La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con l’art. 4 della egge finanziaria 2015. Il presidente, dopo aver dato lettura degli emendamenti presentati ed acquisito i pareri del presidente della Commissione Bilancio e della Giunta, ha aperto la discussione generale sull’articolo e gli emendamenti.
Il consigliere Alessandra Zedda, di Forza Italia, ha affermato che «il mutuo rappresenta la fotografia sbiadita delle buone intenzioni che, attraverso il ricorso al metodo keynesiano, che dovrebbero dare nuovo sviluppo alla Sardegna». Ma prima del mutuo, ha avvertito, «avremmo dovuto esplorare altre vie di finanziamento e soprattutto attivarci al massimo per ottenere tutte le risorse che ci spettano dallo Stato; quella deve essere la strada maestra, così è un percorso viziato dall’incapacità di poter contare su quello che è nostro». Annualmente, ha ricordato ancora il vice capogruppo di Forza Italia, «stiamo parlando di 150 milioni e non sono risorse rilevanti, però è chiaro che l’intervento sarebbe stato molto più efficace se inserito in un quadro di sburocratizzazione e di riforma della Regione ma così non è stato: vedremo, forse, risultati a medio e lungo termine ma il contrasto forte alla crisi si deve fare adesso».
Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di Forza Italia, ha osservato che «il mutuo è la seconda colonna portante della finanziaria che certifica la resa della Regione allo Stato e, anche per questo, Keynes si starà rivoltando nella tomba, sia perché si tratta di risorse minimali che non smuovono l’economia e non hanno effetti moltiplicatori, sia perché con il recente bando a sportello da 70 milioni (criticato duramente dallo stesso Soru, segretario regionale del Pd) sono stati premiati i più veloci ma non i progetti di qualità». Sarebbe stato meglio, secondo Tedde, «assegnare direttamente queste risorse ai Comuni per consentire decisioni dal basso di rilevanza strategica, così si è imboccata una strada opposta al decentramento, senza giustizia e senza equità».
Il consigliere Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, ha definito l’articolo 4, senza mezzi termini, «il peggiore di tutta la finanziaria, non per questioni di quantità ma perché incarna atteggiamento della Giunta contrario alla Gallura; nella finanziaria ci sono risorse per Ogliasta, il Nuorese, la provincia di Sassari, il Sulcis e Cagliari città metropolitana, ma per la Gallura non c’è nulla e questa è una provocazione alla dignità delle persone che vivono e lavorano in quella parte di Sardegna». In più, ha aggiunto Fasolino, «va ricordato che quell’area vive di edilizia e viene penalizzato ulteriormente bloccando il Piano casa: la Gallura non merita questo trattamento ed è giusto che il Consiglio lavori ad un autentico riequilibrio che nasce da una autentica esigenza di giustizia».
Il consigliere Michele Cossa, a nome dei Riformatori, ha parlato di un «articolo emblematico, perché viene definito anticiclico o keynesiano ma non è vero perché ha un impatto modesto sull’economia regionale». Di per se, ha precisato Cossa, «il mutuo non è una cosa scandalosa ma a condizione che vi siano buone previsioni di impatto sul sistema ma qui non c’è strategia, solo interventi spezzettati senza logica se non quella di soddisfare certi interessi a macchia di leopardo». Il risultato finale, ha concluso Cossa, «sarà certamente un debito a carico dei sardi con vantaggi reali probabilmente vicini allo zero».
Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi: «L’articolo 4 è il punto dolente di questa Finanziaria», ha detto l’esponente della minoranza ricordando che negli anni precedenti è stato utilizzato il rigore da parte di chi gestisce i lavori pubblici, mentre oggi propone il mutuo. «Non vorrei – ha affermato - che questa norma diventasse una trappola fiscale ed economica per la Regione per i prossimi anni». Cherchi si è detto critico anche sulla qualità degli interventi, “che non porteranno economia alla Sardegna”. Secondo il consigliere di Forza Italia «l’elenco della tabella F presenta qualche interesse diretto territoriale, per accontentare tutte le parti politiche». Per Cherchi è stato dimenticato il territorio di Oristano.
Per il consigliere Ignazio Locci (FI) «in questo mutuo di 700 milioni la cosa più strana è rappresentata dai 454 milioni che si sono voluti sottrarre alle indicazioni della Commissione Bilancio. Si è voluto evitare che il Consiglio regionale potesse programmare le risorse di tutti i sardi. «Questo consiglio dovrebbe avere un ruolo più forte nella programmazione delle risorse – ha detto il consigliere di Forza Italia - sarebbe importante un coinvolgimento maggiore del Consiglio da parte dell’esecutivo. I 22 milioni per le aree di crisi di Sassari, Nuoro e Ogliastra sono un esempio».
