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Madama Butterfly al Teatro Lirico di Cagliari: cronaca di un successo annunciato

Cagliari, 7 Apr 2018 - Il Teatro Lirico di Cagliari prosegue la stagione operistica 2018 ponendo in scena una delle opere più note del mondo della lirica, Madama Butterfly di Puccini.

Pare assurdo che il 17 febbraio 1904, in occasione della prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano, questo spettacolo fosse stato bocciato in modo netto e radicale dal pubblico e dalla critica, tanto da portare Puccini a dire: “… Ma la mia Butterfly rimane qual è: l’opera più sentita e suggestiva ch’io abbia mai concepito. E avrò la rivincita, vedrai”.

Bene, è possibile senza remore affermare che il maestro ha avuto la sua “rivincita”, come peraltro dimostrato dal significativo apprezzamento del pubblico cagliaritano, entusiasta e dedito ad una serie infinita di applausi scroscianti ed ovazioni al termine della rappresentazione.

D’altronde come potrebbe essere diversamente? Butterfly è un’opera potente, suggestiva, tutt’altro che banale, colma di significati reconditi, specie nelle note della musica di Puccini.

Come da lui sostenuto questa è “l’opera più sentita e suggestiva” e ciò emerge a pieno dalla partitura.

A fronte di un primo atto in cui la musica funge da accompagnamento ai protagonisti, a partire dal secondo atto si ritaglia un posto sempre più significativo, affiancando e sostenendo Butterfly e dando voce ai suoi pensieri, al suo stato d’animo, alla sua speranza e al suo amore.

Ad ogni modo ciò che colpisce maggiormente e che rende quest’opera un capolavoro assoluto, è il personaggio di Butterfly, il cui vero nome è Cio-cio-san.

Ad un primo sguardo parrebbe una povera ragazzina (ha solo quindici anni), illusa dall’uomo occidentale, desideroso di cimentarsi in una scappatella per poi darsi alla fuga. In verità lei è la vera eroina del racconto, che si sacrifica, non per l’amore infranto, ma per un nuovo tipo di amore, quello materno (già visto in Suor Angelica sempre di Puccini).

Emblematiche della tragica sorte di Butterfly sono le parole che lei e Pinkerton si scambiano al termine del primo atto: Butterfly - Dicon ch’oltre mare, se cade in mando dell’uom, ogni farfalla da uno spillo è trafitta ed in tavola infitta! -; Pinkerton -Un po’ di vero c’è. E lo sai tu perché? Perché non fugga più-.

Ecco che la farfalla, quale è per l’appunto Butterfly, viene catturata dall’uomo e trafitta al cuore con uno spillo rappresentato da un amore falso e bugiardo, che finisce per incatenarla, lasciandola ferma ad aspettare il ritorno di Pinkerton per ben tre anni, privandola della sua libertà.

Nonostante ciò, la protagonista mostra appieno la sua maturazione ed il superamento del disincanto, liberandosi dallo spillo, nel momento in cui decide di togliersi la vita. Infatti la sua scelta non è legata al fatto che Pinkerton l’abbia illusa e si sia sposato con un’altra donna, ma al fatto di non rivedere mai più il suo bambino. Ella decide di sacrificarsi per permettere a quello che è il suo amore vero, di sbocciare in una terra lontana e colma di opportunità qual è l’America, senza guardarsi indietro. Le sue ultime parole sono davvero struggenti: “Non saperlo mai: per te, pei tuoi puri occhi, muor Batterfly, perché tu possa andar al di là dal mare senza che ti rimorda, ai dì maturi, il materno abbandono”.

Dinanzi a parole del genere, ad un personaggio di tale caratura, ad una delle composizioni più suggestive di Puccini, ben può ribadirsi come abbiano errato gli spettatori milanesi nel 1904, non apprezzando un capolavoro immortale.

Nel rappresentarlo il Teatro Lirico ha deciso di optare su ottimi interpreti, i più apprezzati al termine dello spettacolo sono stati Rossana Rinaldi (Suzuki), Massimiliano Pisapia (F.B. Pinkerton), Filippo Polinelli (Sharpless). In ogni caso il successo assoluto dello spettacolo si deve ad Amarilli Nizza che ha posto in scena una Butterfly superba ed è stata in grado di reggere brillantemente un secondo e terzo atto, interamente incentrati su di lei e sulla sua voce.

Nota lieta è stato anche il coro, diretto dal maestro Donato Sivo, perfetto in occasione del primo atto in occasione della comparsa in scena di Butterfly.

Per quanto concerne l’orchestra, diretta ancora una volta dal maestro Donato Renzetti, ha dimostrato le proprie qualità eccelse, vista la caratura dell’opera, in cui la musica come detto non funge da semplice accompagnamento, ma è l’indiscussa protagonista.

A fronte di tutte queste considerazioni è consigliabile non perdere questa occasione per assistere ad uno spettacolo di ottima qualità che sarà ancora in scena fino al 15 aprile.

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