Finisce con l'ordine della demolizione totale il ricorso fatto contro la decisione del Comune, imposto al titolare dello presunto stabilimento di lusso posto nel Poetto di Cagliari. Ora l'amministrazione cittadina dovrà sicuramente affrontare un rallentamento dei lavori su lungomare, a causa della dell'intervento di demolizione e bonifica dell'arenile sul quale sorgeva lo stabilimento balneare.
Infatti, i responsabili dei lavori sulla bella e lunga spiaggia cagliaritana, che giustamente go amministratori comunali, guidati dal giovane Sindaco Zedda, ora, oltre alla realizzazione del sistema di raccolta delle acque, alle piste ciclabili e pedonali, ai marciapiedi erbosi, devono mettere in conto anche la demolizione dell'Emerson, per il quale il titolare, Alessandro Mugia, un anno e mezzo fa, si rifiutò di smontare a fine stagione.
Il Tar prima e il Consiglio di Stato poi hanno respinto il suo ricorso contro la revoca. La partita ora è chiusa e sarà raso al suolo perdendo anche sicuramente le concessioni future come era già successo ad altri titolari di altri chioschi che si erano ribellati all'ingiunzione del tribunale facendo ricorsi su ricorsi e poi si sono visti demolire i loro stabilimenti e perdendo inoltre le concessioni. L'arroganza di fronte alla legge alla fine perde sempre. Le spiagge devono tornare ai cittadini e non ai chioschi che certamente servono ma devono essere fuori dall'arenile che è un bene demaniale fruibile a tutti e non come facevano questi presunti stabilimenti balneari che recintavano fino al bagnasciuga anche se le concessioni imponevano una distanza di otto metri da questo punto. Ma spesso i lettini di questi stabilimenti erano quasi dentro l'acqua. Impendendo perfino il passaggio ai cittadini.





