Roma, 2 Ott 2017 - Ad agosto 2017, l’Istat rileva la stima degli occupati continua a crescere (+0,2% rispetto a luglio, pari a +36 mila), confermando la persistenza della tendenza positiva già osservata negli ultimi mesi. Il tasso di occupazione sale al 58,2% (+0,1 punti percentuali). La crescita congiunturale dell'occupazione interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni ed è interamente dovuta alla componente femminile, mentre per gli uomini, dopo l'incremento dei due mesi precedenti, si registra un calo. Aumentano i dipendenti a termine, sostanzialmente stabili i permanenti, ancora in lieve calo gli indipendenti.
Dopo l'aumento di luglio, la stima delle persone in cerca di occupazione ad agosto cala dell'1,4% (-42 mila). La diminuzione della disoccupazione interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Il tasso di disoccupazione scende all'11,2% (-0,2 punti percentuali), quello giovanile al 35,1% (-0,2 punti). Nel trimestre giugno-agosto, rispetto ai tre mesi precedenti, alla crescita degli occupati si accompagna sia il calo dei disoccupati (-1,2%, -36 mila) sia quello degli inattivi (-0,7%, -94 mila). Su base annua si conferma l'aumento degli occupati (+1,6%, +375 mila).
La crescita interessa uomini e donne e riguarda i lavoratori dipendenti (+417 mila, di cui +350 mila a termine e +66 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-42 mila). A crescere sono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+354 mila), ma crescono anche i 15-34enni (+167 mila), mentre calano i 35-49enni (-147 mila, sui quali influisce in modo determinante il calo demografico di questa classe). Nello stesso periodo diminuiscono sia i disoccupati (-2,0%, -60 mila) sia, soprattutto, gli inattivi (-2,9%, -391 mila). Al netto dell'effetto della componente demografica tuttavia, su base annua cresce l'incidenza degli occupati sulla popolazione in tutte le classi di età.
Secondo i dati resi noti oggi dall'Istat, ad agosto il tasso di disoccupazione scende all'11,2%, in calo di 0,4 punti da agosto 2016. "Dati positivi, ma insufficienti. Fino a che su base annua si migliora dello zero virgola non ci potrà essere quella ripresa economica e quella svolta che serve al Paese" sostiene Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Per ripartire veramente bisogna ridare capacità di spesa agli italiani. Fino a che i consumi restano al palo e la domanda interna non tira, le imprese possono certo salvarsi esportando, ma non assumeranno nuovi lavoratori" conclude Dona. L'associazione ricorda che nel 2016, anche se la spesa per consumi finali delle famiglie residenti mediamente è aumentata, in volume, dell'1,5%, si sono ancora registrate flessioni significative in svariate componenti, dalle bevande alcoliche (-1%) ai servizi sanitari.