Ozieri (SS), 8 Apr 2016 – «Un primo grande risultato i nove Consigli regionali che hanno promosso il referendum lo hanno già ottenuto: oggi non è più possibile rilasciare nuove concessioni entro le 12 miglia». Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau ha partecipato questo pomeriggio a Ozieri all'incontro pubblico promosso dal circolo dem cittadino nella sala conferenze San Francesco.
Dopo l'introduzione del segretario cittadino, Marco Murgia che ha spiegato l'obiettivo del confronto “ho voluto in questo modo contrastare l'invito del mio segretario nazionale a non andare a votare – ha detto - ai referendum bisogna partecipare, è un esercizio democratico che non può essere svilito”, il massimo rappresentante dell'Assemblea sarda ha illustrato le ragioni del sì.
«Il comitato promotore ha davvero avuto poco tempo per organizzare la campagna referendaria – ha spiegato Ganau – fortunatamente possiamo contare sul supporto di oltre 160 associazioni ambientaliste, sindacali e della società civile che stanno facendo un lavoro straordinario per aiutarci ad informare i cittadini. Lo scandalo Tempa Rossa - ha aggiunto Ganau – ha acceso impropriamente i riflettori sulla consultazione referendaria».
Il delegato sardo del comitato promotore ha spiegato che al momento in Italia sono ventitré le concessioni rilasciate per un totale di 135 piattaforme petrolifere offshore che producono meno del 1% del fabbisogno nazionale di petrolio. «Una percentuale che i sostenitori del no dicono sia necessaria per l'essenzialità - ha sottolineato Ganau - io sono convinto del contrario, anche perché se dovesse vincere il sì, il giorno dopo non succederà niente».
Il massimo rappresentante dell'assemblea sarda ha spiegato che le concessioni andranno a scadenza nei prossimi anni, una durata media di 10 anni, arco temprale per riconvertire tutti gli investimenti verso le energie rinnovabili. «Come hanno fatto gli Stati Uniti – ha aggiunto – che proprio a causa della concorrenza con gli Arabi smette di investire sul petrolio e sceglie le rinnovabili che a parità di investimento producono quattro volte di più il numero di occupati. Il petrolio non è rinnovabile, si esaurirà prima o poi e bisogna iniziare a costruire una strategia energetica che mantenga gli impegni assunti a livello internazionale di una progressiva riduzione delle fonti fossili nei prossimi 24 anni. Sulla sicurezza delle piattaforme – ha concluso Ganau – ricordo l'incidente nelle coste tunisine del 14 marzo, a campagna referendaria già avviata, e quello di appena due giorni fa in Francia, nella Loira, dove si è verificato un incidente ad una condotta della Total che ha causato la fuoriuscita di oltre 500 mila litri di idrocarburi».
Dopo le ragioni del no, illustrate da Michele Calaresu del PD, è stato aperto il dibattito.