Cagliari, 22 maggio 2016 – Con riferimento alla comunicazione inviata dal sig. Usala, per dovere di informazione La Commissione Regionale SLA precisa quanto segue: “Come il signor Salvatore Usala ben sa, avendo fatto parte della Commissione Assessoriale per anni, la ricchezza della stessa è data da diverse professionalità che da decenni si occupano di SLA, da pazienti, da familiari di pazienti, da Associazioni di pazienti, da rappresentanti dell’Assessorato e dei Servizi Sociali che hanno il polso della situazione in tutto il territorio regionale, e non solamente in una sua piccola parte”.
“Gli ‘sciacalli ignoranti e incompetenti’ a cui lui si riferisce – si legge nella nota - con immutata e prevedibile maleducazione, e di cui comunque anche lui fa parte, in quanto membro della Commissione medesima, sono stati interpellati dall’Assessore per esprimere un parere sulla revisione delle Linee di Indirizzo sul Progetto Ritornare a Casa, pur non essendo lo stesso al momento l’obiettivo su cui si lavorava. L’equipe infatti, con gratuità, impegno e competenza, ma anche con l’umiltà (conosce la parola il sig. Usala?) di sentire e conoscere prima di proporre, si pone la finalità di tentare di uniformare su tutto il Territorio Regionale il Percorso di diagnosi, cura e assistenza di una patologia così importante e paradigmatica come la SLA, garantendo un’assistenza adeguata come qualità e quantità, all’interno di un percorso virtuoso di appropriatezza. Durante le riunioni, alle quali il sig. Usala non ha mai presenziato senza alcuna giustificazione, come correttezza vuole, pur convocato regolarmente, si è a lungo discusso sui criteri di inclusione al Progetto, avendo ben presenti le criticità che ogni presa di posizione evidenziava, e con la certezza che comunque in itinere si poteva attuare qualche correttivo. Il sig. Usala aveva l’opportunità e il “privilegio” di portare le sue argomentazioni all’attenzione di tutti, che le avrebbero ascoltate e discusse come sempre si è fatto; ci sembra che preferisca altri modi e altri metodi, che non sono condivisi da molti pazienti e certamente non dalla Commissione. Non è sicuramente con la prepotenza, l’imposizione e il ricatto che si può migliorare la sanità a vantaggio di pochi e discapito di tanti”.
Infine, la Commissione conclude con un’ulteriore precisazione: “nell’elenco dei membri della Commissione, esposti a “pubblico ludibrio”, non si capisce perché ne manchino alcuni, pur fondamentali per il loro contributo: pura dimenticanza o accanimento contro le figure sanitarie? Fermo resta che la Commissione, istituita con D.R., riconosce come interlocutore l’Assessore Arru”.