Il presidente ha poi dato la parola al capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau (la base): «Quest’articolo è molto importante perché è un momento in cui è possibile recuperare risorse per interventi decisivi». Arbau ha spiegato che parte delle risorse saranno utilizzate per il Piano casa e per l’edilizia abitativa. «Questo è lo spirito del mutuo», ha detto ricordando che la Gallura non è stata abbandonata, visto l’importante investimento sul San Raffaele. L’esponente della maggioranza ha anche precisato che i fondi non sono nella disponibilità dell’assessore Maninchedda, lui farà una proposta che poi arriverà in Commissione e in Consiglio, e che le aree di crisi sono state individuate in base agli indicatori del Mise.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto d’accordo con il segretario del Pd, Renato Soru, quando afferma che “è facile indebitarsi e più difficile restituire quei soldi”. Secondo Pittalis però è l’assessore Maninchedda a dettare la linea politica di questa Giunta e di questa maggioranza. «Onorevole Maninchedda complimenti». E sul mutuo il capogruppo di Fi ha aggiunto: «Avete utilizzato uno strumento con molta faciloneria, soprattutto in previsione del pareggio di bilancio. Come avete intenzione di recuperare le risorse per pagare il debito?». Sulla Tabella F ha poi aggiunto che non si vede né il criterio di equità né il criterio del metodo.
L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha ribadito in premessa le ragioni della scelta a favore della contrazione del mutuo da 700 milioni di euro ed ha definito tale decisione “caratterizzante” della Manovra 2015. In una situazione di crisi – ha spiegato il delegato al Bilancio della Giunta Pigliaru – si cerca di far ripartire l’economia e l’operatore pubblico può intervenire direttamente con azioni di promozione degli investimenti. Nel caso della Sardegna – ha proseguito – si è deciso di finanziare gli investimenti nelle infrastrutture attraverso la contrazione di un mutuo, considerati i bassi tassi di interesse che caratterizzano l’attuale mercato del credito. L’assessore Paci ha quindi ricordato l’azione della Giunta per la riduzione del debito pubblico della Regione (circa 200 milioni di euro anno) e sottolineato quindi la diminuzione dell’importo della relativa rata sul debito.
L’esponente dell’esecutivo ha poi fornito ulteriori dettagli sul mutuo e specificato che a fronte dell’importo complessivo di 700 milioni di euro, il cosiddetto “tiraggio” annuo è pari a 150 milioni di euro, mentre la prima rata si aggira intorno ai cinque milioni di euro.
Per quanto attiene le infrastrutture da realizzare, l’assessore Paci, ha indicato nella tabella “F” allegata alla Manovra, l’indicazione delle opere già finanziate con fondi regionali che sono state spostate sul finanziamento tramite il muto, così da liberare ulteriori risorse in bilancio. Mentre ulteriori infrastrutture per 500 milioni di euro saranno programmate con una delibera di giunta che sarà trasmessa al Consiglio per la formulazione del previsto parere.
Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi posto in votazione gli emendamenti all’articolo 4, ad incominciare dai soppressivi totali 90=321=491=620 che non sono stati approvati. Stesso esito nelle successive e distinte votazione degli emendementi soppressivi parziali 91=96=178; 179=658; 478; 477; 476; 506. A causa di alcuni problemi tecnici con l’accordo dell’Aula il presidente ha proceduto con votazione a scrutino palese ed non è stato approvato l’emendamento sostitutivo parziale n. 480.
Si è proceduto dunque con la votazione dell’intero articolo 4 che è stato approvato ed il presidente ha dato annuncio dell’emendamento aggiuntivo 307, presentato dalla Giunta, che così recita: dopo le parole “o di interesse regionale” sono aggiunte le seguenti parole “e ad accompagnare gli strumenti per lo sviluppo territoriale di cui all’articolo 1 comma 1”. Il Consiglio ha dunque approvato l’emendamento 307 ed il presidente Ganau ha proceduto con l’emendamento aggiuntivo 497, sul quale il relatore e la giunta hanno espresso l’invito ai presentatori (Busia e altri sette consiglieri della maggioranza) al ritiro.
Anna Maria Busia (Cd) ha dichiarato la disponibilità al ritiro dell’emendamento sull’istituzione dell’agenzia delle entrate sarde ma ha invitato l’assessore Paci e l’intera Giunta a farsi carico della questione che – a giudizio della Busia – è di fondamentale importanza per la definizione e conclusione della vertenza entrate.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato di fare proprio l’emendamento aggiuntivo 497 ed ha chiesto la votazione a scrutinio segreto che ha avuto il seguente esito: votanti 57; favorevoli 8; contrari 48 e un astenuto.
Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’art. 5. Alla norma sono stati presentati 78 emendamenti, sulla maggior parte dei quali il presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini, e l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, hanno espresso parere negativo. Paci si è scusato con la Commissione per il ritiro di alcuni emendamenti ai quali, “per un disguido tecnico”, era stato dato inizialmente parere favorevole.
