Cagliari, 26 Nov 2016 In una nota il Capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, afferma: “Le giustificazioni inventate dall’assessore Arru per cercare una ragione ai compensi stratosferici dei dirigenti dell’Azienda per la tutela della salute hanno dell’incredibile”, commentando quanto affermato dall’Assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, nel replicare alle contestazioni mosse alla Regione dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in merito ai compensi previsti per il direttore generale e per gli altri dirigenti dell’azienda sanitaria unica regionale.
“Prima la Regione ha deciso di dare all’Ats una struttura che è la fotocopia di quella delle vecchie Asl, creando un carrozzone che replica i difetti delle vecchie aziende estendendoli su scala regionale, poi ha deciso di propria iniziativa, poiché quella creata è una delle aziende sanitarie più grandi in Italia e quindi implica un carico di lavoro eccezionalmente gravoso, di aumentare i compensi dei dirigenti oltre i limiti previsti dalle norme nazionali”, sottolinea Dedoni. “Il problema dei carichi di lavoro si sarebbe invece potuto facilmente risolvere istituendo un’azienda unica così come proposto dai Riformatori, vale a dire con la sola funzione di gestire in forma centralizzata gli acquisti e il personale, un compito che, seppure svolto su base regionale, non appare tanto gravoso da dover giustificare lo sforamento dei parametri ministeriali nella determinazione dei compensi”.
“A fronte di tutto questo, sentire Moirano che, davanti alla Commissione Sanità del Consiglio regionale, afferma che gli obiettivi di riduzione della spesa sono eccessivamente ambiziosi e impossibili da raggiungere senza la riorganizzazione della rete ospedaliera, suona come un insulto”, conclude il capogruppo. “Mentre i dirigenti percepiscono stipendi che non hanno uguali su scala nazionale, si dice ai sardi che per ridurre i costi della sanità è necessario tagliare l’assistenza ospedaliera, a partire dai territori più periferici e disagiati. Si cominci piuttosto con il disboscare la pletora di dirigenti: ne basta uno per gestire acquisti e personale, tutti gli altri si possono eliminare. Dopo si potrà cominciare a parlare di rete ospedaliera, la cui riorganizzazione dovrà però servire a garantire un’assistenza adeguata e uniforme in tutti i territori della Sardegna, non certo a fare cassa tagliando i posti letto”.









