Roma, 23 Mag 2018 - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato per le 17.30 al Quirinale Giuseppe Conte, il candidato indicato da M5s e Lega per l'incarico di formare il governo giallo-verde. A quanto si è appreso, il capo dello Stato ha chiesto in mattinata a Di Maio e Salvini di confermare la proposta, poi ha deciso di chiamare il professore di diritto privato al Colle.
'Oggi comincia la Terza Repubblica', il commento di Di Maio. I ministri? "Questo poi si vedrà, lo decide il presidente" Sergio Mattarella. risponde Di Maio. Conte-Savona? "Non mi pare che Salvini abbia detto questo": afferma Di Maio ai cronisti che gli chiedevano se durante l'incontro con Salvini, che Di Maio ha confermato, si sia parlato del fatto che Giuseppe Conte premier e Paolo Savona al ministero dell'Economia siano vincolanti per il futuro governo.
Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha anticipato il rientro a Roma a seguito dell'evolversi della situazione politica, dopo che il Capo dello Stato ha convocato al Quirinale per le 17,30 il giurista Giuseppe Conte. Fico era impegnato a Palermo per le celebrazioni in occasione degli anniversari delle stragi di mafia del '92. Prassi consolidata vuole che, qualora Sergio Mattarella dovesse conferire l'incarico a Conte, il premier incaricato si rechi sia alla Camera che al Senato per informare i rispettivi presidenti.
Per tutta la mattinata si sono susseguite varie dichiarazioni. Hanno suscitato polemica le parole di Alessandro Di Battista su Facebook.
"Il presidente Mattarella per giorni ha insistito sull'urgenza di formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una maggioranza si è formata" per "un governo capace di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno, ma non dovrebbe intimorire chi ha l'onore di rappresentare l'unità nazionale". Lo afferma in un post su facebook Alessandro Di Battista.
Dal Pd critiche contro l'attacco di Di Battista al Colle con Stefano Ceccanti che definisce la posizione del pentastellato "eversiva e intimidatoria", mentre il vicepresidente dem della Camera, Ettore Rosato, invita Di Battista a mantenere fede alla sua promessa e partire per il Sudamerica. Il deputato Michele Anzaldi parla di "un'intimidazione gravissima e senza precedenti, ai limiti della legalità".
Mentre il fondatore del Movimento Beppe Grillo si schiera con Luigi Di Maio: "Luigi hai tutto il mio appoggio, dobbiamo soltanto resistere a questo ulteriore rilancio di calunnie. Il maligno gossip-check-up sul professor Conte imperversa, futile, a partire dal minuto esatto in cui si è fatto il suo nome. È la casta che decade, che si agita per puro istinto di sopravvivenza".
La Lega resta salda su Conte. Lorenzo Fontana, vicepresidente della Camera e vicesegretario del Carroccio a Radio Anch'io dichiara: "Il nome resterà questo. Se dovesse cambiare si dovrebbe rivedere un po’ tutto l'equilibrio della squadra di governo e il problema sarebbe molto serio".
Più che la figura di Giuseppe Conte "il problema è il contratto, le cose che si fanno o che non si fanno. Ho notato che dal contratto è sparito il blocco dell'aumento dell'Iva. Cosa vogliono fare? Quella è una cosa che impatta su famiglie e imprese". Lo ha detto il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, ospite di Agorà su Rai 3 Negativo anche il giudizio sulla riforma fiscale, con due sole aliquote al 15 e 20%: "sosterrà solo le fasce medio-alte e penalizza le fasce medie. Hanno parlato tanto contro le pensioni d'oro, ma lo sconto fiscale ce lo hanno proprio le pensioni d'oro".
Quanto al reddito di cittadinanza "è differito e diminuito: fuffa, come si dice dalle mie parti. Lo differiscono, e se si farà si farà tra due anni e sarà poca cosa. L'alternativa c'è, e consiste nel mettere nella prossima legge di Bilancio 4 miliardi sul Reddito di inclusione. Quel contratto è un mix tra un libro dei sogni e un libro degli incubi".
Il Def verrà votato dall'Aula del Senato dopo che sarà stato espresso il voto di fiducia al nuovo governo. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, secondo quanto riferiscono alcuni dei partecipanti. Su questa decisione si sono detti d'accordo il M5S e il Pd.
Il voto di fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato potrebbe svolgersi martedì o mercoledì della prossima settimana. È l'indicazione emersa nel corso della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.