Press "Enter" to skip to content

Napolitano, il giorno dopo. Berlusconi: “Nome di garanzia”.

"Vogliamo sperare che si possa arrivare ad un Capo dello Stato che sia garante di tutti e non di una parte. Credo sia una domanda assolutamente logica e giusta pretendere di avere un presidente che non sia un seguito di tre presidenti di sinistra che hanno portato questo paese a questa situazione non democratica". Silvio Berlusconi, intervenendo ad un'iniziativa organizzata da Forza Italia, detta le sue condizioni per la scelta del prossimo Capo dello Stato certo, come spiegherà poi ai senatori forzisti riuniti a palazzo Grazioli, che siano indispensabili i voti di Fi nell'elezione.

"Niente veti e nessuna competizione ideologica su un nome preferito, perché non è che si sceglie con chi si va a cena", è la risposta del premier Matteo Renzi, arrivata nella serata di ieri. Il capo dello Stato va eletto "con tutti quelli che ci stanno: con il centrodestra, con i leghisti, con Sel, con Grillo, con i centristi", ha spiegato l'ex sindaco di Firenze avvertendo Fi che senza una accordo il Presidente "lo eleggeremo da soli".

Sono le prime schermaglie all'indomani delle dimissioni, annunciate, di Giorgio Napolitano. E, numeri alla mano, la maggioranza di governo potrebbe, a partire dal quarto scrutinio, fare effettivamente a meno dei voti di Forza Italia. Per eleggere il prossimo inquilino del Colle serviranno infatti 505 voti (sempre a partire dalla quarta votazione quando basterà la maggioranza assoluta e non più quella qualificata dei due terzi, necessaria nei primi tre scrutinii), e la maggioranza che oggi sostiene l'esecutivo ne ha circa 700, mentre 150 sono i grandi elettori di Forza Italia.

Numeri che nascondo però una serie di insidie e non raccontano tutta la partita che si sta iniziando a giocare. Ancora troppo fresco è il ricordo dei 101 che affondarono la candidatura proprio per il Colle di Romano Prodi poco più di un anno fa. Non basta avere infatti i numeri sulla carta per eleggere il Presidente, e ne è ovviamente cosciente il premier. Inoltre, specie nella scelta del Presidente della Repubblica, arbitro e garante della Costituzione, è buona norma e prassi politica cercare un accordo il più inclusivo possibile.

L'obiettivo, in questo senso, è storicamente quello di cercare una sintesi tra la maggioranza parlamentare e il primo partito d'opposizione che, oggi, è il Movimento5Stelle. "Non è possibile che restino chiusi sempre in protesta", commenta Renzi.

Sono quindi iniziate, all'interno dei partiti, le manovre per la scelta del candidato al Colle, e mentre l'Ncd, all'interno della maggioranza, preme per un candidato cattolico, la Lega chiede un nome non di sinistra. Grillo attende invece l'esito delle qurinarie, le elezioni on-line tra gli attivisti del Movimento5Stelle indette per scegliere il candidato pentastellato. Intanto è in programma oggi un incontro tra Berlusconi e Fitto, per cercare di ricucire le posizioni all'interno di Forza Italia mentre slitta a lunedì la direzione del Pd.

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »