Roma, 20 Nov 2017 - Carlo Tavecchio non è più il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. L'ex numero uno di via Allegri, dopo aver letto un discorso d'addio, ha abbandonato il Consiglio Federale e rassegnato le proprie dimissioni.
"Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato". Nella ricerca delle responsabilità della grave crisi del calcio italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale, è questo che Carlo Tavecchio ha detto oggi ai consiglieri della Figc prima di chiedere le dimissioni di tutto il consiglio, ovviamente a cominciare da se stesso. "Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento di alcuni voi", ha poi aggiunto ai consiglieri.
"Le dichiarazioni che si sono susseguite nelle ultime due ore - ha detto ai consiglieri federali Tavecchio - hanno impedito alle due Leghe maggiori di partecipare un dibattito che investe anche loro". "Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento da parte di alcuni partecipanti alla riunione di mercoledì - ha aggiunto, riferendosi al vertice con le componenti a 48 ore dalla debacle della nazionale - Nonostante il documento che mi hanno richiesto e condiviso, non sono disposti nemmeno a discuterlo". A conclusione di queste considerazioni, Tavecchio ha chiesto "le dimissioni di tutto il consiglio, me per primo".
Una Giunta Coni convocata d'urgenza per mercoledì pomeriggio come immediata contromisura alla crisi del calcio. E' questa la mossa immediata di Giovanni Malagò. All'ordine del giorno della Giunta semplicemente "comunicazioni del presidente".
"Chiederò le dimissioni di Tavecchio, la mia posizione è in linea con quella del presidente Gravina. Se tutti i consiglieri avranno la volontà di dimettersi, lo faremo, anche per favorire una riflessione strategica per il futuro del calcio". Così Giancarlo Abete, ex presidente della Figc e oggi consigliere federale in quota Lega Pro, al momento di entrare nella sede di via Allegri per il Consiglio federale. "Per chi conosce le situazioni dal di dentro, visto che qualcuno si è distratto relativamente a quanto avvenuto negli ultimi anni, - ha aggiunto Abete - quando si dice che Giancarlo Abete è un estimatore di Tavecchio vuol dire che non si è visto quello che è avvenuto negli ultimi tre anni. Ho un rapporto di amicizia personale con Tavecchio ma non ho condiviso molte delle scelte di politica sportiva che ha fatto il presidente Tavecchio per cui la mia è una posizione di opposizione. Più chiaro di così. Non sono estimatore di nessuno. Sono un amico di tante persone perbene". Abete si dimise dopo il fallimento dei mondiali brasiliani: "Ho dato a Federazione Coni la possibilità di poter individuare un percorso organico, liberi e scevri da qualsiasi tipo di vincolo di un mandato che avevo ricevuto con il 95% dei voti. Non mi sembra di vedere che questo risultato sia stato raggiunto perché non mi sembra che abbiamo un secondo posto agli Europei così come nell'Under 21. Abbiamo avuto le tre Leghe professionistiche commissariate, grandissima difficoltà in LegaPro perché gli organi di giustizia sportiva ritenevano di dover decidere loro la data in cui dovevano essere fatta le elezioni".