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Attentati alle moschee nello Yemen, è strage: oltre 130 morti

Strage di sciiti nel centro di Sana'a, in Yemen, nel venerdì di preghiera: è di 137 morti e più di 345 feriti il bilancio, provvisorio, del doppio attentato kamikaze che ha colpito due moschee frequentate dai ribelli Houthi, il movimento sciita che da settembre ha occupato la capitale yemenita. L'attacco è stato rivendicato dall'Isis con un messaggio Twitter e lo afferma anche il sito Site Intelligence Group.

Intanto, nuovi raid aerei hanno colpito la città di Aden, nel sud dello Yemen, dove da alcune settimane risiede il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi. Lo riferiscono fonti stampa locali, dopo che già giovedì alcuni caccia sollevatisi in volo a Sana'a avevano cercato di colpire il complesso presidenziale di Aden. Secondo le fonti, la contraerea delle forze fedeli al presidente Hadi è entrata nuovamente in azione per respingere l'attacco.

Gli attentati e i combattimenti ad Aden "mirano chiaramente a far deragliare il processo di transizione" nel Paese, ha commentato il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, esortando "tutte le parti a ritornare al dialogo e a negoziati inclusivi".

Nella capitale hanno agito quattro "shahid": due all'interno delle moschee Badr e Hashoush durante la preghiera del venerdì, due all'esterno a bordo di un'autobomba. Un quinto attentatore è entrato invece in azione a Saadah, altra roccaforte Houthi nel nord del Paese, ma è stato ucciso dalle forze di sicurezza prima di farsi esplodere. Tra le vittime, vi è anche il noto imam houthi della moschea Bad, Al-Murtada bin Zayd al-Muhatwar. 

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