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Siria, missili sull’aeroporto militare. Media siriani. “Sono americani”

Siria, 9 Apr 2018 - Le difese aeree dell'esercito siriano hanno contrastato un attacco aereo su un aeroporto militare nella Siria centrale e hanno abbattuto otto missili. Lo riporta la Sana, l'agenzia di stampa statale siriana, che afferma che l'attacco - avvenuto nella provincia di Homs - sarebbe una "aggressione americana".  Nell'attacco ci sarebbero almeno 14 morti, tra cui anche militari iraniani.

Funzionari degli Stati Uniti consultati dall'AP, però, negano che sia stato lanciato un simile attacco sulla Siria. Ieri Donald Trump ed Emmanuel Macron hanno "condannato fortemente l'orribile attacco con armi chimiche in Siria e hanno concordato che il regime di Assad deve essere chiamato a rispondere per i suoi continui abusi dei diritti umani": ieri c’è stata una telefonata tra i due leader, che hanno concordato anche di "scambiare informazioni sulla natura dell'attacco e di coordinare una forte risposta comune".

Il Pentagono, però, ha smentito qualsiasi responsabilità nel raid a Homs, sottolineando che "in questo momento, il dipartimento della Difesa non sta conducendo attacchi aerei in Siria". "Tuttavia - ha proseguito il portavoce - continuiamo a monitorare da vicino la situazione e sosteniamo gli sforzi diplomatici in atto per portare alle loro responsabilità coloro che usano armi chimiche, in Siria e altrove".

In un tweet, il presidente Donald Trump ha denunciato "l'insensato attacco chimico", puntando il dito anche contro la Russia e l'Iran per il loro sostegno al presidente siriano Bashar al Assad: "Pagheranno un caro prezzo", ha promesso. E dalla Casa Bianca, il consigliere per la sicurezza nazionale Tom Bossert, intervistato dalla Abc News su un altro possibile raid missilistico Usa contro la Siria, ha risposto che "tutte le opzioni sono sul tavolo".

Gli Stati Uniti e altri otto paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu - Regno Unito, Francia, Polonia, Olanda, Svezia, Kuwait, Perù e Costa d'Avorio - hanno chiesto una riunione di emergenza dei Quindici sull'attacco chimico in Siria, che si dovrebbe tenere lunedì. "Sfortunatamente l'uso di armi chimiche per ferire e uccidere civili innocenti in Siria è diventato fin troppo comune", ha detto l'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley. "Il Consiglio di Sicurezza deve riunirsi e chiedere l'accesso immediato per i soccorritori, sostenere un'indagine indipendente su ciò che è accaduto e rendere responsabili gli autori di questo atto atroce", ha aggiunto.

Il presidente americano, Donald Trump, ha denunciato "l'insensato attacco chimico" a Duma, che ha fatto "molti morti, incluse donne e bambini". Nel tweet, l'inquilino della Casa Bianca ha puntato il dito contro "il presidente Putin": "La Russia e l'Iran sono responsabili per il sostegno all'animale Assad. Ci sarà un alto prezzo da pagare". Trump ha quindi esortato ad aprire la zona "immediatamente ai soccorsi e alle verifiche". "Un altro disastro umanitario senza motivo", ha concluso. II presidente Usa ha chiesto inoltre "di aprire immediatamente la zona per l'aiuto medico e le verifiche" del caso.

Trump ha anche accusato il suo predecessore Barack Obama di non aver rispettato la sua promessa di intervenire contro Assad se avesse usato le armi chimiche: "Se il presidente Obama avesse varcato la sua dichiarata linea rossa (scritta, ndr) sulla sabbia, il disastro siriano sarebbe finito molto tempo fa! L'animale Assad sarebbe stato storia!".

Il ministero degli Esteri russo ha avvertito Washington che "un intervento militare in Siria per dei pretesti inventati sarebbe inaccettabile e potrebbe portare a conseguenze più gravi". Il ministero della Difesa russo aveva già negato qualsiasi responsabilità di Mosca o Damasco nel presunto attacco con gas cloro, definendole una "montatura". Linea dura sposata anche dall'Iran che, in un comunicato del ministero degli Esteri, ha sostenuto come "simile accuse da parte degli americani e certi Paesi occidentali segnalano una nuova cospirazione contro il governo siriano e il suo popolo, e un pretesto per un'azione militare".