Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 27 e 28 del Dl 130 "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia". L'Aula riprenderà i lavori domani alle 10.
La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l'esame dell'ordine del giorno con la discussione generale dell'art.27 ("Interventi di trasferimento volumetrico per la riqualificazione ambientale e paesaggistica") del Disegno di legge n.130 – Giunta regionale – "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia". Per incentivare il trasferimento volumetrico per la riqualificazione ambientale e paesaggistica nell'articolo viene previsto un credito volumetrico pari al 40 per cento.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha chiesto all'assessore e alla maggioranza «se esiste la volontà di dare un significato alla legge» e ha formulato, in proposito, due proposte. Con la prima si introducono nella legge gli interventi sostitutivi regionali a favore dei comuni che non hanno mezzi sufficienti per le demolizioni di manufatti abusivi realizzati in zone vincolate o a rischio idrogeologico, prevedendo anche le opere di ripristino del territorio. Con la seconda, sempre per venire incontro ai comuni, si prevedono forme di sostegno per consentire il recepimento delle nuove disposizioni regionali negli statuti dei comuni.
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha evidenziato che l'articolo «è diviso in due parti: la prima dà grande premialità, il 40%, per la demolizione seguita da ricostruzione in aree urbane importanti dal punto di vista paesaggistico o a rischio idrogeologico». Nella seconda parte c'è, ha poi lamentato, «c'è una sostanziale una retromarcia anche nella fascia dei 300 dove alla demolizione non può seguire la ricostruzione se non in un'area più interna con un arretramento del manufatto, ma così non si riqualifica il paesaggio».
Il consigliere Marco Tedde, sempre di Forza Italia, ha condiviso le considerazione del collega Cherchi, aggiungendo che il testo, «originariamente l'art.8 della prima proposta della Giunta sottoposta alla commissione, non presenta sostanziali differenze e appare frutto della ennesima schizofrenia legislativa che attraversa tutta le legge, contenitore di tante norme difficili da assemblare e soprattutto da applicare». In molti passaggi, ha aggiunto entrando nel merito, «viene richiesto l'intervento del consiglio comunale ma questo non è certo un modo per semplificare l'iter dei procedimenti amministrativi, è invece un appesantimento inutile che complicherà le procedure ed allungherà i tempi, meglio assegnare queste competenze alle giunte».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) non ha espresso un giudizio negativo sull'articolo che, a suo avviso, «risponde efficacemente alla domanda di riqualificazione presente sul territorio regionale, fermo restando il peccato originale della legge per cui anche interventi di miglioramento in certe aree incontreranno un mare di difficoltà; in definitiva il testo dimostra poco coraggio perché si poteva andare un po' più avanti e poteva essere esteso anche ai manufatti abusivi e sanabili, magari al centro di lunghe e complesse vicende giudiziarie».
Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha messo l'accento sul fatto che «il paesaggio non è una cartolina ma qualcosa di mobile in continua trasformazione, non solo per la presenza di manufatti abusivi ma anche, ad esempio, per l'abbandono o la sostituzione di alcune colture; il Consiglio regionale ha il dovere di intervenire per preservare l'integrità del nostro paesaggio e questa purtroppo è una occasione che la legge non ha saputo cogliere».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, ha osservato che «c'è molta agitazione nei banchi del centrosinistra, forse per i troppi vertici bilaterali convocati da Soru e Pigliaru, speriamo non ci siano le ennesime ripercussioni negative su questa legge». Pittalis ha poi citato le perplessità espresse da un importante esponente della maggioranza sulla nuova norma, «giudizio negativo cui come al solito non è seguito alcun fatto concreto, come sarebbe stato lecito e logico aspettarsi sia sulla legge che sullo stesso articolo in esame, frutto dell'atteggiamento di qualcuno che continua a fare gazzosa sulla stampa salvo poi comportarsi in modo contrario». Come modifica del testo il capogruppo di Forza Italia ha suggerito una riduzione dei costi di costruzione, già prevista nella misura del 20% dalla normativa nazionale per gli immobili dismessi, superando l'insufficiente previsione del testo in discussione, limitato alla riduzione degli oneri concessori».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti all'art 27.
A scrutinio palese, l'Aula ha bocciato l'emendamento soppressivo totale n.226 e i soppressivi parziali n. 335, 319,320,321,322,323,333 e 334.
Sull'emendamento soppressivo parziale n.332 (Pittalis ed altri) è intervenuto per dichiarazioni di voto il consigliere Oscar Cherchi che ha giudicato contraddittorie le disposizioni contenute nel comma 4 dell'art. 27: «non si capisce – ha detto Cherchi – per quale motivo non si possano ricostruire gli edifici demoliti nella fascia dei 300 metri dal mare. Questa possibilità è invece prevista dall'art.28 seppur con una diminuzione delle volumetrie del 15%». Cherchi ha quindi proposto la soppressione del comma 4 o, in alternativa, un adeguamento alle disposizioni dell'art.28.
Mario Floris (Sardegna – Uds) ha invece ribadito la necessità di modificare la norma per scongiurare l'impugnazione da parte del Governo. «Stiamo modificando norme statali di carattere generale – ha detto Floris – il rischio di una bocciatura da parte della Corte Costituzionale è reale».
Antonello Peru (Forza Italia), dopo aver segnalato il contrasto tra le disposizioni dell'art. 27 e dell'art.28, ha chiesto un intervento chiarificatore da parte dell'assessore all'Urbanistica Cristiano Erriu. L'esponente della Giunta Pigliaru ha ricordato che la questione era stata ampiamente dibattuta nel corso dell'esame del Piano Casa. «La logica è che gli interventi di demolizione abbiano come fine la riqualificazione paesaggistica».
L'emendamento n. 332 è stato respinto dall'Aula con 27 voti contrari e 18 a favore.
Disco rosso anche per gli emendamenti sostitutivi parziali n. 318, 324, 325=357, 326, 327 e 328, tutti presentati dalla minoranza. Segue





