Nell'inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti che coinvolge Enel, Cementir e Ilva di Taranto, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Taranto hanno eseguito nei confronti di Enel Produzione spa un sequestro per l'equivalente dell'ingiusto profitto che avrebbe ricavato, pari a 523 milioni e 326 mila euro, per il periodo settembre 2011-settembre 2016. Gli indagati sono 31, facenti parte delle 3 società, accusati di traffico illecito di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzate.
Il sequestro di beni nei confronti di Enel produzione riguarda saldi attivi di conti correnti, quote e/o partecipazioni azionarie, depositi, titoli, crediti, beni mobili registrati e immobili. Nel provvedimento il gip del tribunale di Lecce ha disposto per Enel Produzione, Cementir e Ilva la facoltà d'uso provvisoria degli impianti sequestrati, per un massimo di 60 giorni, subordinata ad alcune prescrizioni. Per l'Enel "all'utilizzo delle infrastrutture dedicate - si legge in una nota della Procura - per la separata evacuazione delle ceneri derivanti dai differenti processi di combustione" e "all'invio, per lo smaltimento presso impianti autorizzati al trattamento di rifiuti pericolosi, di tutte le ceneri" oggetto dell'inchiesta. Per la Cementir di Taranto la facoltà d'uso subordinata alla prescrizione di "cessare l'approvvigionamento di ceneri dalla centrale termoelettrica Enel di Brindisi, nonchè di impiegare, nel proprio ciclo produttivo del cemento, solo ceneri leggere conformi alla vigente normativa". Infine l'utilizzo dei parchi loppa con i materiali ivi stoccati, dei nastri trasportatori e delle tramogge di pertinenza dell'Ilva di Taranto subordinato alla prescrizione di "procedere alla gestione della loppa come rifiuto secondo gli obblighi previsti dalla normativa in materia ambientale".
Loppa d'altoforno venduta da Ilva alla Cementir di Taranto, per produrre cemento, non conforme agliù standard previsti dalle normative vigenti, e ceneri vendute dalla centrale Enel di Brindisi, sempre con lo stesso obiettivo, classificate come rifiuto semplice e che invece, per i suoi componenti, erano da considerarsi pericolose: questo l'oggetto dell'inchiesta che ha portato a numerosi sequestri e che vede 31 indagati. Si tratta di dirigenti di Enel, Cementir e Ilva, società nei cui confronti si procede anche per presunti illeciti amministrativi. L'operazione, chiamata 'Araba fenice', scaturisce da un sequestro penale eseguito cinque anni fa di due aree dello stabilimento 'Cementir Italia spa' di Taranto, adibite illecitamente a discarica di rifiuti industriali, gran parte dei quali originati dall'adiacente stabilimento siderurgico Ilva. Dagli accertamenti, corroborati da una perizia tecnica disposta dalla Procura e da analisi chimiche, è emerso che la loppa d'altoforno venduta da Ilva a Cementir per produrre cemento non era conforme alle leggi perché conteneva scarti o rifiuti eterogenei che ne inficiavano la capacità di impiego nel ciclo produttivo del cemento.
Quanto alle ceneri prodotte dall'Enel di Cerano, secondo gli investigatori la società le aveva classificate come provenienti tutte dalla sola combustione di carbone, classificandole come 'rifiuto speciale non pericoloso'. In realtà, sempre secondo l'accusa, l'Enel avrebbe usato nel ciclo produttivo olio combustibile e gasolio generando ceneri contaminate da sostanze pericolose derivanti sia dall'impiego di combustibili diversi dal carbone, sia dai processi di denitrificazione a base di ammoniaca. In questo modo l'Enel avrebbe risparmiato sui costi legati alla separazione e al corretto smaltimento dei rifiuti, quantificati in poco più di 2,5 tonnellate. Quelle stesse ceneri sarebbero state poi vendute da Enel alla Cementir e quindi smaltite in maniera più economica, nonostante possedesse impianti per lo stoccaggio e la separazione delle ceneri che non sarebbero stati mai utilizzati.
Ilva Rappresentanti legali, direttori 'pro tempore' e dirigenti di Enel Produzione e Cementir Italia spa, nonché ex titolari, ex e attuali commissari straordinari dell'Ilva, ora in amministrazione straordinaria, e direttori dello stabilimento siderurgico che si sono succeduti nel tempo: sono questi i 31 indagati a vario titolo dalla Procura di Lecce per traffico illecito di rifiuti e attività di gestione dei rifiuti non autorizzata in relazione alla vendita di ceneri e loppa d'altoforno da parte di Enel e Ilva alla Cementir per produrre cemento. I Commissari Straordinari di Ilva Spa in Amministrazione Straordinaria Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba prendono atto dell'esito delle indagini preliminari condotte dal Tribunale di Lecce da parte del giudice Antonia Martal, alla quale assicurano la massima collaborazione. La Società - si legge in una nota - fiduciosa che al termine del procedimento si potrà dimostrare che Ilva opera nel rispetto delle normative comunitarie in materia di gestione e trattamento dei rifiuti.
"Enel Produzione apprende dei provvedimenti di sequestro emessi questa mattina a carico di Cementir e dell'Ilva, che hanno interessato anche la centrale di Brindisi Cerano". È quanto scrive in una nota Enel Produzione che spiega: "I provvedimenti relativi alla centrale di Enel Produzione riguardano l'uso delle ceneri nell'ambito di processi produttivi secondari. Enel Produzione confida che nel corso delle indagini potrà dimostrare la correttezza dei propri processi produttivi e presterà ogni utile collaborazione alle Autorità inquirenti". "Il provvedimento di sequestro - viene inoltre specificato - non pregiudica la corretta operatività della centrale, nel rispetto di prescrizioni coerenti con il modello operativo di Enel Produzione".