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Catalogna, il Parlament approva l’indipendenza. Rajoy: ristabiliremo la legalità

Barcellona, 27 Ott 2017 - Il Parlament della Catalogna ha detto sì all'indipendenza. Un sì accompagnato da un boato, con i deputati in piedi a cantare l'inno nazionale Els Segadors subito dopo che la presidente Carme Forcadell ha annunciato l'adozione della dichiarazione d'indipendenza. Oltre le mura dell'Aula, esplodeva anche la piazza, con migliaia di persone che da stamattina attendevano l'esito del voto sulla proclamazione della Repubblica.

L'indipendenza è passata con 70 voti a favore e 10 contrari (due le schede bianche). Sono mancati i voti dell'opposizione unionista, che ha abbandonato l'aula prima dell'inizio dello scrutinio segreto.

Subito, la risposta del governo spagnolo. Il premier Mariano Rajoy, in un tweet, ha subito annunciato che lo stato di diritto ripristinerà la legalità.

Si celebra oggi, nella crisi catalana, lo scontro tra i due Parlamenti. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato al Senato che il governo di Madrid destituirà il presidente catalano Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri del Govern con i poteri straordinari che gli saranno concessi oggi dalla camera alta. Mentre la procura generale dello stato spagnolo è pronta a chiedere l'incriminazione per "ribellione" di Puigdemont se oggi sarà dichiarata la indipendenza della Catalogna. Una incriminazione che comporta pene fino a 30 anni di carcere e che potrebbe essere estesa al vicepresidente catalano Oriol Junqueras.

“È lui, è solo lui", ha detto di fronte al Senato. A Madrid, di fronte all'assemblea del Senato che deve votare le misure del governo perché la Catalogna sia esautorata delle sue competenze, Rajoy ha ricordato che il governo di Madrid ha dato per due volte l'opportunità a Puigdemont di chiarire se avesse dichiarato o meno l'indipendenza nel Parlament catalano, lo scorso 10 ottobre. Ma Puigdemont "non ha voluto" rispondere e in tal modo è stato lui stesso che ha "scelto" che venga attivato l'articolo 155: "lui e solo lui", ha rincarato Rajoy, aggiungendo che nessun governo democratico avrebbe potuto rimanere "impassibile come se nò fosse successo nulla" di fronte alla sfida indipendentista catalana.

"Quel che minaccia oggi la Catalogna - ha insistito Rajoy- non è il 155, ma il governo della Generalitat". Il premier spagnolo ha chiesto dunque l'autorizzazione a destituire il presidente regionale catalano e tutto il suo governo: "Chiedo di procedere alla destituzione del presidente della Generalitat della Catalogna, del vicepresidente e dei consiglieri" dell'esercutivo regionale. E ha chiesto anche la podestà per dissolvere il Parlamento catalano in modo da convocare elezioni regionali in un termine massimo di sei mesi. Rajoy ha anche rimproverato a Puigdemont di non essere mai andato in Senato a difendere la sua posizione, nonostante fosse "in stragrande minoranza", e aver voluto sempre solo dialogare sull'indipendenza della Catalogna, "sui termini e le scadenze dell'indipendenza", ma questo è qualcosa su cui non si può dialogare.

I partiti indipendentisti hanno presentato nel parlamento catalano una risoluzione nella quale si afferma: "Costituiamo la repubblica catalana come stato indipendente e sovrano di diritto democratico e sociale".