L'Italia torna in deflazione. A gennaio 2015 i prezzi subiscono una flessione dello 0,6 per cento su base annua e dello 0,4 rispetto a dicembre 2014, toccando il livello più basso dal settembre 1959. Ad incidere - sottolinea l'Istat nelle stime preliminari - sono stati soprattutto la caduta tendenziale dei prezzi dei beni energetici e il rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, in particolare quelli relativi ai trasporti.
Per il Codacons pesa anche la ridotta capacità d'acquisto dei cittadini. E in merito alla spesa, sempre oggi l'istituto di via balbo ha diffuso le modifiche al paniere relative alle nuove abitudini di acquisto degli italiani.
A pesare sulla deflazione è soprattutto la componente energetica. I prezzi dei beni energetici, infatti, segnano un meno 14,1 per cento rispetto al meno 8 di dicembre. In particolare i carburanti segnano una flessione del 15,2 per cento annuo, il livello più basso dal luglio 2009. Pesa anche il rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, con particolare riferimento ai trasporti che passano dal più 2 per cento di dicembre al più 0,2 di gennaio.
I prezzi dei beni diminuiscono dell'1,5 per cento, dello 0,8 rispetto a dicembre e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi si dimezza -da più 1 per cento a più 0,5 - di conseguenza, spiega l'Istat, rispetto a dicembre 2014 il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di due decimi di punto percentuale. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto, per effetto soprattutto dei ribassi dei carburanti, diminuiscono dello 0,5% su base mensile e dell'1,4% su base annua. Aspettando l'aggiustamento quantitativo della Bce questo il quadro certificato dall'istituto nazionale di statistica in attesa degli aggiustamenti anti-deflazione del piano di quantitative easing del governatore Bce Mario Draghi previsto a partire da marzo.





