Cagliari 26 Gen 2016 – La seduta si è aperta ieri pomeriggio sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito e prima di iniziare l’esame dell’ordine del giorno, il presidente del Consiglio ha comunicato che, a seguito degli incontri con i lavoratori Alcoa, è stato approvato un documento sottoscritto da tutti i capigruppo.
Nel documento, «pur non convivendo il metodo di azione messo in atto dai lavoratori, si ribadisce piena solidarietà alla loro lotta per il rilancio dell’azienda». Nell’attuale fase di stallo del confronto fra Governo e parti sociali, si legge ancora nella nota dei capigruppo, «si chiede l’intervento diretto del presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi al fine di individuare tutte le soluzioni necessarie per il mantenimento degli impegni assunti con la Sardegna in un settore industriale strategico per il Paese». Fra le soluzioni possibili, i capigruppo hanno infine indicato quella di «accordi bilaterali con l’Enel per creare le condizioni di una ripresa produttiva dell’azienda, con particolare riferimento alla questione dell’energia nell’unica Regione d’Italia priva del metano».
Il presidente Ganau ha infine annunciato che il primo febbraio, in occasione della seduta statutaria del Consiglio, l’Assemblea predisporrà un nuovo documento sulla crisi Alcoa, che sarà esaminato assieme alle norme di attuazione sulla vertenza-entrate.
Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha messo in evidenza che «stamattina sono stati distribuiti ai consiglieri i documenti sul bilancio e la legge finanziaria; quindi, in base al regolamento, i lavori dell’Aula devono essere sospesi per l’apertura formale della sessione di bilancio».
Il presidente ha osservato che, non essendo ancora la valutazione delle cosiddette “norme intruse”, passaggio necessario che precede la trasmissione del testo definitivo al Consiglio, non si può considerare aperta la sessione di bilancio.
L’Aula ha successivamente iniziato la discussione dell’art 40 (Funzioni delle province in via transitoria, passaggio alla Regione del polo culturale nuorese) del Dl n.176/A-Giunta regionale-Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna.
Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, prendendo ancora la parola sull’ordine dei lavori, ha sollecitato la discussione congiunta dell’emendamento n.2550 e dell’emendamento all’emendamento n.2512 (Utilizzo dei lavoratori delle società in house da parte dei nuovi organismi territoriali), entrambi relativi all’art.40, «per omogeneità della materia».
La proposta è stata accolta; sia il relatore del provvedimento Roberto Deriu (Pd) che l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu hanno però sollecitato, in relazione alla proposta del consigliere Peru, l’eliminazione dal testo della parola “Comuni”, trattandosi di compiti assegnati alle ex province.
Aprendo la discussione generale il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha affermato che quello in esame «è un articolo di grande rilievo che, però, nelle sue pieghe, da un lato parla di Nuoro e del territorio riconoscendone il valore culturale, e dall’altro si limita ad una indecente ricompensa dopo le tante manchevolezze ai danni della città e dei Comuni dell’area, confinate nella marginalità assieme a tutta la Sardegna di mezzo».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha affermato che al primo comma dell’articolo si parla di come gestire le funzioni delle ex province in fase transitoria, «scegliendo di riassegnare loro alcune competenze come fa la legge nazionale Delrio ma dimenticando di coordinare altre funzioni per esempio in materia di ambiente». L’altra questione importante contenuta nel testo, ad avviso di Locci, «riguarda il carico da 90 che con l’operazione Nuoro viene riversato sulle casse della Regione sarda, attraverso il trasferimento di personale, funzioni, rapporti attivi e passivi alla stessa Regione dai più importanti organismi culturali della città». Non si capiscono fra l’altro, ha osservato Locci, «le modalità di reclutamento del personale di queste importanti istituzioni ed il perché la Regione si faccia carico dei costi esclusivamente di tali partecipate; è un passaggio da chiarire con urgenza, perché ciò avviene mentre ci da una parte ci prepariamo a discutere una finanziaria che prevede meno risorse per gli enti locali e dall’altra si fanno operazioni-regalo con assunzioni ope legis».
Il consigliere Mario Floris (Misto) si è soffermato invece sulle possibili sovrapposizioni fra gli adempimenti relativi alla creazione della città metropolitana di Cagliari e le prossime elezioni amministrative. I primi atti, ha ricordato, «prevedono una serie di passaggi, dall’elezione del sindaco metropolitano, all’atto costitutivo, alla successione della funzioni fra città metropolitana e provincia di Cagliari che proiettano i loro effetti nei 90 giorni successivi all’approvazione della legge che stiamo discutendo». Ma in primavera, ha proseguito Floris, «ci sono le elezioni comunali a Cagliari e in altre città dell’area ed è evidente che questi adempimenti determinano interventi e turbative sulla campagna elettorale; per queste ragioni oggettive è necessaria una moratoria per spostare adempimenti ad una fase successiva alle elezioni, del resto si è seguito questo principio proprio nell’art 49/bis di questa legge per evitare sovrapposizioni fra le amministrative e le elezioni del Consiglio delle autonomie locali».
