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Referendum, è scontro. Smuraglia: “stravolta costituzione”. Renzi: “democrazia in gioco? E’ falso”

Bolgona, 16 Sett 2016 - Dopo settimane di tensioni e polemiche e moderato da Gad Lerner alla fine è andato in scena alla festa de l'Unità di Bologna l'atteso confronto tra Matteo Renzi e il Presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani Carlo Smuraglia.  Un confronto serrato, a tratti duro, nel quale Smuraglia ha ribadito le ragioni per le quali voterà no al Referendum mentre il Premier ha difeso la riforma, negando che Per il segretario del Partito democratico il confronto con l'Anpi è servito a eliminare le falsità sulla riforma; "Si può votare sì.

Si può votare no. Ma dire che è in gioco la democrazia è una presa in giro nei confronti degli italiani", ha detto Renzi rivolto al presidente Anpi. Pacata la replica di Smuraglia: "Ho accettato l'invito alla Festa dell'Unità perché l'ho considerato un invito positivo, occasione per dare un esempio di civiltà: si può partire da idee diverse" ma al tempo stesso "confrontarsi con toni di civiltà. Il referendum è il momento più alto della democrazia, bisogna avere rispetto. Occorre permettere al popolo di esprimersi con cognizione di causa".

Il segretario del Pd rivolto al pubblico ha poi commentato l'affermazione di uno spettatore che aveva urlato: "Vai a casa". "C'è una procedura semplice: finché c'è la fiducia del Parlamento io rimango", ha risposto netto Renzi. Sulla scelta di non legare più il suo incarico di presidente del Consiglio all'esito del referendum costituzionale, ha poi detto Renzi, "questo argomento lo tolgo dal tavolo e continuerò a non parlarne". "Pensavo che quella frase fosse un atto di responsabilità - ha concluso il segretario Dem - in estate tutto il Pd mi ha detto di non parlarne più perché l'argomento stava oscurando il dibattito referendario: quello che sia giusto fare lo tengo per me, ma dico che questa riforma può rendere l'Italia più agile".

Sul merito delle riforme, Matteo Renzi ha affermato che "il bicameralismo paritario non esiste in nessun altro Paese e non lo volevano né Dc né Pci". Mentre Smuraglia ha ribadito che non è l'obiettivo dell'Anpi quello di far cadere il governo. "Non ci interessa il destino del governo - ha detto Smuraglia - non siamo qui per decidere ciò che deve decidere il parlamento. Un governo cade quando non ha più la fiducia del parlamento, non per questo o quel referendum". Ma il presidente Anpi è stato chiaro: "il nostro statuto dice che tra gli obiettivi c'è da difendere e chiedere l'attuazione della Costituzione, nello spirito con cui la votarono i costituenti. Una modifica è sempre ammissibile, ma quando c'è qualcosa che stravolge quello spirito ci sentiamo obbligati a schierarci a difesa della Costituzione".

Cambiare l'Italicum? "Il Pd è davvero pronto a discutere. Come? I collegi qualcuno dice. Noi sempre stati disponibili. Ma voglio vedere le carte. Mi rivolgo ai partiti fuori dalla coalizione, Sel, Fi, Grillo, Lega, Fdi. Se avete proposte noi ci siamo. Ma non ci prendiamo in giro. Il referendum non tocca pesi o contrappesi: riduce le poltrone non gli spazi della democrazia". Così il segretario Pd, Matteo Renzi, durante il confronto tra ragioni del sì e del no al Referendum alla Festa dell'Unità a Bologna.

Fischi dalla platea "Io avrei tutto l'interesse a dire quello che è stato fatto negli ultimi due anni: in questo paese negli ultimi due anni ci sono più diritti per tanti e per tutti", ha detto Renzi, interrotto però dai fischi di una parte del pubblico. "Andate a dire a due persone dello stesso sesso se hanno meno diritti", ha aggiunto ricevendo applausi. "Se ci sono 580mila posti di lavoro in più, dovete dire grazie a chi ci ha creduto", ha poi detto Renzi ricevendo ancora altri fischi.

 

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