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Lavori Commissioni Consiglio Sardegna – Riordino Enti Locali, sindacati chiedono garanzie per il personale dipendente e i precari delle Province

 

Sassari 14 Dic 2015 – Norme di salvaguardia più stringenti per i dipendenti e i precari delle Province, proroga dei contratti a tutto il 2016 per i lavoratori delle società in house. Sono queste le principali richieste formulate dai sindacati alla Commissione “Autonomia” del Consiglio regionale alla vigilia del dibattito sul Dl 176 sul riordino degli Enti locali che da domani sarà all’attenzione dell’Aula.

Il parlamentino, presieduto da Francesco Agus, ha sentito i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, preoccupati per il futuro del personale degli enti intermedi.

“Il testo di legge in nostro possesso prevede un generico richiamo alla Delrio sulle tutele per il personale – ha detto il segretario della Cisl Funzione Pubblica Davide Paderi – ci sembra una posizione debole, è urgente prevedere clausole di salvaguardia più forti. Ancora non conosciamo il testo definitivo della riforma, ci aspettiamo un pronunciamento chiaro da parte della Giunta regionale. Sui posti di lavoro intanto sale la tensione, i lavoratori sono preoccupati per il loro futuro anche alla luce delle notizie che arrivano da altre regioni d’Italia dove l’attuazione della riforma nazionale non sta dando i risultati sperati”.

Fulvia Murru della Uil Funzione Pubblica ha invece chiesto garanzie sul mantenimento dell’articolo 71 del Disegno di legge (Conservazione del trattamento giuridico ed economico per i dipendenti delle province trasferiti ad altri enti) e chiarezza sulle risorse finanziarie che la Regione destinerà al passaggio delle funzioni dalle province alle Unioni dei Comuni. “Deve essere rispettato il principio che il personale segue le funzioni – ha rimarcato Murru – questo deve valere anche per i lavoratori delle società in house che finora hanno assicurato lo svolgimento dei servizi essenziali per i cittadini”.

Su questo fronte è intervenuto anche il segretario della Cgil Funzione Pubblica Antonio Cois che ha chiesto di prevedere una proroga dei contratti almeno fino al 31 dicembre 2016 per le società in house: “Questo provvedimento darebbe serenità ai lavoratori e garantirebbe la continuità dei servizi in attesa che la riforma degli enti locali entri a regime”.

Sulla situazione drammatica delle società in house si sono soffermati anche Giuseppe Atzori (Fisascat Cisl) Vincenzo De Monte (Uil) e Sergio Codonesu (Cgil). Per molti lavoratori– hanno ricordato i rappresentanti sindacali – i contratti scadranno nei prossimi giorni. Nessuno dei commissari delle Province ha dato finora indicazioni per le proroghe, alcune società hanno già avviato le procedure di licenziamento collettivo. “C’è bisogno di tempo perché la riforma diventi operativa – ha sottolineato Codonesu – occorre trovare le risorse per assicurare la continuità dei servizi altrimenti tutte le società in house saranno costrette a chiudere con conseguenze gravi per tutti i cittadini”.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Mario Floris, Walter Piscedda, Piero Comandini e Salvatore Demontis. Il presidente Francesco Agus ha garantito l’impegno della Commissione per assicurare la continuità dei servizi svolti finora dalla Province: “La Regione – ha ricordato Agus – ha dovuto subire le conseguenze di una riforma decisa a livello nazionale che ha comportato tagli pesantissimi per le province. L’obiettivo ora è lavorare in sintonia con la Giunta e i parlamentari per arrivare ad una soluzione condivisa”.

Agus ha auspicato l’accoglimento della proposta emendativa presentata in Parlamento alla Legge di Stabilità che prevede il superamento del precariato e l’estensione del contributo da 400 milioni di euro, stanziato a favore delle province delle Regioni a Statuto ordinario, anche per gli enti intermedi delle Regioni a Statuto Speciale (consentirebbe alla Sardegna di ottenere una dotazione di 15 milioni di euro). Il presidente, infine, ha concordato sul fatto che anche i lavoratori delle società in house debbano seguire le funzioni: “Il principio deve valere anche per loro.  La totalità delle funzioni e delle competenze su scuole, ambiente e strade rimane alle province e i servizi legati a questi settori sono in capo alle società in house. Il testo che domani andrà in Aula si occupa del riordino degli Enti Locali e non tratta la materia finanziaria. L’ultima Conferenza Stato-Regioni ha chiarito che le norme sulla riduzione di spesa per il personale non si applicano alle Regioni a Statuto Speciale. La speranza – ha concluso Agus –è che la Legge di Stabilità metta a disposizione le risorse finanziarie necessarie a garantire il funzionamento del sistema degli Enti Locali”.

