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Brexit, i paesi fondatori dell’UE: “la Gran Bretagna esca subito”. Verso nuovo referendum?

Londra, 25 Giu 2016 - "Il processo per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, secondo l'articolo 50 del trattato di Lisbona, deve essere avviato il più presto possibile, per poterci poi concentrare sul futuro dell'Europa". Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier dopo la riunione con i 5 colleghi degli altri Paesi fondatori dell'Ue (Italia, Francia, Olanda, Lussemburgo e Belgio). "Il lavoro e la crescita", ha aggiunto, sono due tra le principali risposte che l'Europa dovrà dare per evitare una grande crisi dopo la Brexit.

"Ci siamo riuniti noi sei Paesi fondatori perché volevamo riallacciarci allo spirito dei fondatori e dei Trattati di Roma - ha detto il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault - Dobbiamo tornare ai valori fondanti e tocca soprattutto a noi Paesi fondatori far rivivere quello spirito". Poi anche lui ha sottolineato che i negoziati per la Brexit con la Gran Bretagna "devono iniziare immediatamente".

Il ministro degli Esteri italiano, Gentiloni, ha messo l'accento anche sulla crisi migranti: "Una delle risposte che gli europei aspettano per dare una prospettiva al futuro dell'Europa riguarda la capacità di avere politiche comuni sull'immigrazione. L'Italia si aspetta che nel Consiglio Ue della prossima settimana di prendano decisioni rivelanti" in merito. In precedenza, il presidente della Commissione, Juncker, aveva affermato che il divorzio non sarà consensuale, mentre il presidente dell'Europarlamento, Schulz, ha detto che torna l'ipotesi di un'Europa a due velocità.

Per Angela Merkel è il governo britannico che deve fornire informazioni su come intende procedere nel processo di uscita dall'Ue. "Le trattative non possono durare in eterno ma tocca alla Gran Bretagna muovere i suoi passi", ha detto la cancelliera in una conferenza alla fine della riunione interna dei due partiti cristiani, Cdu e Csu. "Immagino che anche la Gran Bretagna voglia mettere in pratica le decisioni del referendum", ha aggiunto la cancelliera, aggiungendo: "Non mi bloccherei sulla questione dei tempi brevi". "L'importante è che fino a che l'accordo di uscita non viene definito, la Gran Bretagna resta membro a pieno titolo dell'Ue con tutti i diritti e i doveri", ha aggiunto Merkel. "Di questo ho parlato con il premier David Cameron", ha concluso la cancelliera.

Intanto, ha superato un milione di firme in poche ore la petizione lanciata da un gruppo di parlamentari britannici per indire un nuovo referendum sulla Brexit, come si legge sul sito ufficiale petition.parliament.uk. Il sito on line del parlamento britannico che permette di sottoscrivere la richiesta a un certo punto è andato in tilt a causa dei troppi accessi. La petizione chiede che venga applicata la regola secondo cui se un referendum ha avuto un'affluenza inferiore al 75% e un risultato sotto il 60% di voti di approvazione, è possibile convocare una nuova consultazione sullo stesso quesito. Le petizioni inviate al governo e al parlamento che raccolgono almeno 100mila firme vanno automaticamente considerate per un dibattito parlamentare. Intanto Change.org ha rivolto un appello al sindaco di Londra Sadiq Khan per una "secessione" della capitale britannica, dove i sostenitori di 'Remain' sono stati la maggioranza, dal resto del Regno Unito

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