Cagliari, 21 Apr 2’16 - “Destano sconcerto la superficialità e l’arroganza con cui una parte della maggioranza ha imposto, all’interno della legge forestale approvata ieri, la norma che ridefinisce i criteri per il riconoscimento delle superfici boschive. Il famigerato articolo 4 della nuova legge, approvato con i voti di appena un terzo dell’Assemblea, è destinato ad avere effetti devastanti sul comparto agricolo, perché con una riga di inchiostro si trasformano in bosco migliaia di ettari di pascolo in tutta la Sardegna, facendo perdere agli allevatori i premi Pac previsti per tale tipo di superficie”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.
“L’assessora Spano, evidentemente, ha già dimenticato cosa è accaduto negli ultimi due anni, oppure ha scelto di non interessarsene, dal momento che confrontarsi con il mondo delle campagne non rientra tra le sue deleghe”, prosegue Dedoni. “Non c’è niente di rassicurante nell’affermazione secondo cui i nuovi criteri coincidono con quelli già utilizzati nella determinazione dei premi comunitari: quando, due anni fa, c’è stato il cosiddetto ‘refresh’, la riperimetrazione delle aree agricole sulla base degli stessi criteri che da ieri sono legge anche per la Regione Sardegna, le aziende isolane si sono trovate a fronteggiare la richiesta di restituzione di anni di premi ricevuti per aree adibite a pascolo, divenute improvvisamente ‘non agricole’ perché considerate bosco o macchia mediterranea. La nuova legge forestale poteva essere l’occasione per risolvere definitivamente un problema rimasto finora in sospeso, affrontato solo parzialmente con soluzioni di emergenza, invece il centrosinistra ha scelto ancora una volta di schierarsi con i burocrati di Bruxelles contro gli interessi del nostro comparto agricolo”.
“L’‘imprimatur’ dato alla legge forestale dal presidente Pigliaru in persona certifica che quello approvato ieri è un provvedimento di cui l’esecutivo si assume la piena responsabilità”, conclude il capogruppo. “Già questo, alla luce dei 21 voti favorevoli rimediati dall’articolo 4, dovrebbe spingere il Presidente a trarre le dovute conseguenze in sede politica. Se non lo farà ora, si troverà comunque costretto a farlo quando gli agricoltori scenderanno in piazza e la sua maggioranza gli volterà nuovamente le spalle come ha fatto ieri”.