 

Comune di Sassari - Una rete solidale contro la violenza di genere: siglato questa mattina un protocollo interistituzionale che unisce quindici enti del territorio.
Sassari 14 Dic 2015 – Lo hanno definito come un passo in avanti contro la lotta alla violenza di genere, in grado di creare una maggiore sinergia tra tutti gli enti e le associazioni che ogni giorno combattono la stessa battaglia. Uno strumento in grado di poter far emergere quella parte del fenomeno, ancora sommerso, che vede le donne vittime di violenza. Questa mattina la sigla del protocollo operativo inter istituzionale, che vede quindici enti coinvolti e partecipi nel fare fronte comune contro la violenza di genere, ha messo in luce quanto ancora, in molti casi, le donne non denuncino le aggressioni nei loro confronti da parte dei loro partner o ex partner.

«Una fenomeno quella della violenza contro le donne che – ha detto il sindaco di Sassari Nicola Sanna in apertura del suo intervento – si associa spesso a situazioni di disagio urbano. La nostra città non è attraversata, né più né meno, da fenomeni che interessano anche le altre città d'Italia. Rispetto alle altre realtà, però, noi abbiamo una rete, una presenza che altro non c'è o non è così diffusa. A Sassari infatti sono presenti attività e volontari dai quali è nato l'impegno del progetto Aurora, che ci ha consentito di essere un presidio fondamentale e di costruire una rete che, grazie al nostro settore dei Servizi sociali, oggi si è consolidata con questo protocollo».

Quanto il progetto Aurora sia stato importante in questi quindici anni di attività, e ancora lo sia oggi, lo ha chiarito subito Agostino Loriga dell'associazione Andalas de Amistade che, per conto del Comune, gestisce il progetto assieme alla casa protetta e al progetto minori vittime di violenza assistita.

Da quando Aurora ha cominciato a muovere i primi passi a oggi, che è diventata una “adolescente consapevole”, sono stati 1421 i casi trattati. Nel 2015 il centro ha accolto 162 persone maltrattate, sono state 140 le consulenze psicologiche. Sempre quest'anno, la casa protetta ha ospitato 17 donne e 21 bambini vittime di violenza assistita.

Negli ultimi tre anni il numero delle donne seguite dal progetto Aurora è aumento, passando da 126 del 2013, alle 138 del 2014 e alle 162 attuali, mostrando non tanto forse un aumento del fenomeno della violenza quanto una emersione del fenomeno e una maggiore consapevolezza da parte delle donne. Perché molte donne – è stato detto durante il convegno di questa mattina a Palazzo di Città “violenza di genere e le sinergie operative nella città di Sassari” – ancora si vergogna a denunciare le violenze subite.

I numeri raccolti dal progetto Aurora negli ultimi 3 mesi parlano di un costante aumento di richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza intra familiare, compiuta prevalentemente da partner ed ex partner. A ciascuna unità corrisponde il volto di una donna, la vita di una vittima di violenza. 31 nuovi casi, 2 segnalazioni di vittime che anche in passato avevano chiesto aiuto, 23 nuove consulenze, oltre alle 15 donne che già da tempo sono in carico al centro antiviolenza. Sono i dati dell'ultimo trimestre registrati dal progetto Aurora, che ogni giorno offre uno spazio di consulenza psicologica e sociale, rivolto alle donne vittime di violenza, finalizzato a offrire interventi di aiuto in situazioni di maltrattamento. Donne, picchiate, abusate, stuprate, che hanno subito violenze fisiche e psicologiche. Ancora una volta i dati evidenziano una violenza che non conosce ceto sociale, colore di pelle, età o ricchezza. Nessun nuovo caso di autori di violenza sconosciuti alla vittima, mentre 27 sono membri della famiglia, per lo più partner (23 casi) e italiani (soltanto 3 casi di stranieri). Il centro accoglie non solo donne di Sassari, ma anche di molti comuni limitrofi.

Il centro antiviolenza opera a 360 gradi, nel centro di ascolto, nella casa d'accoglienza e in un lavoro di rete con il mondo dell'associazionismo e con gli altri Comuni del territorio. Le donne sono supportate durante tutto il cammino, e anche una volta uscite dalla casa Aurora, sono aiutate a trovare un alloggio e un lavoro, con tirocini formativi in diverse aziende. Con le ospiti dimesse dalla Casa di Accoglienza si sono condotti periodici colloqui di monitoraggio e sostegno nel percorso di reinserimento socio-relazionale. Tante sono anche le attività integrative non soltanto per le vittime di violenza, ma anche per i bambini ospitati nella casa protetta. Sono ad esempio stati avviati i progetti di pet terapy, nuoto baby e ludo lettura.

