L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento soppressivo parziale n. 522 (Fasolino ed altri) che propone la soppressione della parte del comma 6 dell’emendamento sostitutivo totale n.125 che esclude, nelle zone commerciali e in quelle dei servizi generali, gli incrementi volumetrici degli immobili con destinazione abitativa e residenziale.
Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che ha sottolineato l’inutilità del Dl 130. «Meglio lavorare a una legge organica sull’urbanistica. La maggioranza ha preso in giro le persone in campagna elettorale annunciando l’approvazione di un nuovo Piano Casa. Bisogna essere chiari con le persone».
Giudizio negativo anche da parte di Ignazio Locci (Forza Italia) secondo il quale nel Dl 130 «non c’è logica pianificatrice, ma solo un insieme di divieti».
Oscar Cherchi (Forza Italia) ha chiesto di eliminare il limite dei 400 metri cubi per gli incrementi volumetrici nelle zone D e G: «Noi riteniamo che all’interno dell’attività produttiva la parte destinata a residenziale (abitazione del proprietario o del custode) debba avere la possibilità di ampliamento nella stessa percentuale attribuita alla destinazione principale».
Michele Cossa (Riformatori), dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’emendamento, ha sollecitato l’assessore a dare una risposta sul perché sia stata prevista una disciplina diversa per le zone industriali e artigianali e quelle commerciali. «Il Dl in discussione - ha detto Cossa - permette un agevole passaggio da una destinazione d’uso all’altra, non si capisce per questo il perché di questi limiti».
Secondo Marco Tedde (Forza Italia) l’eliminazione dei divieti per gli incrementi volumetrici «non favorirebbe le speculazioni. Si tratta di agevolare i piccoli imprenditori che vogliono ampliare uno stabile a uso abitativo accanto alla propria azienda».
Luigi Crisponi (Riformatori) ha richiamato l’Aula a una maggiore attenzione: «Vedo troppi colleghi affetti da “smartphonite” – ha detto – in Aula si vedono troppe teste chine poco disposte ad accogliere le nostre sollecitazioni».
Il capogruppo di Area Popolare Sarda Gianluigi Rubiu ha ribadito il concetto già espresso nei precedenti interventi: «I limiti non hanno senso. In questo modo si ostacola lo sviluppo della Sardegna. Bisognerebbe chiedersi quante sono le persone disposte oggi ad investire nelle zone industriali. Credo siano davvero pochi, questa gente andrebbe premiata».
Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha fatto ricorso a un vecchio detto sardo per descrivere l’atteggiamento della maggioranza: est comente a pistare s’abba in su mortarzu (è come pestare l’acqua nel mortaio). Secondo il consigliere di minoranza «è doveroso togliere il divieto del residenziale nelle zone D e G. I limiti non hanno un fondamento logico, serve invece una regolamentazione per impedire speculazioni, i divieti assoluti non servono».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha insistito «sull’anomalia del voler imporre divieti senza tener conto della crisi che attraversano le attività produttive. Occorre salvaguardare le strutture e gli investimenti già fatti, Non si capisce la ratio del provvedimento».
In risposta al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis è intervenuto l’assessore Cristiano Erriu: «La ratio della norma è mantenere la destinazione d’uso effettiva. Consentire, per esempio, incrementi volumetrici del 25% ai grandi centri di distribuzione e di vendita comporterebbe ampliamenti molto grossi».
L’assessore ha poi fornito una risposta al quesito posto dal consigliere dei Riformatori Michele Cossa: «la disposizione serve a distinguere tra le zone dove sono consentite attività produttive miste e altre dove invece questa possibilità non è contemplata. Il problema della destinazione d’uso deve essere governato consentendo a chi ha il compito di rilasciare autorizzazioni di distinguere tra le diverse attività».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.522 che è stato respinto dall’aula con 28 voti contrari e 18 a favore. Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento 527 presentato da Fasolino ed altri colleghi.
