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I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale restituiscono all’Archivio storico Diocesano di Cagliari un prezioso documento.

Cagliari, 14 Mag 2019 - Questa mattina, presso la Sede dell’Arcivescovado di Cagliari, alla presenza di Monsignor Arrigo Miglio, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, Dott.ssa Maria Alessandra Pelagatti e del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cagliari, Col. Luca Mennitti, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Cagliari, a conclusione di una complessa attività investigativa, hanno restituito a Don Ferdinando Loddo, Direttore dell’Archivio storico Diocesano del Capoluogo sardo, un documento d’archivio del 1592, contenente il Processo Canonico intitolato “Informacion recebida sobre la invencion y milagros de la santa imagen de la santissima virgen de buenayre”, unitamente alla traduzione in italiano di fine ‘800-inizi ‘900, con cui l’Arcidiocesi di Cagliari riconobbe ufficialmente la storia ed i miracoli attribuiti alla statua di Nostra Signora di Bonaria, attualmente custodita nell’omonima Basilica.

Le indagini sono iniziate nell’ottobre del 2017, a seguito di una denuncia presso il Nucleo TPC di Cagliari dell’ammanco di diversi documenti storici dopo un controllo inventariale del locale Archivio Diocesano. Tra i beni mancanti spiccava, per l’elevatissimo valore devozionale, il prezioso testo, relativo al processo cognitivo dei miracoli riconducibili alla statua della Madonna di Bonaria, presente nei registri fino al 1970.

Le successive investigazioni, focalizzate su persone che erano solite frequentare tale luogo, si concentravano su un grande appassionato della specifica materia deceduto, però, agli inizi degli anni 2000. Questa inziale difficoltà, tuttavia, non scoraggiava i militari che proseguivano le attività sugli eredi dello studioso. Infatti, proprio uno di questi, a seguito di ulteriori ricerche sui beni ereditati dal defunto parente, rinveniva e consegnava spontaneamente agli investigatori l’importante documento.

Gli approfondimenti tecnico-scientifici sul bene sequestrato, effettuati anche dai funzionari della Soprintendenza Archivistica di Cagliari hanno consentito il riconoscimento ufficiale dell’antico documento.

La restituzione di oggi avvalora, altresì, l’importanza dell’opera di sensibilizzazione che le articolazioni di questo Comando quotidianamente compiono con i responsabili degli Uffici Diocesani, anche attraverso la divulgazione, ai Parroci, della pubblicazione “Linee Guida Per La Tutela Dei Beni Culturali Ecclesiastici”, realizzata da questo Comando nel 2014 che, oltre a contenere consigli pratici per la difesa dei beni chiesastici da eventi predatori, diffonde e valorizza le iniziative di inventariazione e censimento delle Diocesi che, con grande impegno, stanno conducendo in ordine al proprio patrimonio culturale.

L’attività d’indagine è stata effettuata sotto la direzione investigativa della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

Note di carattere tecnico-scientifico sui documenti d’archivio sequestrati

Il processo canonico

Il Processo canonico è un documento redatto nel 1592 su disposizione dell’allora Arcivescovo di Cagliari, Mons. Francesco del Vall, per documentare il prodigioso arrivo a Cagliari del simulacro di N.S. di Bonaria. Contiene i riferimenti storici, le testimonianze dell’epoca e tutti i miracoli attribuiti alla Santissima Vergine. È rilegato con copertina di pergamena (c.d. “carta pecora”) mentre il corpo del volume è cartaceo.

L’atto originale era conservato nell’archivio della curia arcivescovile della città di Cagliari e dagli anni ’70 se ne erano perse le tracce.

È scritto in catalano ed è considerato un documento di inestimabile valore storico e devozionale e unico nel suo genere poiché la Madonna di Bonaria è la Patrona Massima della Sardegna.

È corredato da un ulteriore fascicolo contenente la traduzione manoscritta in italiano del documento originale, eseguita orientativamente tra la fine dell’’800 e l’inizio del ‘900, presumibilmente su incarico del direttore dell’Archivio Storico dell’epoca per favorire la consultazione agli studiosi.

Brevi cenni sulla storia del prodigioso arrivo a Cagliari del simulacro di N.S. di Bonaria.

Il 25 marzo 1370 un veliero carico di mercanzie che stava navigando dalla Spagna verso l’Italia, al largo delle coste meridionali sarde è colto da una improvvisa tempesta. Allo scopo di alleggerire la nave che rischiava di affondare, il Comandante ordina di gettare a mare il carico, tra cui una grossa e pesante cassa di legno recante sotto la serratura uno scudo con lo stemma dei padri mercedari. Non appena la cassa viene a contatto con l’acqua la tempesta si calma. Quando i marinai riprendono il controllo della nave e si apprestano a rimetterla sulla rotta, si accorgono che, mentre tutto il resto del carico era colato a picco o ridotto in frantumi, la cassa galleggia intatta sulle onde. Viene subito calata una scialuppa per ricuperarla, ma inutilmente, perché la cassa sfugge ad essa e si dirige verso le coste sarde, finché va ad arenarsi sulla spiaggia ai piedi del colle di Bonaria, sul quale già esisteva un convento dei Padri Mercedari. Qui sono compiuti diversi tentativi per tirarla in secco, ma nessuno riesce a smuoverla, finché un bambino presente fra la folla suggerisce di chiamare i frati della Mercede. Due religiosi scendono dal convento e, riconosciuto lo stemma del proprio ordine presente sulla cassa, la sollevano, fra lo stupore di tutti e senza alcuna difficoltà la trasportano a spalle fino alla chiesa. Qui la cassa viene aperta e, fra gli evviva e le preghiere dei presenti, ne è tratta fuori una maestosa immagine della Vergine Maria, col Bambino Gesù seduto sul braccio sinistro e una candela accesa nella mano destra: l’immagine che da allora si venera in quella chiesa col nome di Nostra Signora di Bonaria.

Da allora viene venerata dai sardi e dai navigatori e il 13 settembre 1907, per volontà di papa Pio X, Nostra Signora di Bonaria viene proclamata patrona massima della Sardegna.

Papa Francesco e il legame con N.S. di Bonaria.

Fra la città di Buenos Aires e Cagliari c’è un’antica storia di fratellanza. Infatti il nome della capitale argentina, che deriva da Bonaria (buona aria) fu scelto dai marinai che approdarono al Rio de la Plata il 3 febbraio 1536 con sedici navi spagnole, a bordo delle quali vi erano alcuni marinai sardi devoti alla Madonna di Bonaria, che proprio in onore della Madonna battezzarono la città con il suo nome. Da questo deriva anche la devozione per la Madonna di Bonaria da parte di Papa Bergoglio, essendo nato a Buenos Aires ed essendo stato anche Cardinale arcivescovo di quella città, dove la Nostra Signora è tuttora molto venerata. Questo è anche il motivo per cui il 22 settembre 2013 Papa Francesco, poco tempo dopo dell’inizio del suo pontificato (13.03.2013), venne in visita a Cagliari e celebrò la SS Messa proprio nel Santuario di N.S. di Bonaria. Com

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