Marco Tedde (Forza Italia) ha manifestato forti perplessità sull’impianto dell’art. 5. «Si tratta di una norma eccessivamente articolata e di difficile interpretazione – ha detto Tedde - richiama alla memoria il mutuo “multilinea” da 70 milioni di euro». Il consigliere di minoranza si è detto contrario anche al secondo comma dell’art. 5 che stanzia 40 milioni per opere di immediata appaltabilità: «Il rischio ha detto Tedde è che vengano utilizzati per scorrere la graduatoria del bando a sportello fatto per lepri e volpi».
Dubbi anche sul definanziamento della opere pubbliche previsto dal comma 3 in caso di mancata assunzione di obbligazioni giuridiche da parte del soggetto appaltante: «Il definanziamento – ha sostenuto l’esponente azzurro – deve essere collegato a una diretta responsabilità dell’ente. La mancata assunzione di obbligazioni giuridiche non è sempre imputabile agli enti locali».
Tedde ha chiesto infine di correggere la previsione del comma 12 sul piano per le infrastrutture dal 454 milioni di euro. «Visto l’importo previsto e considerata l’importanza del Piano per lo sviluppo della Sardegna il previsto parere della Commissione consiliare competente deve essere vincolante».
E’ poi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto una breve sospensione dei lavori per consentire ai capigruppo di incontrare una delegazione dei rappresentanti dei Consorzi di Bonifica della Sardegna. La richiesta è stata accolta e i lavori sono stati sospesi per un quarto d’ora.
Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha poi convocato la Conferenza dei Capigruppo che ha definito la tabella di marcia per l’esame della manovra finanziaria: il Consiglio si riunirà oggi fino alle 22, mentre domani e venerdì si andrà avanti a oltranza.
Ganau ha poi dato la parola ad Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha evidenziato la difficoltà della maggioranza nell’esame dell’art.5: «I lavori in Commissione sono stati farraginosi – ha detto Zedda – ci viene difficile comprendere che cosa è rimasto del testo originario».
L’ex assessore alla Programmazione della Giunta Cappellacci si è poi soffermato sulla riforma di Area. «L’Agenzia per l’edilizia abitativa fino ad oggi ha dimostrato di non brillare in termini di gestione e programmazione delle risorse – ha affermato Zedda – bene dunque il passo indietro della maggioranza: affidare da subito le competenze sulle opere pubbliche ad Area, senza riferimenti normativi, sarebbe stato difficile». L’esponente della minoranza ha suggerito di rivedere le anche funzioni dell’azienda sull’edilizia abitativa. «Non è un problema di questa Giunta, né della passata legislatura, prima lo IACP e oggi Area non hanno messo in campo una politica a sostegno di chi ha più necessità. Si potevano favorire le giovani coppie evitando lo spopolamento di Cagliari. Area –ha sentenziato Alessandra Zedda – ha fallito».
Sul fondo da 40 milioni di euro per le opere di interesse locale, Zedda ha auspicato criteri rispettosi delle amministrazioni locali e delle fasi di progettazione: «Le risorse devono andare esclusivamente alle nuove opere di interesse locale, non vengano utilizzati per altre scelte – ha affermato Zedda - sul recupero di residui non mi scandalizzo. Bisogna fare di necessità virtù, si fa bene a recuperare le opere non concluse perché il blocco dei lavori, in molti casi, non è imputabile ai comuni».
Sulla Tabella F, infine, il consigliere di Forza Italia ha denunciato una mancanza di concertazione. «Avremmo gradito un maggiore coinvolgimento – ha concluso Zedda – invece ci è stato propinato un compito pronto di cui non condividiamo né il metodo né la sostanza. Ci auguriamo che il Piano delle infrastrutture possa dare i risultati auspicati».
Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha espresso forti critiche sulle disposizioni dell’art. 5 «Su 70 milioni di euro alla Gallura arrivano solo un milione e duecentomila euro – ha attaccato Fasolino - in quest’articolo c’è la prova del reato. Non sono contrario ai piani territoriali che premiano le altre aree della Sardegna ma in Gallura vogliamo avere pari dignità». Fasolino ha poi contestato chi ha parlato in Aula dell’ospedale San Raffaele di Olbia. «E’ un raffronto che non regge – ha detto – il progetto per questa infrastruttura risale agli anni ’80».
Il consigliere di Forza Italia ha poi chiesto più attenzione per le aree a forte rischio idrogeologico: «I soldi vanno messi dove è necessario – ha sottolineato Fasolino – la storia recente ci ha detto quali sono le aree più esposte. La Gallura è una di queste senza nulla togliere a territori come l’Ogliastra, il Sulcis, il nuorese e il sassarese».
L’esponente dell’opposizione ha poi parlato di Area: «La vendita degli immobili rappresenta una grande opportunità per la Regione. Sarebbe un segnale importante di programmazione». Ultimo accenno infine alle infrastrutture: «Le opere strategiche devono essere condivise con i territori – ha concluso Fasolino - occorre coinvolgere gli amministratori locali per poter spendere bene i fondi.
Diamo forza ai Comuni, sono loro che conoscono le esigenze dei territori, a loro deve andare la competenza per la programmazione di una parte delle risorse disponibili». Segue