Per dichiarazione di voto, il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha sottolineato che la proposta «ha lo scopo di ribadire che è giusto cancellare il divieto della destinazione residenziale e consentire quindi l’incremento volumetrico nelle zone D commerciali e di servizi generali».
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi), favorevole, ha ricordato che l’attività edilizia non può incidere sull’attività commerciale come dice la normativa regionale; sono due percorsi nettamente separati e, per esempio, un centro commerciale che riservasse uno spazio per i dipendenti farebbe certamente un buon servizio alla comunità».
Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha suggerito, semmai, di «vincolare l’incremento al miglioramento della funzionalità del manufatto o del contesto urbano; siamo chiamati a fare riforme vere per dare impulso all’economia della Sardegna e per questo dobbiamo dimostrare anche di avere coraggio».
Il consigliere Rossella Pinna (Pd), ripercorrendo l’andamento del dibattito ed i suoi filoni principali, ha rilevato che «l’ostruzionismo dell’opposizione è come la favola del pastorello che gridava al lupo al lupo, ottenendo prima attenzione e poi finendo per essere ignorato; che la minoranza, dunque, sia propositiva per il bene della Sardegna».
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha accolto il richiamo della collega Pinna, «sperando che la maggioranza possa approvare una buona legge e cominciare, dopo un anno, ad occuparsi dei problemi della Sardegna dopo aver preferito l’occupazione del potere; ciò che ci viene chiesto dal mondo degli addetti ai lavori non è di rallentare ma di impedirne l’approvazione, per questo lavoriamo a quel minimo di modifiche in grado di attenuarne l’impatto negativo».
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha messo l’accento sul fatto che «è stata la maggioranza che ha dato in pasto all’opposizione questo provvedimento; perché non prendere il decreto Floris e cambiare gli standard urbanistici, con una semplice integrazione come si è fatto con la 45/89? Avrebbe avuto un consenso generale».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’emendamento n,527 che il Consiglio ha respinto con 1 voto favorevole e 25 contrari.
Al termine dello scrutinio è stato messo in votazione l’emendamento n.528 (Fasolino)
Per dichiarazione di voto, Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha osservato che quello dell’opposizione «non è ostruzionismo ma garantismo perchè stiamo entrando nel merito delle questioni per migliorare la legge, come chiedono associazioni di categoria ed amministrazioni locali, quelli che hanno utilizzato il Piano casa e vedono in questo provvedimento un salto all’indietro». Sul piano politico, Cherchi ha ricordato che «anche ieri Soru ha richiamato all’ordine il Pd intimandogli di non cedere, altrimenti si cambia la Giunta».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), favorevole, si è detto disponibile ad accogliere il richiamo della collega Pinna alla concretezza «ma senza dimenticare la proposta di buon senso che il consigliere Floris ha fatto da alcuni giorni; si sta andando avanti anche in modo etero diretto con una parte del Pd che ha imposto la sua linea agli alleati, se il provvedimento fosse rimasto quello della Giunta avrebbe avuto un senso mentre poi è stato stravolto e peggiorato».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia), favorevole, ha insistito sul fatto che «la maggioranza è in crisi di identità, non abbiamo mai gridato al lupo al lupo, casomai lo fa la maggioranza con le sue ossessioni sulla cementificazione, frutto della presunta superiorità morale della sinistra».
Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha contestato le argomentazioni del consigliere Pinna, ricordando che «oggi la città di Cagliari è blindata per la presenza di quattro manifestazioni». Poco dopo, ha rinunciato all’intervento per il brusio presente in Aula.
Il presidente Ganau ha richiamato il capogruppo del Pd Pietro Cocco.
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha detto di voler spezzare una lancia a favore del collega Cocco, perché «evocare il colpevole nei gialli è un esercizio consueto ma a volte l’assassino è il maggiordomo, apparentemente insospettabile, sospetto che appare fondato nel nostro caso».
