Roma, 3 Mag 2018 - Nuove consultazioni lunedì prossimo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per verificare se i partiti propongano altre prospettive di maggioranza di governo. A distanza di due mesi, si rende noto oggi al Quirinale, le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi è tramontata anche la possibilità di un'intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico. Il Presidente Mattarella svolgerà nuove consultazioni in un'unica giornata, quella di lunedì, per verificare se i partiti propongano altre prospettive di maggioranza di governo.
Ancora scintille tra Matteo Salvini e Luigi di Maio. E strada sempre più in salita per il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, chiamato a dare un nuovo governo al Paese. Nonostante il richiamo al senso di responsabilità e all'invito - lanciato dal Quirinale in occasione della Festa del lavoro - a lasciare da parte le istanze personali a favore del bene comune, le forze politiche restano ferme sulle loro posizioni. Nessun passo in avanti, nessuna apertura o convergenza a distanza di oltre 50 giorni dall'esito del voto che non ha individuato una maggioranza atta a guidare il Paese con in sostanza due vincitori: il centrodestra come coalizione e i 5 stelle come partito. Le distanze sembrano incolmabili.
A nulla sono valsi i tentativi fatti finora dallo stesso Mattarella, dal Presidente del Senato, Elisabetta Maria Alberti Casellati e dal Presidente dela Camera, Roberto Fico.
Apriamo un tavolo con M5s Il leader della Lega, Matteo Salvini, da settimane infatti continua a ribadire che non ci sarà alcun accordo se non verrà coinvolto nelle 'trattative' l'intero centrodestra: "Fino all'ultimo proviamo a mettere insieme un Governo, ma gli altri non devono rimanere arroccati sul monte a dire quello mi piace e l'altro no" incalza da Genova. E il neo governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga sottolinea dai microfoni di Radio Capital: "Ci siamo presentati con una coalizione di centrodestra, non cambiamo le carte in tavola". Il leader del Carroccio invita nuovamente i grillini a sedersi ad un tavolo, a parlare di cose concrete. E auspica che le commissioni inizino a lavorare per il bene degli italiani: "Si potrebbe già da domani", spiega. Infine Salvini avverte che tornare al voto sarebbe solo una perdita di tempo, almeno 2 anni fermi, e il Paese non se lo può permettere. Mi appello - dice in sostanza - al senso di responsabilità dei miei interlocutori. "Non ho più voglia di rispondere a insulti o fantasie - conclude - La proposta è chiara: se si vuole fare il governo si fa e si parte. Se si vuol cominciare a far lavorare il Parlamento, votando le commissioni di Camera e Senato, si fa e si parte. Se si vuole continuare a capricciare e litigare, a fare i bambini arroganti, ognuno fa le sue scelte e proviamo a fare tutto da soli".
Subito al voto Ma Luigi Di Maio lo gela. Le parole che chiudono ad ogni possibilità di dialogo arrivano pochi minuti dopo il discorso del leader del Carroccio da Genova: "La Lega è piegata al cav. Si torni subito al voto" scrive sul suo profilo Twitter il leader del M5s, spiegando che con il Cavaliere "non è possibile alcun governo del cambiamento".