Il consigliere Michele Cossa, dei Riformatori, ha dichiarato che «l’articolo si presta a molte riflessioni di cui la principale è quella che sulle funzioni di province si è registrata una forte involuzione, accentuata da un emendamento della maggioranza che riscrive in toto l’art.40 ed assegna alle province anche funzioni in materia di bacini idrografici e coordinamento di manutenzione dei siti idrografici». La norma, ha protestato Cossa, «va in direzione opposta a quella enunciata dalla stessa legge di disciplinare talune situazioni nella fase transitoria, intervenendo invece in una materia delicatissima».
Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha condiviso le riflessioni contenute in molti interventi precedenti, sottolineando che «non è possibile che una riforma che parla di nuova centralità dei Comuni poi li espropri di importanti funzioni culturali del come accade per il Nuorese, che pure ha segnato la storia della Sardegna».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha parlato di «articolo combinato da prima ma ancora meglio con l’emendamento; il consigliere Oppi parla spesso di operazioni clientelari che chiama marchette, è vergognoso che si commetta un atto di arroganza del genere, prendendosi tutto il sistema culturale di Nuoro per gestirlo da Cagliari». Mi vergogno di questo Consiglio, ha lamentato Dedoni, «che fa carne di porco di un diritto naturale non solo di Nuoro ma di tutta la Sardegna, qualcuno forse pensa sia un regalino ma Nuoro non lo vuole come ha detto il Sindaco e nemmeno la popolazione». “È una rapina», ha concluso il consigliere, «non solo culturale ma dell’autonomia di una comunità, il ritorno del peggiore centralismo, la dimostrazione che alla maggioranza non interessa nulla dei problemi dei cittadini».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha messo in luce «l’evidente contraddizione che prima resuscita le province seppure in via transitoria e poi sottrae a Nuoro competenze e funzioni di grande importanza in campo culturale, dicendo chiaramente che tutto deve essere trasferito in capo alla Regione, mentre per le altre province e città metropolitana di Cagliari ci si preoccupa invece che continuino ad esercitare le loro funzioni».
Aperta la discussione sull’emendamento soppressivo totale n. 801=1094=1721=2194, il relatore della maggioranza Roberto Deriu (Pd) ha chiesto ed ha visto accordata dal presidente una sospensione dei lavori di dieci minuti. Alla ripresa, il presidente Ganau ha posto in votazione gli emendamenti soppressivi totali prima richiamati che non sono stati approvati e si è dunque passati alla votazione dell’emendamento 2551 (Deriu-Agus) all’emendamento sostitutivo totale 1987 che sopprime il comma 2 dell’articolo 40 ed è stato approvato.
Posto quindi in votazione l’emendamento aggiuntivo 2512 (Comandini ed altri) all’emendamento 1987 che introduce il comma 8 bis all’articolo 40 e stabilisce che “le Province così come la città metropolitana di Cagliari, per il territorio di propria competenza, sono autorizzate a avvalersi delle società in house operanti presso le stesse province al momento dell’entrata in vigore della presente legge”, l’Aula lo ha approvato con 43 favorevoli e solo 3 contrari.
Annunciata la votazione dell’emendamento aggiuntivo 2550 (Tedde-Peru) che proponeva il trasferimento alla rete metropolitana di Sassari del personale e delle funzioni, dei beni e dei servizi, delle società in house della provincia di Sassari e dei comuni di Alghero e Sorso, ha preso la parola il consigliere Marco Tedde (Fi) per auspicarne l’approvazione “così da porre rimedio alle inadempienze dell’assessore Paci che aveva annunciato pubblicamente la risoluzione delle problematiche delle società in house nello scorso mese di settembre”.
Antonello Peru (Fi) ha preannunciato voto favorevole e ha rivolto un appello ai consiglieri regionali del sassarese perché siano mantenuti i servizi offerti dalla società in house. «Mi auguro – ha concluso il vice presidente del Consiglio – che non ci siano trattamenti differenziati tra diversi i territori della Sardegna e si facciano così differenze tra i lavoratori del sassarese e del cagliaritano».
Alessandra Zedda (Fi) ha preannunciato voto a favore ed ha dichiarato che “con l’emendamento 2550 si offre l’opportunità di riequilibrare i diversi territori della Sardegna” ed ha concluso con la proposto di cassare la parola “personale”.
Il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini, ha dichiarato di condividere l’emendamento 2512 e ha mostrato contrarietà per il contenuto del 2550: «Non possiamo caricare su altri soggetti società che hanno valenza locale e i comuni che hanno in carico quelle società devono gestire quelle società perché operano in ambito prettamente locale».
Ignazio Locci (Fi) ha annunciato, invece, voto a favore del 2550 ed ha evidenziato le disparità di trattamento tra diversi territori della Sardegna.
Il presidente della commissione Lavoro, Gavino Manca (Pd) ha sottolineato come il tema della società in house sia stato affrontato in Regione («non si è perso neppure un posto tra quelli precari)» ed ha affermato che l’approvazione dell’emendamento n. 2512 “mette a riparo le situazioni rappresentate dalle società in house”. «Presentare emendamenti che non si basano su fondamenta solide – ha concluso l’esponente della maggioranza – non facilita la risoluzione dei problemi».
Salvatore Demontis (Pd) ha affermato che nelle norme approvate non c’è “disparità di trattamento” e nel preannunciare voto contrario al 2550 ha sottolineato che “la città metropolitana subentra alla provincia mentre la rete metropolitana no e quindi quest’ultima non deve farsi carico delle società in house dei comuni di Alghero e Sorso”. Segue