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La denuncia di Medici senza frontiere: “Nei campi di detenzione in Libia stupri e violenze”

Nei campi 'ufficiali' di detenzione   dei migranti in Libia, nei quali vengono rimandate le persone   intercettate dalla Guardia costiera libica, finanziata e addestrata   dall'Ue, si verificano stupri e torture. Lo ha denunciato Joanne Liu, presidente internazionale di Medici Senza Frontiere, in una conferenza stampa a Bruxelles. Nei campi di detenzione, ha detto, "le donne   incinte vengono stuprate. Vengono particolarmente prese di mira, prese e violentate".

Liu ha parlato di "crudeltà sistematica" e di "torture. So - ha   aggiunto - che non ci sono bacchette magiche, ma almeno bisogna   smettere di rimandare le persone in quella terra da incubo che è la   Libia" oggi. Per la Liu, "i leader europei", che "si rallegrano perché   meno persone arrivano sulle coste" italiane, sono "complici e vogliamo che ne rispondano". La presidente di Msf ha inviato una lettera aperta ai leader europei: "Ho visitato un certo numero di centri ufficiali di detenzione la settimana scorsa e sappiamo che questi centri di detenzione ufficiali sono solo la punta dell'iceberg - scrive - le persone vengono considerate semplicemente materia prima da sfruttare. Vengono stipate in stanze scure, luride, senza ventilazione, vivono uno sull'altro". La lettera aperta è stata inviata da Msf anche al   presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, oltre che a tutti gli altri leader degli Stati membri e alle istituzioni dell'Unione Europea per denunciare le atroci sofferenze che le loro politiche sulla migrazione stanno alimentando in Libia. ''Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell'Europa'', si legge nella lettera firmata   anche da Loris De Filippi, presidente di Msf in Italia, oltre che da   Liu. ''Accecati dall'obiettivo di tenere le persone fuori dall'Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che   alimentare un sistema criminale di abusi''.

Msf assiste le persone nei centri di detenzione di Tripoli da più di   un anno e ha visto questo schema di detenzione arbitraria, estorsioni, abusi fisici e privazione dei servizi di base che uomini, donne e   bambini subiscono in questi centri, spiega l'organizzazione in un   comunicato. ''La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è   vergognosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un'attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed   estorsioni'' continua la lettera aperta di Msf. ''Le persone sono   trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l'altra. Le donne   vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e   chiedere soldi per essere liberate. La loro disperazione è   sconvolgente'', prosegue la missiva.

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