possibile".
Votare a luglio? "Se c'è l'accordo si può fare. Dopo la fiducia deve esserci lo scioglimento delle Camere. Poi il governo deve modificare la normativa per il voto degli italiani all'estero per il quale basta un decreto". Lo ha detto il capogruppo del PD al Senato Andrea Marcucci rispondendo alle domande dei cronisti.
La Borsa di Milano ha chiuso in calo con il Ftse Mib che cede il 2,65% a 21.350 punti. Sulla seduta hanno pesato le incertezze del quadro politico italiano dopo l'incontro tra il premier incaricato, Carlo Cottarelli, ed il capo dello stato, Sergio Mattarella, e la notizia che si rivedranno domani. Lo spread (il differenziale tra Btp e Bund decennali) è schizzato a 300 punti base.
Oggi polemica sulle parole del Commissario Europeo al Bilancio Oettinger, sembra travisate dal giornalista di Deutsche Welle che poi si è scusato sui social media. "I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto". Questa la frase incriminata a cui hanno reagito tutti gli esponenti politici italiani del Parlamento europeo e della Commissione Juncker.
Nel frattempo in Italia, al Senato c'è stata agitazione in seguito all'attacco di Toninelli di M5s a Mattarella. Parlando delle opinioni dei giornali tedeschi sulle vicende italiane Toninelli dice che "questi sono toni intimidatori, così come lo sono stati quelli di alcuni quotidiani internazionali che ci hanno dato degli scrocconi. Quanto possiamo accettare tutto questo?", si chiede, e "noi no, ma purtroppo qualcuno lo ha fatto", e aggiunge: "Come è possibile che un Presidente della Repubblica esprima un giudizio che non riguarda in alcun modo l'adeguatezza o meno di un possibile ministro bensì il suo pensiero e le sue idee?".
Pronta la risposta di Casellati: "Il Presidente della Repubblica lo tenga fuori, ci sono dei limiti". Ribatte Toninelli: "Tengo fuori lui ma non le sue responsabilità". Al che Casellati: "Ci sono dei limiti costituzionali che non possiamo superare". Ma Tonielli non desiste e ripete: "Teniamo fuori il Presidente della Repubblica ma non le sue responsabilità", e prosegue nel suo intervento.