Da più di un anno è stato attivato inoltre uno Sportello Anti stalking che garantisce assistenza e supporto alle vittime di stalking e interventi di trattamento e presa in carico degli autori degli atti di violenza di genere; questo sportello, istituito in base alla legge regionale n. 26 del 2013, evidenzia un'attenzione speciale rispetto alla necessità di agire direttamente alla radice del problema, lavorando sugli uomini maltrattanti perché possano, con l'aiuto degli specialisti, acquisire modalità relazionali più adeguate nel rapporto con l'altro sesso. Nell'ultimo periodo sono inoltre stati avviati percorsi di tutela dei minori per contrastare anche la violenza assistita, il fenomeno che vede i bambini testimoni della violenza di un genitore sull'altro.

Che il protocollo siglato oggi rappresenti un momento fondamentale lo ha detto anche l'assessora alle Politiche sociali Monica Spanedda. «Ritengo che possa essere necessario al lavoro di tutti gli enti che hanno firmato questo atto unire i dati a disposizione per un'analisi più puntuale. In questo modo – ha sottolineato la rappresentante della giunta di Nicola Sanna – è possibile cogliere in maniera più efficace, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, il fenomeno per un migliore intervento.

Alla stesura del protocollo, proposta e coordinata dal Comune, hanno preso parte tutte le realtà interessate nella lotta alla violenza: il Comune di Sassari, la Prefettura, il tribunale ordinario, la Procura della Repubblica, il tribunale per i Minori e la Procura della Repubblica presso il tribunale per i Minorenni, il consiglio dell'Ordine degli Avvocati, l'Azienda sanitaria locale, la Questura di Sassari, il comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri e quello della Polizia municipale, la commissione Pari Opportunità del Comune di Sassari, il consiglio direttivo dell'Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Sassari, il Cam (centro di ascolto uomini maltrattanti), l'associazione Confcooperative Sassari-Olbia e l'associazione sportiva “Progetto sport”.

Ciascuna ha portato il proprio contributo nell'indicare quale sia il campo di azione e le competenze di ciascuno e come si possano integrare con quelli degli altri attori.

Tra gli obiettivi, si legge nel documento, ci sono quelli di contribuire a far emergere il fenomeno della violenza di genere, predisponendo una mappatura delle azioni intraprese dai singoli soggetti e adottando una omogenea griglia di rilevazione dei dati utili; educare alla costruzione della cultura della non violenza, stimolando una diversa consapevolezza tra le generazioni attraverso la diffusione di iniziative e di interventi in tutto il territorio dell'ambito del plus; programmare la formazione degli operatori che, per la loro funzione, vengono a contatto con le persone che richiedono aiuto; promuovere la pianificazione e la realizzazione di interventi coordinati finalizzati alla prevenzione della violenza di genere, alla protezione, al sostegno e alla promozione di percorsi tesi a garantire la qualità della vita delle vittime.

Fondamentale sarà il Tavolo permanente, previsto dallo stesso protocollo, che servirà a sviluppare la conoscenza reciproca tra i soggetti firmatari e la rete dei servizi, migliorare le metodologie d’interazione, condividere informazioni rispetto ai propri servizi e procedure d'accesso con gli altri aderenti al protocollo, individuare le criticità del territorio e le priorità verso le quali gli aderenti al protocollo dovrebbero intervenire studiando le possibili soluzioni operative e garantire l'osservanza della metodologia operativa e delle attività previste nel protocollo.

In particolare, la possibilità di un confronto dei dati in possesso di ciascun ente potrebbe consentire, a opera delle competenti Istituzioni territoriali, l’elaborazione di mirati interventi sociali finalizzati alla eliminazione delle relative cause di violenza. Così, elaborare i dati dell'ultimo trimestre del centro Aurora che evidenziano il costante aumento di richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza intra familiare, con quelli forniti da tribunale e Procura sul numero di procedure per separazione e divorzio in cui componenti del nucleo familiare sono stati oggetto di reiterate violenze fisiche o sessuali potrebbe aiutare a capire se ci sia una correlazione e quali attività possano essere messe in campo per evitare che si creino altre situazioni simili. Red

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