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Migranti, il piano della Commissione Ue: più aiuti all’Italia e alla Libia

Roma, 4 Lug 2017 - La Commissione europea ha proposto un "piano di azione" per sostenere l'Italia, alle prese con gli arrivi senza sosta di migranti dalla Libia sulle sue coste. Un piano che prevede in particolare nuovi finanziamenti per aiutare le autorità di Roma e Tripoli a gestire la situazione. E fino ad ora il governo italiano, supinamente, non ha proferito parola. La tanto ventilata chiusura dei porti come hanno fatto e stanno facendo le altre nazioni, minacciata dal governo Gentiloni, è stata solo una mera minaccia a vuoto. Non hanno coraggio di fare niente ma pensano che se alziamo la voce, qualche milione in più arriva e così è stato. In Italia il problema dell’immigrazione non la vogliono risolvere. Troppi interessi. Troppi soldi legati all’affare dell’accoglienza. E tanti politici, che ci marciano per conto loro e per gli amici lontani e vicini, ci farebbero la cresta o sono implicati in questa sfruttamento del dolore, della fame e delle guerre. Ma ormai gli italiani non ne possono più di vedere questi immigrati che delinquono appena giunta nel territorio nazionale aggrediscono e deturpano le nostre piazze e città. Tutti i giorni, sentendo gli umori dei veri italiani, anche chi si professavano progressisti e propendevano all’accoglienza per le persone che fuggono dalle guerre, ora stanno diventando ma, credo, siano già diventati intolleranti a tutto campo.

Quindi, il piano, presentato al Parlamento europeo a Strasburgo, prevede (quasi nulla) di "rafforzare ulteriormente le capacità delle autorità libiche grazie a un progetto da 46 milioni di euro elaborato congiuntamente con l'Italia" e di aumentare l'aiuto all'Italia grazie a uno stanziamento supplementare di "35 milioni di euro da sbloccare immediatamente".

Le misure saranno discusse alla riunione dei ministri dell'Interno giovedì a Tallin. Tra le proposte un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l'Unhcr e con decorrenza immediata, accelerazione del ricollocamento dall'Italia, reagendo in modo più rapido alle richieste italiane, aumentando la consistenza e la regolarità degli impegni. Cosa quest'ultima molto difficile da concretizzare data l'opposizione di tre paesi dell'Est: Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca.

Roma ha convocato l'ambasciatore austriaco René Pollitzer dopo che Vienna ha inviato quattro mezzi corazzati al Brennero, poche ore dopo essersi detta pronta ad mandare l'esercito al confine per bloccare il passaggio dei migranti. Vienna aveva minacciato di mandare i militari al confine e in pochi ore l'ha fatto: quattro mezzi corazzati sono già al Brennero, pronti ad essere utilizzati per il controllo dei migranti. Secondo l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia.

I migranti salvati dal Mediterraneo non potranno sbarcare né in Francia né in Spagna. Si era parlato di Barcellona e Marsiglia, non se ne fa nulla. È uno schiaffo quello che arriva alla richiesta italiana di aiuto per accogliere i migranti: si registra già un aumento record del 20% rispetto al già anno record 2016. Il presidente Macron è stato chiaro: vuole distinguere tra richiedenti asilo e migranti economici - la stragrande maggioranza di coloro che arrivano in Italia, in fuga dalla fame - non abbandonare "il mantenimento delle nostre frontiere". Madrid invece mette le mani avanti: "qualunque soluzione alla questione migranti deve essere europea e non bilaterale".

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