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Elezioni politiche del 4 Marzo in Sardegna: Pd in caduta libera ed il Segretario regionale, che nell’Isola ha portato il partito al 17%, rimane incollato al suo posto di fatto ormai senza maggioranza.

Cagliari, 14 Mar 2018 - Le elezioni politiche del 4 marzo hanno prodotto uno tsunami all’interno del Parlamento con il 32% dei grillini, il 17% della Lega di Salvini ed in Sardegna vi sono state tre sole conferme tra i parlamentari sardi di Forza Italia e del Pd e per il resto una pattuglia totalmente rinnovata. Gli unici parlamentari alla seconda legislatura saranno alla Camera la Piddina Romina Mura, che nella scorsa legislatura si è occupata di treni e navi e al senato Giuseppe Cucca per il Pd, capogruppo in commissione per le autorizzazioni a procedere e membro della commissione giustizia e Emilio Floris, che ha lavorato in commissione sanità e affari europei.

Sono alla prima legislatura per il Pd Gavino Manca, che ha alle spalle tre legislature in consiglio regionale, i forzisti Pietro Pittalis con 5 legislature in consiglio e l’ex presidente della Regione Cappellacci alla seconda legislatura in consiglio, il sardista eletto con la lega Cristian Solinas, anch’egli alla seconda legislatura in consiglio, eletto prima con Mariolino Floris, poi avvicinatosi a Soru, in Giunta poi con Cappellacci approdando al glorioso Psd’Az, il partito più antico in Italia.

Sono invece totalmente digiuni di esperienza amministrativa i 14 parlamentari grillini, il gruppo parlamentare più grande nella storia dell’isola, a cui oltre il 40% dei sardi ha affidato le sorti della Sardegna. In questo gruppo i leader regionali parrebbero essere il senatore Ettore Licheri, avvocato sassarese e lo scrittore cagliaritano Gianni Marilotti, mentre appaiono poco prevedibili le performance parlamentari degli altri, compreso il velista di fama internazionale Mura.

Lo tsunami delle candidature ha pero cambiato anche gli equilibri interni ad alcuni partiti, dal Pd a Fi sino al Psd’Az. In Forza Italia, che ha prima rinunciato ai collegi sassaresi di camera e senato e poi ha perso tutti gli scontri diretti, sono stati eletti i cagliaritani Floris e Cappellacci e il nuorese Pittalis. Fuori Sassari, fuori le deboli Oristano e Sulcis, fuori la fortissima Gallura unica realmente competitiva contro l’armata grillina. Ma anche a Cagliari, l’esclusione di Alessandra Zedda non lascia il campo senza danni e questi si vedranno a breve.

Sempre a destra non sta bene Fratelli d’Italia che candidava Bruno Murgia, sempre ottimo deputato ma sfortunato dopo la sparizione di Alleanza Nazionale, mentre festeggia il medico cagliaritano leghista eletto alla Camera. Non festeggia tutto il Psd’Az ma certamente il suo segretario neo senatore salviniano, i mal di pancia si sono visti durante la trattativa condotta sui tavoli di Pd, FI e Lega contemporaneamente, ma l’anima profonda del partito potrebbe non digerire la scelta nonostante il ritorno di un sardista in Parlamento dopo 20 anni.

Mal di pancia anche tra i sostenitori di Mario Segni: non è andata giù l’esclusione totale dalle liste e dai collegi ai riformatori, soprattutto viste alcune candidature leggere concesse ad altre forze. Il progetto Noi con l’Italia appare morto sul nascere ma alle regionali, il partito di Fantola trova sempre le risorse per ripartire, dovrà solo scegliere se a destra dove è stato umiliato o rischiare a sinistra dove però potrebbe non essere seguito da parte del suo elettorale al sud, tradizionalmente conservatore.

Nel Pd la situazione è più equilibrata sul piano territoriale con Cagliari, Nuoro e Sassari rappresentate ma con l’area renziana di Manca e Porcu, che con il supporto del segretario (da pochissimi mesi) Giuseppe Cucca, ha preso i tre pezzi lasciando senza rappresentanza il 70% del partito, sia l’area Soru all’opposizione di Cucca, sia anche gli alleati popolari e riformisti, determinati per la sua elezione. La candidatura della renzianissima Romina Mura, vicina al capogruppo alla Camera Rosato, che già aveva rotto con la sua area in occasione di diversi appuntamenti tra cui la presidenza dell’Anci, non poteva certamente essere riconosciuta come rappresentativa.

Soru avrebbe chiesto sino all’ultimo momento a Renzi in persona la garanzia per il deputato iglesiente Francesco Sanna tra i migliori nella scorsa legislatura, passato da Letta a Renzi da subito, ma il leader di Rignano non ha dato ascolto al fondatore di Tiscali, recentemente molto duro nei confronti dell’ex segretario nazionale Pd sulla sua gestione. Come tra i migliori senatori era stato riconosciuto Silvio Lai, il candidato proposto dall’area popolare e riformista come proprio rappresentante ed escluso dalle candidature blindate perché non renziano di ferro, che pure ha accettato con spirito di servizio e un impegno molto evidente una candidatura uninominale su un collegio impossibile come quello di Sassari. Cucca ora è senza maggioranza e non può che dimettersi a malincuore, per il rischio che nuove elezioni nei prossimi mesi lo trovino senza il paracadute della segreteria per ottenere un posto sicuro, ma il Pd non può permettersi una guerra per bande nell’anno che porta alle elezioni regionali. Dovrà scegliere se affidarsi ad un rinnovamento o ad una soluzione di esperienza, autorevole tanto da ricostruire la coalizione e tentare l’impresa impossibile di una riconferma del centrosinistra alle regionali del 2019, presumibilmente il 3 marzo. Red

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