Iraq-Iran, 13 Nov 2017 - Sale di ora in ora il drammatico bilancio del terremoto che ieri ha colpito l'area orientale dell'Iraq, al confine con l'Iran. Nel solo Iran le vittime sarebbero almeno 214: lo affermano i media di stato iraniani, precisando che i feriti, nel paese, sarebbero almeno 1700. Il governo di Baghdad non ha invece ancora diffuso un bilancio delle vittime e dei danni in Iraq. L'epicentro del sisma è stato individuato, secondo gli ultimi rilevamenti del centro geologico statunitense, a 31 chilometri dalla città di Halabja.
Da Israele al Pakistan, passando per Turchia, Libano, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Turkmenistan, Afghanistan, fino alla Georgia. L'onda espansiva della forte scossa di terremoto di 7,3 gradi, con epicentro vicino alla città irachena di Halabya - alla frontiera tra Iran e Iraq - è stata avvertita milioni di persone in tutta l'Asia Centrale.
Alle 21.18 ora locale la terra ha tremato per la prima volta. Decine le repliche. Scene di panico tra le popolazioni di queste terre scosse da forti attività sismiche, con la gente che si è riversata nelle strade in preda al terrore. Le autorità irachene hanno ordinato l'evacuazione urgente nell'area circostante la centrale idroelettrica di Darbandiyan.
Sul versante iraniano la più colpita è la città di Ghasr Shirin, nella regione occidentale di Kermanshah. Qui le case sono in mattoni di fango e si teme che molte persone siano sepolte sotto le macerie. Difficili le operazioni di soccorso per l'interruzione delle vie di comunicazioni nelle aree rurali. Interrotte anche le linee telefoniche e la corrente elettrica. In tutto sono 14 le province iraniane colpite dal sisma. L'organizzazione nazionale iraniana per la gestione dei disastri ha dichiarato l'allerta degli organi di sicurezza e sanitari e ha chiesto alla popolazione di mantenere la calma. Il presidente iraniano Hasan Rohani ha chiesto il massimo sforzo per assistere le vittime.
La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha mobilitato tutti i corpi di sicurezza per accelerare le operazioni di soccorso ed estrarre le vittime dalle macerie, dopo il forte sisma. Khamenei ha ordinato il coinvolgimento nei soccorsi dell'esercito, dei Guardiani della Rivoluzione e della forza di Volontari Islamici Basij. La Guida suprema ha esortato "tutte le capacità" del Paese a mettersi rapidamente in moto per estrarre chi è sotto le macerie ed evitare un numero maggiore di vittime. Intanto il presidente iraniano, Hassan Rohani, è in contatto permanente con il ministero dell'Interno. È stato creato un comitato di crisi che ha già tenuto una riunione di emergenza per valutare l'entità della tragedia.
In Iraq, si contano migliaia di feriti a Darbandikhan, nella provincia di Sulaymaniyya, riferisce la tv curdo-irachena Rudaw, precisando che poco prima la stessa zona era stata colpita da una prima scossa di magnitudo 4.5.
In Iran i centri più danneggiati, oltre Ghasr-e Shirin, sono le cittadine di Ozgole, Tazè Abad e Bayengan, tutte e tre nella regione di Kermanshah, a maggioranza curda. Il sisma è stato avvertito a Tabriz, Hamedan, Elam, Khorram Abad, Sanandaj e perfino nel porto di Bushehr, sul Golfo Persico.
L'Iran è un paese altamente sismico. Il terremoto più grave, nel giugno 1990, provocò la morte di quasi 40mila persone nel nord del Paese. Un altro sisma, registrato nel dicembre 2003 nella provincia meridionale di Kerman, uccise oltre 31mila persone.