Roma, 27 Mag 2018 - "Nessuno può sostenere che io abbia ostacolato la formazione del governo che viene definito del cambiamento, al contrario ho accompagnato con attenzione questo tentativo nel rispetto delle regole della Costituzione". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla al termine dell'incontro con Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio incaricato di formare il governo ha rimesso il mandato dopo che il nodo Paolo Savona al ministero dell'Economia non è stato superato.
"Ho condiviso e accettato tutte le proposte tranne quella del ministro dell'Economia" spiega Mattarella. "Ho chiesto un autorevole esponente politico della maggioranza", aggiunge, "ho registrato con rammarico indisponibilità a ogni altra soluzione". La situazione, prosegue il capo dello Stato, "ha messo in allarme risparmiatori e investitori italiani e stranieri" portando a un'impennata dello spread che ha creato "rischi concreti per i risparmi dei nostri cittadini e le famiglie italiane".
La decisione di non accettare il ministro dell'Economia, aggiunge, "non l'ho presa a cuor leggero", ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell'evoluzione della situazione alle Camere.
"Vi posso assicurare di aver profuso il massimo sforzo, la massima attenzione per adempiere a questo compito" dice poi Giuseppe Conte al termine dell'incontro con il Presidente della Repubblica. "Posso assicurare -ha proseguito Conte- di averlo realizzato in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato". Conte ha ringraziato Mattarella e i leader di M5S, Luigi Di Maio, e della Lega, Matteo Salvini, per averlo indicato per formare "il governo del cambiamento".
Fonti M5S e Lega avevano anticipato la fumata nera: il capo dello Stato ha posto "il veto su Paolo Savona", nome confermato invece dal leader della Lega nell'incontro avuto nel pomeriggio con Mattarella. Da parte del presidente della Repubblica, ha rilevato però il Quirinale, non ci sono "veti" sui nomi di ministri, ma c'è su questi, semmai, un "irrigidimento" delle forze politiche.
Il braccio di ferro su Savona non è stato dunque superato. È il nome attorno al quale il Carroccio ha fatto quadrato. Ed è su di lui che Salvini ha messo un punto di non ritorno. Tanto che il leader della Lega ha parlato subito di ritorno al voto.
"Prima gli italiani, il loro diritto al lavoro, alla sicurezza e alla felicità. Abbiamo lavorato per settimane, giorno e notte, per far nascere un governo che difendesse gli interessi dei cittadini italiani. Ma qualcuno (su pressione di chi?) ci ha detto No. Mai più servi di nessuno, l'Italia non è una colonia. A questo punto, con l'onestà, la coerenza e il coraggio di sempre, la parola deve tornare a voi!" scrive il leader della Lega.
Si dichiara "arrabbiato". Stavolta tocca a lui, come aveva detto proprio ieri, invece, il 'dioscuro' Salvini. Attacca a testa bassa sin dall'inizio perché "c'è un grande problema in Italia, che si chiama democrazia", mentre la linea scelta dal presidente della Repubblica è "incomprensibile". Luigi Di Maio affida a una diretta Facebook il suo j'accuse dopo il fallimento del tentativo Conte, mentre Salvini aveva parlato nel corso di un comizio, a Terni, con il presidente incaricato ancora nello studio di Sergio Mattarella. Il capo politico M5s "sottolinea che eravamo pronti a governare e ci è stato detto no, perché il problema è che le agenzie di rating in tutta Europa erano preoccupate per un uomo che andava a fare il ministro dell'Economia". "Allora diciamocelo chiaramente - sbotta Di Maio - che è inutile che andiamo a votare, tanto i governi li decidono le agenzie di rating, le lobby finanziare e bancarie. Sempre gli stessi"
In mattinata era intervenuto il professor Savona per cercare di sciogliere il nodo ministero dell'Economia. "Le mie posizioni sono note, sono quelle contenute nel contratto di governo, con piena attuazione del trattato di Maastricht. Voglio un'Europa diversa, più forte ma più equa". Paolo Savona - dopo giorni di polemiche - rompe il silenzio e chiarisce la sua posizione rispetto alla Ue, nel documento pubblicato attraverso il sito 'scenarieconomici.it'. L'economista spiega che è necessario puntualizzare il suo pensiero per rispetto delle istituzioni. E sottolinea: "Non sono mai intervenuto in questi giorni nella scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema dell'euro, perché chiaramente espresse nelle mie memorie consegnate il 31 dicembre 2017".