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Morte Pamela, tre i nigeriani fermati: a Macerata il corteo antirazzista e antifascista.

Macerata, 10 Feb 2018 - Si conclusa la manifestazione antirazzista e antifascista a Macerata: per le strade della città hanno sfilato in maniera pacifica, secondo gli organizzatori, circa 30.000 persone. In piazza anche il fondatore di Emergency, Gino Strada, manifestanti della Fiom e dell'Usb, ma si vedono anche bandiere di Potere al Popolo e fazzoletti dell'Anpi. Ad aprire il corteo, in una città blindata, è stato lo striscione "Movimenti contro ogni fascismo e razzismo".

Durante il corteo un gruppo di antagonisti veneti ha intonato un coro inneggiando alle Foibe: "Ma che belle son le foibe da Trieste in giù", un coro isolato che non stato seguito dal resto dei manifestanti.

Sono tre i nigeriani fermati per la morte della giovane Pamela. Oltre a Innocent Oseghale, già arrestato, sono stati fermati il 29enne nigeriano bloccato ieri alla stazione di Milano e Desmond Lucky, già indagato insieme ad Oseghale. In particolare, i reati ipotizzati dalla procura di Macerata sono quelli di omicidio, vilipendio, occultamento di cadavere e concorso in spaccio di stupefacenti.

Ci sono "elementi significativamente rilevanti" che la morte di Pamela Mastropietro sia stata causata da un "omicidio volontario" nella relazione preliminare che il medico legale ha inviato alla Procura ieri sera. Lo rende noto la Procura di Macerata.

Con i due fermi eseguiti oggi "d'iniziativa della Procura della Repubblica di Macerata, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro, "riteniamo l'indagine chiusa". Lo ha detto il Procuratore Giovanni Giorgio. I provvedimenti cautelari dovranno poi essere convalidati dal gip. L'inchiesta, ha precisato il magistrato, "coinvolge tre indagati" ed è "chiusa".

L'accelerazione dell'inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro, che ha portato al fermo di altri due nigeriani dopo l'arresto di Innocent Oseghale, si resa necessaria per il fatto che "uno degli indagati si stava velocemente allontanando verso la Lombardia". Gli inquirenti non ne conoscevano l'identità ma "solo un nomignolo convenzionale". Lo rende noto la Procura di Macerata.

L'autopsia bis, eseguita da un pool di medici legali dell'Università di Macerata, non ha chiarito le cause del decesso ma ha riscontrato varie lesioni sul corpo (alla testa e all'altezza del fegato): sono state inferte prima o dopo la morte?

Saranno decisivi altri esami di laboratorio oltre a quelli tossicologici. L'accertamento ha però evidenziato un sezionamento quasi "scientifico" del cadavere: sarebbero servite molte ore per farlo, oltre alla mano di persone esperte.

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