Ancora alta tensione, ancora violenza e spari. A Ferguson, negli Stati Uniti, continuano le proteste e due poliziotti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco. A portare in strada i manifestanti questa volta è stata la notizia delle dimissioni del capo della polizia locale, Thomas Jackson, in seguito a un rapporto del Dipartimento di Giustizia di alcuni giorni fa, che aveva evidenziato diffusi abusi basati su discriminazioni razziali nella condotta della polizia cittadina e del tribunale locale.
I manifestanti avevano chiesto la rimozione di Jackson sin dallo scorso agosto, quando il 18enne nero Michael Brown, disarmato, era stato ucciso dal poliziotto bianco Darren Wilson. La vicenda aveva scatenato proteste in tutto il paese, ma l’agente non è stato incriminato. Un’indagine separata del Dipartimento di Giustizia ha invece evidenziato che la polizia di Ferguson ha comportamenti discriminatori nei confronti degli afroamericani.
La scorsa notte circa 150 manifestanti hanno preso di mira il Dipartimento di polizia della cittadina del Missouri, mostrando anche una bandiera con scritto “il razzismo vive qui”. Una ventina di agenti ha poi spinto i contestatori a maggiore distanza dall’edificio.
Poco dopo la mezzanotte, mentre la folla iniziava pacificamente a disperdersi, da un gruppo di case nelle vicinanze sono stati esplosi dei colpi d'arma da fuoco, tre stando a quanto si vede in un video pubblicato su YouTube. La folla è stata presa dal panico: alcune persone si sono gettate a terra, altre hanno iniziato a scappare. Due agenti, un 41enne e un 32enne sono stati colpiti, rispettivamente alla spalla e alla faccia: uno apparterrebbe alla contea di St.Louis e l'altro al comune di Webster Groves. Sono gravemente feriti e sono stati trasportati in ospedale. Sono coscienti e non sono in pericolo di vita. Il dipartimento è stato a quel punto circondato da un gran numero di uomini della polizia, alcuni in tenuta antisommossa. Almeno due persone sono state fermate, ma prima degli spari.