Il consigliere Pier Mario Manca (Soberania-Indipendentzia) ha dichiarato che continuerò a votare “rosso”. Mi è arrivato un messaggio, ha detto, dove c’è scritto che «l’unico che ha tratto profitto da questa legge è Fasolino, nel senso che ha saputo interpretare il suo contenuto; resto dell’opinione che la legge vada cambiata e la preferirei diversa».
Il capogruppo del Ps’Az Angelo Carta, favorevole, ha ricordato che la casa «rappresenta l’ambizione più grande della persona; di qui la necessità di rilanciare la proposta del consigliere Floris cercando di capire su quale terreno individuare una sintesi comune e prendendo atto che l’opposizione non accetta questa legge. Oltretutto è provvisoria ed ingiusta».
Luigi Crisponi (Riformatori) ha difeso il ruolo dell’opposizione. «Noi cerchiamo di spiegare il perché siamo contrari alla legge, la gente ha il terrore che venga approvata».
Paolo Truzzu (Sardegna - FdI), in risposta all’intervento del consigliere Rossella Pinna (Pd), ha difeso l’azione di contrasto del Dl 130 mandata avanti dalla minoranza: «Si ripetono le stesse cose per farvi capire che questa legge è dannosa, voi non avete dimostrato capacità di ascolto».
Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha stigmatizzato l’intervento del consigliere Piermario Manca (PdS). «Fare allusioni su altri colleghi è una caduta di stile».
Dello stesso tenore l’intervento di Marco Tedde (Forza Italia): «Pensavo che la discussione si fosse incanalata nei binari della correttezza, invece ho sentito affermazioni disdicevoli. Il collega Piermario Manca chieda scusa». Tedde è poi entrato nel merito dell’emendamento n.528 invitando la maggioranza a non aver paura del termine abitativo o residenziale: «Dentro c’è il concetto di casa, di focolare e di famiglia – ha detto - è un errore considerarlo sinonimo di speculazione».
Anche Alessandra Zedda (Forza Italia) è tornata sull’intervento del consigliere Manca (PdS): «La giornata è iniziata male e finisce peggio. Ho sentito frase poco sensibili, Manca ha offeso i tanti sardi che hanno realizzato interventi consentiti dalla legge. Prima che legislatori dovremmo essere dei signori».
Mario Floris (Uds) ha invitato l’Aula a tenere la discussione nei giusti binari evitando i botta e risposta tra consiglieri. Poi ha difeso le prerogative della minoranza: «Meno male che c’è l’ostruzionismo – ha detto - se non ci fosse la possibilità di criticare saremmo in un sistema totalitario». Infine l’invito al centrosinistra: «Molti emendamenti della minoranza sono uguali a quelli della maggioranza. Voi avete il diritto di governare e anche il dovere di trovare gli accordi necessari a superare l’empasse. Perché non presentate gli emendamenti correttivi?»
Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, ha garantito che non c’era nessuna intenzione di offendere Antonello Peru. «Le parole di Piermario Manca, per come lo conosco, non volevano entrare nel merito della vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’on Peru. E’ stato un concetto mal espresso e mal interpretato.»
Il consigliere del Cd Annamaria Busia è intervenuta in difesa del collega Piermario Manca: «Non voleva offendere nessuno – ha detto - il termine “profittare” non ha nessuna valenza negativa».
Il presidente Ganau ha chiesto a tutti i consiglieri di concentrare gli interventi sull’argomento in discussione.
E’ quindi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che dopo aver apprezzato «l’eleganza, lo stile e la bellezza dell’intervento di Rossella Pinna (Pd)» ha duramente contestato le affermazioni del consigliere Manca. «Ci si lamenta per il termine marchetta e poi si lasciano passare affermazioni vigliacche e miserabili – ha detto Pittalis – ognuno guardi nei propri armadi. Non accettiamo lezioni di qualunque natura, men che meno etiche e morali».
L’Aula è quindi passata alla votazione dell’emendamento n.528 che è stato respinto con 26 voti contrari e 19 a favore.
Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori alle ore 16.00. Com





