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Putin espelle dalla Russia come ritorsione alle nuove sanzioni degli Stati uniti 755 diplomatici. Ex ambasciatore a Mosca: non ne abbiamo così tanti

Mosca, 31 Lug 2017 - È con un'intervista al canale televisivo Rossiya 1 che Putin ha annunciato l'espulsione di 755 americani dalla Russia. È la risposta alle nuove sanzioni che il Senato ha approvato tre giorni fa a Mosca (Trump è stato praticamente costretto a firmare): "È venuto il momento di spiegare a Washington che le loro azioni non resteranno senza risposta" dato che, continua il presidente russo, "senza alcuna provocazione, hanno assunto nuove decisioni che peggiorano le nostre relazioni bilaterali". E aggiunge una minaccia velata: possiamo anche fare di più, ma per ora sono contrario. A pesare, sicuramente, anche la vicenda Russiagate.

La cacciata di Putin ha una data: entro un mese tutti indietro. Lo scorso dicembre Obama aveva espulso 35 diplomatici russi - è successo dopo la vicenda hacker, portando il loro numero complessivo in Usa a 455 - a seguito di una serie di report dell'intelligence che avevano portato alla luce le interferenze di Mosca nella campagna per le elezioni dell'8 novembre.

Solo tre settimane fa, al G20 di Amburgo, Trump e Putin avevano avuto due incontri - uno lunghissimo che ha portato ad un'intesa sulla Siria e uno più breve e "spericolato", senza nemmeno il suo traduttore" - che avevano rafforzato il loro rapporti. Ora però Trump ai suoi occhi si trova indebolito dopo che il Congresso ha approvato la legge che autorizza le nuove sanzioni e blocca la possibilità di revocarle. Se anche volesse, quindi, non potrebbe fare nulla. E Putin se ne è accorto.

L'ex ambasciatore entra in una zona grigia, con il suo tweet di ieri. A capo della rappresentanza diplomatica fino al 2014, sostiene che Washington non abbia tanti diplomatici. O, almeno, che non ne avesse tanti alla sua epoca (ed esclude un upgrade). Il corrispondente del Washington Post Andrew Roth gli fa eco: saranno espulsi lo staff di supporto, i contractors, persino chi porta il caffè. Ed è proprio in queste figure che, in ogni Paese, si nasconde la doppia identità degli 007