Cagliari, 14 Nov 2017. La seduta di oggi dell’Assemblea sarda è stata aperta dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau che, dopo le formalità di rito, ha annunciato la votazione (chiamata nominale e scrutinio segreto) per l’elezione del vice presidente del Consiglio. Prima ha però ha concesso la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, che intervenendo sull’ordine dei lavori ha rivolto l’invito affinché il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, riferisca in Aula, nella prima riunione utile, sulle risultanze del recente incontro avuto a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni.
La segretaria dell’assemblea, Daniela Forma (Pd), ha quindi proceduto con le due chiamate nominali e a conclusione dello spoglio, il presidente Ganau ha comunicato l’esito dello scrutinio (Antonello Peru, 28 voti; Stefano Tunis (Fi), 2 voti; Pietro Cocco (Pd), 1 voto) ed ha proclamato Antonello Peru (Fi) vice presidente del Consiglio regionale, in sostituzione di Ignazio Locci (Fi) dimessosi in seguito alla sua elezione a sindaco di Sant’Antioco.
Si è passati, dunque, alla votazione per la nomina del garante regionale dell’adolescenza e dell’infanzia e dopo le due chiamate dei consiglieri si è proceduto con lo spoglio che ha avuto il seguente esito: Grazia Maria De Matteis, 35 voti; Federico Palomba, 12 voti e Maria Grazia Olla, 3 voti.
Il presidente Ganau ha quindi proclamato Grazia Maria De Matteis, nuovo garante regionale dell’adolescenza e dell’infanzia, ed ha dichiarato aperta la discussione sul testo unificato n. 2-5-9 che, con la modifica alla legge statutaria n.1\2013, introduce la doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio regionale.
Il relatore della maggioranza, Francesco Agus (ex Sel-Misto) ha ripercorso per sommi capi l’iter del testo unificato ed ha affermato che “l’introduzione della doppia preferenza di genere è un elemento comune a tutte le proposte di modifica della legge elettorale, presentate nel corso della legislatura”. «Una modifica – ha spiegato il consigliere del centrosinistra – ampiamente condivisa nel segno dell’equità e dell’equilibrio». Il presidente della Prima commissione ha inoltre insistito sulle positive esperienze della Regione Campania e sull’efficacia della legge nazionale n. 20/2016 che ha introdotto, nelle Regioni a statuto ordinario, la doppia preferenza di genere. «Il Consiglio regionale della Sardegna – ha affermato Agus – non può staccarsi da questo processo virtuoso sia sul piano legislativo che sul piano costituzionale». «Il Rosatellum – ha proseguito l’ex Sel – introduce sistemi ancor più incisivi per garantire la rappresentanza di genere e i risultati delle ultime amministrative nell’Isola, dicono che con le condizioni di parità di accesso alla carica, le elette hanno superato il 40% del totale dei consiglieri». Agus ha quindi affermato che l’attuale sistema elettorale è esposto a rischi di incostituzionalità («soprattutto in tempi in cui l’autonomia sembra sotto attacco») ed ha dichiarato che «l’unico modo possibile per procedere con le modifiche dell’attuale sistema elettorale regionale è quello che prevede modifiche per parti della vigente legge statutaria».
«Lavoriamo – ha concluso il consigliere del Misto – per approvare una legge elettorale giusta, equa e all’avanguardia perché vogliamo che il nostro statuto di Autonomia rappresenti un motore di innovazione e non uno strumento per evitare modifiche normative che sono in linea con quanto accade nel resto del Paese ed in Europa».
Il relatore della minoranza, Gennaro Fuco (gruppo Psd’Az) ha manifestato una netta contrarietà rispetto al provvedimento in discussione ed ha ribattuto a quanto affermato dal consigliere Agus. Fuoco ha dichiarato di “essere d’accordo sulla necessità di procedere con la modifica dell’attuale sistema elettorale” ma ha precisato che “nel testo unificato che introduce la doppia preferenza di genere sono presenti aspetti che meritano di essere rivisti e rivalutati”. «Con la proposta in discussione – ha spiegato Fuoco – introduciamo un unico elemento di modifica che toglie equilibrio al già precario equilibrio della legge vigente». «Il problema principale – ha spiegato l’eletto nelle liste Uds - risiede nella doppia preferenza che va soppesata in maniera molto più approfondita in ordine alle implicazioni che ne derivano per l’identificazione del voto e del voto delle clientele».
L’esponente della minoranza ha poi rimarcato i problemi che, a suo giudizio, riguardano i collegi con due, tre o cinque candidati, per denunciare le evidenti anomalie che si creerebbero con l’introduzione del doppio voto («con due candidati uomini su tre, la candidata avrebbe un lettorato potenziale del 100%»). «Il testo in discussione – ha incalzato Gennaro Fuoco – è un obbrobrio giuridico ed è una soluzione obbrobriosa dal punto di vista etico».
La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece dichiarato il convinto sostegno alla norma che introduce la doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio regionale ed ha ricordato la crescita della rappresentanza femminile nei consigli comunali dove si è votato con le novità introdotte dalle norme nazionali. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato in tono critico le modalità di votazione e la bocciatura della doppia preferenza nella passata legislatura ed ha ringraziato associazioni, movimenti, forze politiche, enti locali e istituzioni per la battaglia in favore della parità di genere nella rappresentanza politica.
La consigliera Pinna ha quindi citato come esempio virtuoso l’esperienza dei paesi scandinavi ed ha sottolineato che in Italia, invece, “solo due presidenti di Regione sono donne e la maggior parte delle assessore hanno deleghe che attengono affari sociali, cultura e lavoro”. Segue